Caro Babbo Natale non ti chiedo un regalo ma voglio… che ti porti via, dentro il tuo sacco, tutte le cose brutte successe durante il 2013.
Troppe disgrazie sono accadute in quest’anno e io, incredula, mi chiedo se ci sono giustificazioni e se esiste almeno un perché.
Penso e credo che qualsiasi ragione sia ingiustificabile ma sono certa che il perché esiste e non è solo uno ma tanti. Si vedono, si toccano e si sentono nell’aria. Si leggono negli occhi della gente che incontriamo per strada, nei discorsi sempre più freddi e irrazionali, nelle nostre corse giornaliere dove riusciamo solamente a giudicare e a disprezzare tutto e tutti coloro che attraversano la nostra strada.
E’ quindi cattiveria vera e propria la nostra, incuria, indifferenza, avarizia, arroganza, gelosia, testardaggine, prepotenza, ignoranza…
Indisciplinatamente, ne abbiamo combinate davvero tante ma non conosciamo la vergogna!
Abbiamo fatto sì che la natura si ribellasse alle nostre ottusità, negligenze e mancato rispetto nei suoi confronti, inquinandola, disboscandola, violentandola, abbandonandola alla deriva.
Alluvioni terrificanti, infatti, si sono ripetute a distanza di anni e hanno devastato interi nuclei familiari e interi paesi. Hanno sconvolto la nostra coscienza che ha fatto orecchie da mercante pur sapendo di esserne l’artefice!
Guerre infinite tra uomini nascosti da civiltà, culture e religioni differenti ma proprio per questo indifferentemente uguali, hanno sterminato interi popoli trucidando senza alcuna pietà donne e bambini che già erano quasi morti di stenti ma che avevano ancora una grande voglia di vivere e si sono ritrovati tra bombe, kamikaze e gas “umano”!
Migranti annegati nel mare divenuto cimitero. E dimmi tu adesso, come possiamo tuffarci ancora in mare e dimenticare che al posto del corallo e dei pesci nel suo fondale giacciono i cadaveri di uomini, donne e soprattutto bambini. Cercavano solamente una vita migliore e hanno trovato, invece, lo sgomento ipocrita di una morte annunciata ma perennemente ignorata!
Suicidi di massa, grandi lavoratori che dopo una vita di sacrifici non ce l’hanno fatta più. Si sono visti svuotare le tasche, rubare la casa e soprattutto il lavoro, trovando la porta delle istituzioni chiusa. Beffati e truffati dai loro simili. Credo per questo che non siano stati suicidi bensì omicidi di umiliazione profonda che ha prima ferito la dignità dell’uomo onesto e poi lo ha ucciso!
Roghi e morti in ogni luogo, dunque, sulle strade, all’interno delle aziende, delle industrie, fra gli zingari, nelle case. Bambini, donne, uomini e anche animali, sfruttati sul lavoro e maltrattati, hanno accettato umiliazioni “fraterne” pur di sopravvivere ma si sono ritrovati bruciati tra i vivi, senza neppure avere il tempo di gridare al mondo intero tutto il loro disappunto!
Nonnini abbandonati a se stessi, dai figli, dalla malasanità, dalle case di riposo, dalla società tutta. Hanno “rubato” al supermercato per un po’ di pane o di formaggio o una caramella da regalare magari a un nipotino e sono stati guardati a distanza come delinquenti, derisi e definiti oltraggiosamente “ladri”. Adesso, come i bambini, piangono senza pudore e dignitosamente aspettano nel silenzio del sonno che la morte li prenda per mano e li porti lontano dal disprezzo stampato sulla faccia degli uomini!
Caro Babbo Natale, tranquillo, di cose belle ne sono accadute anche e sicuramente sono più di quelle brutte ma non le ricordo tutte. Forse perché credo che il bello è soggettivo e quando accade si tiene stretto in fondo al cuore e non si lascia andare. Il brutto è collettivo invece, si sputtana ad alta voce facendo a gara a chi ne ha di più e si cerca di riversarlo sugli altri!
E’ così, le cose belle ognuno di noi le desidera più della sua stessa vita e fa in modo che accadano!
