venerdì, 24 Marzo 2023

FRANCESCO, UN PAPA CHE È ENTRATO NEL CUORE DI TUTTI

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Quando alle ore 20.22 del 13 marzo Papa Francesco, preceduto dalla Croce, si è affacciato dalla Loggia della Benedizione della Basilica Vaticana per salutare il popolo e impartire la Benedizione Apostolica “Urbi et Orbi” le migliaia di persone, fedeli e non, che si trovavano a piazza San Pietro sono rimaste stupite. Il successore di Pietro prima della Benedizione si è rivolto ai fedeli e ha detto: “Fratelli e sorelle, buonasera!”. Poi ha proseguito: “Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo… ma siamo qui… Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo Vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”. Mai nella storia della Chiesa universale un pontefice si è avvicinato alla gente come Francesco. Con semplicità ha recitato insieme ai fedeli presenti in Piazza San Pietro il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria al Padre, poi ha aggiunto: “E adesso, cominciamo questo cammino: vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa, che oggi cominciamo e nel quale mi aiuterà il mio cardinale vicario, qui presente, sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa città tanto bella!”. Quella di Papa Francesco è l’immagine di un vescovo, di un sacerdote, di un uomo che prima di fare il capo di Stato, è pastore e custodisce le sue “pecore”.  Prima di ogni altra cosa proprio il 13 marzo sera si è rivolto nuovamente ai fedeli dicendo: “Vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me. Adesso darò la Benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto! Ci vediamo presto: domani voglio andare a pregare la Madonna, perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo!”. Un Papa che già dal giorno dopo ha scompaginato ogni protocollo, a partire dalla richiesta di andare con una delle automobili del parco auto dello Stato della Citta del Vaticano e non la mitica SCV1. Un Papa che non ha indossato come di rito le scarpe rosse, ma ha proseguito a calzare quelle nere da vescovo e che ha deciso di tenere al collo la stessa croce di ferro indossata anche da arcivescovo di Buenos Aires. Un Papa che ha deciso di mettere al dito l’Anello del Pescatore (su cui è raffigurata l’immagine di San Pietro con le chiavi, che sta a significare l’anello che autentica la fede e il compito affidato a Pietro di confermare i suoi fratelli. Viene detto “del Pescatore”, perché Pietro è l’Apostolo pescatore che, avendo avuto fede nella parola di Gesù, dalla barca ha tratto a terra le reti della pesca miracolosa) non d’oro ma di argento. Insomma un pontefice che fa respirare un’aria diversa dentro e fuori le mura leonine.  Un Papa che nel giorno d’inizio del suo pontificato il 19 marzo, solennità di San Giuseppe, in piedi, sorridente, nella sua veste bianca, al suo passaggio ha benedetto e salutato la folla fino a quando non ha detto all’autista di fermare la jeep. A questo punto è sceso ed è andato a salutare un disabile: Cesare Cicconi, malato di Sla da quando aveva 8 mesi. Lo ha accarezzato e benedetto.

Vincenzo Grienti

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