Sulla vicenda della soppressione del Tribunale di Modica sono arrivato ad una determinazione ufficiale, qualora ce ne fosse stato bisogno. A Roma i nostri parlamentari non contano nulla. Senza offesa, ma come dice qualcuno che frequenta gli ambienti di Palazzo Madama o Montecitorio, contano più i commessi che i parlamentari. La dimostrazione è data proprio dai risultati ottenuti per il cosiddetto decreto taglia-tribunali. Tante promesse, notizie trionfalistiche immediatamente smentite, silenzi. Del resto se non si è leader non si ha voce in capitolo. E pensare che noi, in passato, quando eravamo al cospetto già di un consigliere comunale ci calavamo le braghe e rispettosi dicevamo si ad ogni loro stronzata. Fanno bene, adesso, i nostri figli che manco li tengono in considerazione, del resto così ha fatto la Ministra Anna Maria Cancellieri: non li ha tenuti in considerazione. L’esempio lampante è stato l’incontro a Roma con i rappresentanti di alcuni partiti e la stessa ministra, quando la “nostra” MariaLucia Lorefice (M5S) ha tentato di rappresentare la situazione del Tribunale di Modica e gli altri erano distratti da risatine, discussioni tra loro, probabilmente barzellettina mentre la povera Marialucia cercava di tenere loro testa, di farsi sentire. Nel corridoio ha tentato l’approccio con la Cancellieri ma questa ha sommariamente risposto un evasivo “vedremo”. Qui, però, mi preme rilevare la serietà della Lorefice che ha raccontato, senza pudori, la realtà dei fatti, altri avrebbero raccontato frottole. Ricordo negli anni ’90 l’allora assessore all’Ecologia del Comune di Modica, Piero Vernuccio, sollecitato dal suo partito, i Verdi, a dimettersi. Lui replicò: “Mi dimetto per fare cosa? Il semplice consigliere comunale che si limita alla semplice interrogazione alla quale magari nemmeno ti rispondono?”. Condivido. A Roma è così. A chi si deve credere? Forse l’unica posizione da condividere è quella del parlamentare modicano Nino Minardo che non ha speso parole e comunicati, almeno non ha illuso nessuno, probabilmente perché non vede assolutamente spiragli e magari quei pochi che si lasciano intravvedere sono solo delle prese per il culo da parte delle massime cariche nazionali. E’ bene che la gente, comunque, tenga a mente alcuni elementi fondamentali e che la Cancellieri tenga a mente lo spreco che non doveva esserci con la spending review. Il progetto del Tribunale di Modica (il nuovo Palagiustizia) fu redatto dall’architetto Francesco Diana il 5 maggio 1989. Per la realizzazione dell’opera la Cassa Depositi e prestiti concesse un mutuo di 10.246.504,88 euro con ammortamento a carico dello Stato. L’appalto fu aggiudicato il 27 febbraio 1993 all’Impresa Ati Comil alla quale, il 4 settembre dell’anno successivo, subentrò la CoopCostrutturi di Argenta.
La struttura ha la seguente consistenza:
area d’impianto mq. 8.800;
parcheggio esterno mq. 7.000;
piano cantinato di mq. 6.600 destinato a parcheggi e accessi per magistrati e personale, accesso detenuti, archivi e sala controllo;
piano terreno mq. 4.300 per uffici Giudice di pace e aule udienze civili;
primo piano mq. 2.500 destinato ad uffici, presidenza tribunale e aule udienze penali;
secondo piano di mq. 2.500 destinato a Uffici della Procura;
piano attico di mq. 1.000 destinato alla sala CED archivi e vani di servizio.
Gli impianti e i sistemi di sicurezza sono stati realizzati secondo quanto previsto dalla Circolare Ministeriale 878 del 2000. Il finanziamento concesso è stato impegnato: per lavori e impianti 7.196.759,58 euro; per somme a disposizione dell’amministrazione (Iva, arredi, etc.) 3.049.745,29.
C’è, insomma, di che sbizzarrirsi e soprattutto riflettere su ciò che si sta mandando all’abbandono, sugli oltre dieci milioni di euro della collettività spesi e destinati al nulla. Ci chiediamo PERCHE’? Il ritornello della spending review, ovvero dei “sacrifici equi per tutti” è una sfacciata menzogna.
Saro Cannizzaro