Tra i tanti eventi organizzati dall’Associazione durante il corso dell’anno, due gli appuntamenti tenutosi la sera del 9 agosto del corrente anno, alle ore 19 il primo e subito dopo il secondo, ambedue dedicati all’antica medicina.
Nel caratteristico sagrato della chiesa del Carmine infatti, con una massiccia presenza di modicani e turisti attenti, è stata presentata la quindicesima e penultima opera “Piante e parole che guariscono”, (la sedicesima “Il tesoro di Pantalica” che tratta di orchidee selvatiche, storie e tradizioni, è in stampa) di Paolino Uccello, guida naturalistica, etnologo e scrittore, nonché volto noto delle trasmissioni televisive quali Linea blu e Geo&Geo.
A fare gli onori di casa, il consiglio direttivo dell’ente associativo, con i consiglieri Gino Salina e Simona Incatasciato e il presidente dell’associazione culturale Mario Incatasciato che ha aperto la serata elogiando l’opera di Uccello e evidenziando la comunanza che ha legato all’unisono i due eventi e anticipando poi sul proseguo della serata con la visita guidata al Museo della Medicina “Tommaso Campailla”, iscritto nel R.E.I.L (registro delle eredità immateriali a livello locale ), convenzione Unesco e di cui l’Ingegni Cultura è l’ente gestore, oltre ad essere anche socio fondatore del neo Consorzio degli operatori turistici di Modica, e incuriosendo così i presenti con la sua descrizione, in una chiave del tutto medievale, avente per tema il rapporto esistente nell’antichità, fra medicina ufficiale e popolare.
In poche parole ha saputo coinvolgere il pubblico facendo notare il quadrilatero monumentale che la piazza del centro storico di Modica, ospita in pochi metri di spazio: la stupenda chiesa del Carmelo, detta chiesa del Carmine, con il portale trecentesco sovrastato da un rosone francescano e la vetusta chiesa quattrocentesca di San Paolo, espressioni alte del Casale, antico quartiere di Modica; il convento dei Carmelitani, dove per un periodo si è insidiata la caserma dei carabinieri, inestimabile valore dal punto di vista storico e architettonico, infatti in seguito ad opere di restauro sono stati riportati alla luce i pavimenti in acciottolato del XIII-XIV secolo; gli archi ogivali gotici che immettono da un ambiente conventuale a un altro, le finestrelle in stile svevo chiaramontano del XIII secolo (oggi questo complesso architettonico purtroppo non è fruibile); l’ex Cinema Moderno, oggi Auditorium “Floridia”, dove è possibile ammirare i resti della chiesa trecentesca di San Giovanni ove officiò don Giuseppe Pediligeri, il fondatore dell’Ospedale della Pietà, sede della Scuola Medica Modicana; quarto punto del quadrilatero, l’annesso ospedale “ Sacra Domus Hospital”, dei Cavalieri Gerosolimitani, risalente al sec. XIV, e solo successivamente detto di S. Maria della Pietà, che, in seguito alla realizzazione delle “Botti mercuriali” del 1698 ad opera di Tommaso Campailla (non medico ma scienziato e filosofo, che ebbe anche una cattedra di insegnamento presso l’università di Londra), prenderà il nome di Sifilicomio Campailla, quindi di Ospedale Campailla fino agli anni sessanta e nientedimeno oggi è diventato Museo della Medicina “Tommaso Campailla” grazie alla Ingegni Cultura, allo stesso Incatasciato, alla figlia Simona, specialista in economia del recupero e della valorizzazione dei beni culturali e parte integrante dell’ente associativo cittadino e grazie anche all’ex sindaco di Modica Antonello Buscema, che, con questo progetto, sono riusciti a far riemergere un’antichità medievale a noi sconosciuta.
Il presidente dell’associazione ha poi passato la parola a Paolino Uccello, che ha focalizzato l’attenzione dei presenti sul tema della medicina nel rapporto esistente nell’antichità fra medicina ufficiale e popolare.
Ha ricostruito la storia e la memoria del mondo contadino ibleo, ha raccontato dei ciarauli , dei guaritori e degli aromateri che per secoli unitamente alla “majaria “ hanno costituito l’unico intervento terapeutico accessibile alla quasi totalità degli abitanti del territorio ibleo.
Si è soffermato sulla figura storica di San Paolo e del suo potere taumaturgico di guarire dai morsi dei serpenti, delle vipere e delle tarantole.
Ha parlato di orazioni e di scongiuri antichi, come quelli per ottenere un parto facile, per allontanare la febbre e la cattiva sorte, per guarire dal fuoco di San’Antonio, per conoscere il futuro di un matrimonio o di un fidanzamento, il tutto con antiche tradizioni di miscugli e infusioni di erbe, fiori e piante.
Si è poi soffermato sui riti antichissimi di guarigione come “l’affatturamento”, che si faceva con l’utilizzo di un uovo di gallina o di una bambola o di un fantoccio, detto “uovu ri majaria”, nel quale la majaria infilava da trenta a sessanta spilli per affatturare le persone con altrettante spille dolorose.
Paolino Uccello ha poi presentato “Piante e parole che guariscono”, edito dal Museo del Tessuto, dell’Emigrante e della Medicina Popolare, in collaborazione con il comune di Canicattini Bagni e l’Associazione “ Yhan-La sorgente della Musica”, identificando la sua opera con il territorio dei monti Iblei, parlando della città di Canicattini Bagni che rappresenta la porta che si apre a oriente per i visitatori in un viaggio suggestivo che passa tra la flora e la fauna delle Cave canicattesi, al Liberty e alle pietre barocche che ne disegnano l’architettura dei palazzi e delle chiese.
Un lavoro, il suo, di grande ricerca quindi, che in questi anni lo ha visto nelle vesti di naturalista e studioso, a difesa del territorio assieme all’Ente Fauna Siciliana, del quale è dirigente regionale.
Il sindaco Paolo Amenta e i cittadini tutti di Canicattini Bagni, contenti del suo operato, hanno sostenuto la proposta di Paolino Uccello e dell’Associazione Galleria del Ricamo, di concedere in comodato d’uso gratuito i locali a pianoterra del Museo dei Sensi di Via De Petris (che già ospita il Museo del Tessuto-Casa dell’Emigrante), per l’istituzione del Museo di Medicina Popolare, proprio per ricostruire e salvaguardare la storia e la memoria del mondo contadino ibleo.
Di seguito, la visita guidata del Museo della Medicina Tommaso Campailla, per la quale si sono formati due grandi gruppi. Simona e Mario Incatasciato hanno guidato i presenti che hanno ammirato i vari ambienti ricostruiti nel Museo, i due teatri anatomici, la stanza delle botti mercuriali, ricostruite nei minimi particolari con anche un manichino all’interno per far capire come le persone malate di sifilide a quei tempi venivano curate riscaldando il mercurio fino a 50 gradi nel braciere; lo studiolo medico e gli strumenti con la quale lavoravano i medici.
La serata si è conclusa poi con un rinfresco per tutti i presenti offerto dalla pasticceria modicana “Artigiana Biscotti “, ma non senza ricordare prima ai presenti il prossimo ritrovo culturale, raccontato attraverso testimonianze materiali e immateriali.
Sofia Ruta