venerdì, 24 Marzo 2023

DOMENICO PISANA, VENT’ANNI DI POESIE

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“La mia anima…

Sede d’infinito

e di celati accadimenti

che tumultuano

nell’alternarsi di vaneggiamenti

e di vere realtà vissute,

la mia anima 

cerca la pace

nel farsi della vicenda umana.”

Basterebbe solamente questa poesia per recensire l’ultima opera di Domenico Pisana , grande poeta modicano,  pubblicata proprio quest’anno a gennaio 2013 dalla Adierre Editrice.

Basta solo sfogliare o semplicemente leggere alcune righe della sua prosa  per capire cosa racchiude ogni singolo verso scritto e dettato dal suo io.

In “Poesie… parole oltre il tempo – 1985-2008” è racchiusa tutta la vita di un uomo che ha studiato, lavorato, riflettuto tanto, che ha dato e da ancora tutto il suo sapere ai suoi simili. E lo spiega bene nell’introduzione la scrittrice Daniela Fava, sua grande amica, che ci parla del cammino culturale  affrontato nel corso dei suoi anni e della sua maturazione come poeta e come persona.

I suoi pensieri e i suoi dolori più intimi sono intrisi in ogni suo verso, vi si legge  dentro il suo amore impossibile ma rassegnato per tutto ciò che è e che da la vita.

E’ un opera completa, già dall’introduzione trasmette il suo coraggio e la sua sfida alla società moderna che ha paura, come d’altronde ha paura di tutti i poeti, perchè sanno esprimere la loro  libertà con la sola forza dei pensieri più intimi e discussi che diventano versi veritieri tramite la loro voce interiore… diventano poesia!

Dalla sua biografia, scritta tra le prime pagine dell’opera, conosciamo un uomo che ha vissuto sicuramente per migliorare se stesso, vivendo ancora oggi la sua vita, immerso nella sua voglia di “scoprire e sapere” donando senza alcun limite al prossimo e imparando lui stesso dai suoi simili… questo è amore!

 Un uomo sempre alla ricerca della pace, della speranza del tempo che verrà.

Un teologo morale, docente di teologia e di religione, titolare della cattedra di Religione nel Liceo Scientifico “G. Galilei” di Modica, è stato docente formatore in assegnazione da parte del Ministero dell’istruzione e dell’Università presso l’ADR, Associazione Nazionale dei docenti di Religione. Ha insegnato etica professionale, morale fondamentale e bioetica nell’Istituto superiore di Scienze Religiose “G. Maria Tommasi” di Ragusa. E’ giornalista e direttore responsabile dell’emittente radiofonica Radio Trasmissioni Modica, componente dell’ATISM, Associazione Teologica Italiana per lo studio della Morale. Ha collaborato con la rivista di Letteratura Avanguardia, con la rivista di letteratura e teologia Oltre il muro ed è presidente del Caffè Letterario “Salvatore Quasimodo” di Modica. Svolge, inoltre, cicli di lezioni in corsi di formazione pedagogico-didattica, seminari di studi e conferenze in convegni su temi di letteratura e teologia con studi su Quasimodo, Montale e sulla poesia dialettale e religiosa.

L’opera racchiude le sue raccolte poetiche dal 1985 al 2008, iniziando dalla prima, “Nella sognante casa delle muse”. Si riesce a leggere nelle sue poesie il dolore del poeta per la perdita di persone care , rimasto stampato nel suo intimo ma stemperato dalla speranza di una pace che nonostante tutto sente di provare.

Segue poi la raccolta poetica con ”E verrà il tempo” (1988). Già qui la sofferenza è tanta, la tristezza, la ricerca dell’uomo, le piccole gioie. Qui il poeta, a mio parere, piangeva di dolore mentre la sua anima cresceva più del cuore!

Segue poi “Oltre il silenzio della parola” (1990). “Il gabbiano”, una tra le poesie di questo periodo che esprime la sua voglia di libertà, il desiderio di poter volare alto liberandosi dalle meschinità del mondo. Sono i suoi pensieri che volano ancora più in alto e vanno oltre, si legge la rassegnazione e la malinconia, ma anche la pace interiore che si chiude silenziosamente, cominciando a convivere col dolore.