Come Anna Carta, per esempio, parlo di lei, perché, secondo me, è tra le cose più belle accadute in quest’anno disgraziato! L’hanno chiamata “mamma coraggio” e lo è davvero. E’ l’esempio della disperazione di tutte le mamme che lottano dignitosamente per il diritto alla vita del proprio figlio. E questa mamma modicana, con coraggio, forza e determinazione ha lottato e lotta ancora per suo figlio Mauro di soli 23 anni che da dieci è affetto da atassia spino cerebellare. Per lei, il figlio Mauro è la sua vita e il suo respiro. Ed è per lei e per suo figlio e per altri 23mila malati in attesa delle cure compassionevoli che la solidarietà umana ha avuto il sopravvento. Infatti, aiutati da diverse associazioni, fra queste Cittadini Modicani, che hanno organizzato una grande manifestazione, i modicani (il sindaco però, Ignazio Abbate, mi è sembrato in questo caso un tantino distratto nella sua presenza, 5 minuti ed è scappato via) e i cittadini tutti italiani sono scesi in piazza e hanno manifestato anche in altre piazze d’Italia, per chiedere il diritto alle cure staminali ed il diritto alla vita.
Sai, i tempi sono cambiati, ormai, se ci si ammala o si nasce già disabili, non si può più correre dal medico o in ospedale se prima non si chiede il permesso a un giudice per poter iniziare una cura che, forse, può non essere a norma con la legge della scienza e delle lobby farmaceutiche ma almeno ti regala la speranza di un sorriso stampato sul viso e vissuto più a lungo insieme a chi ami di più al mondo!
Continuo coi tanti bravi lavoratori che hanno contribuito a rendere quest’anno migliore. Sono riusciti a scrollarsi di dosso la famosa crisi di cui si parla tanto, incuranti di chi invece ha voluto infliggercela!
Associazioni culturali, come IngegniCulturaModica che ha coinvolto giovani, adulti e anziani facendo rivivere eventi e storie trascorse dai nostri avi, incentivando così pure il turismo nella nostra città che ultimamente è scemato.
Artisti di strada, artisti di cinema e artisti di teatro si sono susseguiti durante le varie stagioni e, noncuranti del malcontento, hanno saputo coinvolgere platee bisognose di sane distrazioni. Fra questi Carlo Cartier, attore e grande divulgatore artistico, ma anche tantissimi altri che hanno reso il palcoscenico della nostra vita per un momento… migliore!
E grandi sono stati gli artigiani nelle loro prestazioni al ChocoModica (molto criticato come evento) e soprattutto durante tutto l’anno lavorando nelle loro piccole aziende. Fra i tanti, Aldo Puglisi, il gigante del cioccolato modicano, ha messo in mostra le sue sculture di cioccolato che, associate alle creazioni artistiche in pasta di zucchero di Melinda Adamo, sua giovane collaboratrice, hanno reso la manifestazione emblematicamente creativa.
Io personalmente ho ammirato le loro opere di cioccolato più delle luci natalizie che il nostro sindaco ha voluto fossero per quest’anno alquanto speciali! 55.000 euro, infatti, sono stati spesi per le luminarie natalizie del nostro paese e relative frazioni e circa 60.000 sono i cittadini modicani. Perciò chiedo: e se invece li avesse spediti suddividendoli prima in tante piccole parti a tante piccole famiglie in difficoltà? Sicuramente sarebbe stato un gesto apprezzato da tutti e avrebbe illuminato il volto di tanti!
Ad illuminarci però ci ha pensato papa Francesco, che nei suoi primi nove mesi di pontificato ci ha contagiati col suo sorriso e con le sue discrete ma profonde parole. Sta rivoluzionando la Chiesa, la politica, noi tutti!
Caro Babbo Natale, auguro a te un Buon Natale e spero (ma so per certo che per tanti non lo sarà) lo sia anche per tutti noi.
Portati via, per favore, il nostro difetto più grande… l’egoismo e riportaci un pregio che abbiamo perso: la bontà dell’amore, solo questo ti chiedo, perché la povertà non è opera di Dio ma solo dell’egoismo umano!
Sofia Ruta