La strada della ripresa è ancora lontana nonostante le rassicurazioni del Governo che parla di una ripresa lenta e graduale a iniziare dal 2014. Purtroppo molti sono i segni negativi che scoraggiano chiunque a intraprendere un’attività imprenditoriale o a continuarla solo ed esclusivamente per sopravvivere.
E’ di queste ore la pubblicazione della classifica “Doing business 2014” della Banca Mondiale, che conferma, ancora una volta senza ombra di dubbio, che l’Italia è la maglia nera per quanto riguarda la fiscalità relativa alle Pmi con un tax rate totale del 65, 8%. Questo dato, secondo la Banca Mondiale, è il peggiore tra i Paesi europei occidentali, dietro anche alla maggior parte dei paesi emergenti. Questo sta a significare che degli utili delle aziende italiane il 65,8 % finisce in tasse (nessuno è in grado più di lavorare a queste condizioni), tenuto conto che la media Ocse si ferma al 41,3 %. Conviene quindi investire all’estero. Infatti la total tax rate è del 34% nel Regno Unito, del 46,3 % negli Stati Uniti, del 49,4% in Germania, del 49,7 % in Giappone, del 58,6% in Spagna e del 64,7% in Francia. Nei paesi emergenti risulta del 50,7% in Russia, del 62,8 % in India e del 63,7% in Cina. Di fronte a questi numeri qualche imprenditore italiano o straniero che vuole investire in Italia ci pensa molto prima d’intraprendere qualsiasi attività. E il Governo, nonostante gli sforzi legislativi, pare che si arrampichi sugli specchi. Staremo a vedere se riusciremo a superare questo baratro.
Un altro problema che incombe sulle mini-imprese e i professionisti senza organizzazione e personale è lo stop all’esclusione dell’Irap. Infatti, ad azzerare i 700 milioni stanziati dalla legge 228/2012 per escludere dall’imposta regionale delle attività produttive i piccoli contribuenti senza organizzazione e personale è il Ddl di stabilità all’esame del Parlamento. Speriamo che la problematica si risolva con la delega fiscale. Quindi ancora una volta le attività imprenditoriali e professionali senza organizzazione e personale (ed oggi sono in tante) corrono il rischio di pagare un’imposta da cui prima erano esclusi. La certezza del diritto che viene meno scoraggia quindi chiunque ad intraprendere qualsiasi attività, in particolare tra i giovani, dove la disoccupazione è notevolmente aumentata e la propensione a cercare un nuovo lavoro quasi completamente assente. Restiamo a vedere cosa succederà nelle prossime settimane.