Spicca prorompente anche “Hanno ucciso l’io”. In questa poesia drammatica qualcuno  lo ha ferito prorompentemente,  “il cemento ha ricoperto ogni membro”, divenendo così l’uomo inerme , ghiacciato, senza forze, ha esaurito la sua forza interiore “hanno ucciso l’io e il ghiaccio – ha congelato il profumo delle rose”. Qualcosa di molto brutto ha allungato il suo calvario!

Nella raccolta “Guardando lembi di cielo” (1993), raccolta divisa in tre sezioni:”Dalla terra al cielo”, “Dentro gli attimi del cielo”,”Montale e Quasimodo: Parafrasi”, si nota un cambiamento nel poeta. I temi si fanno più profondi e, se prima egli scriveva versi dettati dal suo stato d’animo, adesso scrive ciò che gli occhi  vedono dal profondo del suo io. “Alla mia terra”, poesia che racchiude un mondo, il cielo, il mare, l’alba, il tramonto e anche la povertà che non vede l’orizzonte e neppure sente il calore del sole! Il suo animo si immerge nella bellezza della luna amante del mare, del tappeto di stelle (”Ancora una coltre di stelle”). Parla ai fiori, ascolta le foglie, gioisce al sorriso, inneggia la sua fede, non vuole perderla, perchè non riuscirebbe più a scrivere nessun verso “se per un attimo i tuoi occhi divenissero un cielo senza stelle – non scriverei più alcuna fiaba!”

Parla di sé, insegue grandi poeti differenti l’uno dall’altro e lui anche lo è. In lui predomina la speranza che supera l’angoscia. Nella poesia “E’ un’oasi di dolcezza”, straripa di dolore, il calvario della croce, il sorriso d’una rosa, “ora so che il tempo che mi separa dalla morte-m’ha donato lembi di anima, nulla cancellerà il suo vissuto, neppure la morte!”

 “Terre di rinascita” è il titolo della quinta raccolta  del poeta modicano, pubblicata nel 1996. La raccolta è suddivisa in quattro sezioni: “Tra memorie e sogni”, “Nel mistero del dolore”, Sulle ali del viaggio”, “Dall’Amore all’amore”. Possiamo leggervi dentro tutti i sentimenti umani, il rimorso, il tormento dell’anima, il male di vivere, i deliri di emozioni sciupate, la follia, l’amore. “Chi pone degli argini e delimita i confini – non si perderà mai nell’altro”.

“Sei tu” forse è la più bella delle sue poesie, pare un inno a Dio, ma anche a una donna, o alla vita, pare soprattutto un inno al suo “Io”, alla sua anima che sofferente riesce a regalargli quella pace che va oltre la vita, lui c’è l’ha !

Chiude la raccolta “”Il Poemetto Canto del Mediterraneo” ( 2008), diviso  in tre parti: ”Canto della bellezza”, sezionato in tre parti “ Origini”, “Terra”, “ Amore” e “ Libertà, “Canto della disgregazione”, sezionato in due parti, “Frantumazione” e “Smarrimento”. Infine il  “Canto della speranza”, con l’ultima sezione”Dal buio alla luce”. Qui il poeta esprime l’amore immenso che supera la vita ma anche il dolore atroce per le morti innocenti, la voglia di libertà e di spiccare il volo come un gabbiano per superare vicissitudini sofferte. E’ una denuncia quasi al mondo intero che si è perso nella cattiveria e senza fede non riesce ad aprire il suo cuore. Chiude l’opera però con “Teniamo viva la speranza”,  un’incitazione alla fede , all’amore, per non soccombere alla distruzione .

Domenico Pisana , grande poeta modicano, con la sua complessa raccolta “Poesie – Parole oltre il tempo 1985-2008”, ci rende partecipi del suo sofferto ma meraviglioso amore per la vita e lo fa regalandoci, coi suoi versi, pezzetti di sentimenti che tutti viviamo ma che non tutti riusciamo a leggere.

Impariamo anche noi ad ascoltare la voce del mondo col cuore in mano,  impareremo  forse così ad ascoltare il dolore nel silenzio della  nostra anima.

Sofia Ruta

 

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