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LA MODICA DI ENZO BELLUARDO

Quadri al mercatino delle pulci




Disordine barocco…




SE ARRIVA IL “BIG ONE”, SIAMO PRONTI?

In memoria del terremoto che nel 1693 devastò il Val di Noto, si è svolto l’11 gennaio presso l’Auditorium Pietro Floridia un convegno sul rischio sismico a Modica e sulla condizione ed efficienza della Protezione Civile.

Brillante e interessantissimo l’intervento del prof. Barone, che ha rievocato il catastrofico evento mettendone in luce tanti aspetti veramente tragici sulla base di un’accurata documentazione storica: oltre all’elevatissimo numero dei morti sotto le macerie, alle spaventose condizioni in cui si trovarono i superstiti, senza acqua, cibo, medicinali, abiti e coperte nel mese più freddo dell’anno, sorprendenti gli orrendi dettagli sullo sciacallaggio perpetrato  sui cadaveri per spogliarli di anelli e orecchini… la bestia umana è sempre la stessa!

Durante la prospezione archeologica che ha portato all’individuazione di un sito di sepoltura risalente al I° sec. a.C., sono stati recentemente trovati sotto le fondamenta di Palazzo Polara i resti insepolti di almeno tre individui travolti dal sisma: chissà quante case sono state costruite sulle macerie di cose e persone condannate all’eterno oblio.

La ricostruzione voluta sugli stessi luoghi ha generato la Modica scomoda e bellissima che tutti conosciamo, bella e pericolosa. Se un terremoto di proporzioni distruttive, analoghe ai tanti scarsamente documentati che hanno già colpito il nostro territorio in epoche lontane, dovesse manifestarsi oggi, come ce la passeremmo? A parte il rinnovato impegno dei radioamatori e dei proprietari di fuoristrada, questi ultimi appassionati ricercatori di strade e percorsi alternativi utilissimi in caso di collasso delle infrastrutture viarie del territorio, gli interventi delle associazioni di volontariato di protezione civile – peraltro brevissimi – hanno dato l’impressione di essere autoreferenti e non particolarmente propense ad una collaborazione costruttiva. Non resta che confidare nel Piano Comunale promesso dal giovane assessore Belluardo: speriamo che possa essere uno strumento valido e capace di coordinare tutti gli operatori, volontari e non, evitando inutili sovrapposizioni o lacune nei soccorsi, ma soprattutto spegnendo inimicizie, invidie e altre miserie che hanno di fatto messo in ginocchio la protezione civile comunale preesistente.

Perché un terremoto o un’alluvione potrebbero essere dietro l’angolo, non dimentichiamocelo.

L.dNP




FISCO E PREVIDENZA: CHIARIMENTI PER IL CITTADINO (a cura di Giovanni Bucchieri)

Il Presidente del  Consiglio Letta in questi giorni ha più volte affermato che il 2014 sarà l’anno della ripresa. Lo speriamo tutti. Ma l’ultimo bollettino economico della Banca d’Italia ribadisce che per il 2014 la ripresa economica sarà modesta e di salute cagionevole. Infatti nel 2014 il Pil crescerà solo dell’0,7%, dopo la flessione del’1,8% nel 2013 e nel 2015 non supererà l’1%. La disoccupazione è ancora su e più precisamente al 12,8% nel 2014 e fino a quota 12,9 per il 2015. Tra l’altro anche i consumi sono ancora deboli, pari a più 0,2 per cento nel 2014. Lo stesso credito alle imprese va ancora giù; nel trimestre settembre/novembre 2013 i prestiti sono stati in flessione dell’8%.  E lo stesso bollettino di Bankitalia spiega che le condizioni di accesso al credito per le imprese sono ancora molto tese. Nell’ultima rilevazione Istat sono stati evidenziati dei segnali negativi per l’economia italiana per il mese di novembre 2013; infatti sono calate  sia le importazioni (- 6,9%) che le esportazioni. Con queste previsioni non c’è da stare molto allegri. Cercheremo comunque di sopravvivere.

Dopo queste brevi considerazioni sull’economia italiana vediamo di esaminare alcune novità di natura fiscale.

Da quest’anno tutti i dipendenti senza sostituto possono presentare il modello 730 anche se il risultato finale della dichiarazione si chiude a debito. Questa possibilità data al contribuente rappresentata una delle novità tra le più interessanti del mod. 730/2014, la cui versione definitiva è stata pubblicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Nel caso in cui un lavoratore abbia cessato il proprio rapporto di  lavoro e quindi si trovi senza sostituto d’imposta, può effettuare tutte le operazioni di conguaglio  avvalendosi di un Caf dipendenti  o di un professionista abilitato per la trasmissione dei 730 all’Agenzia delle Entrtate. Dopo il conguaglio, in caso di liquidazione a debito, il soggetto che presta l’assistenza fiscale trasmette telematicamente la delega di versamento (F24) oppure la consegna al contribuente già compilata almeno 10  giorni prima della scadenza del termine. Nel caso in cui la liquidazione di conguaglio risultasse a credito, gli importi saranno rimborsati direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Un’altra novità importante riguarda l’Irpef sulla casa. Purtroppo è stata ripristinata l’Irpef per le abitazioni non locate situate nello stesso comune nel quale si trova l’abitazione principale, il cui reddito di conseguenza è diventato imponibile, anche se nella misura del cinquanta per cento e questo nonostante il pagamento dell’imu.

Per i fabbricati locati la deduzione forfettaria del canone del 2013 è scesa dal 15% al 5%, mentre, se si opta per la cedolare secca,  l’aliquota  agevolata è  passata dal 19% al 15, ma solo per i contratti di locazione a canone concordato.

Nelle prossime settimane ritorneremo sulle tante altre novità in tema di dichiarazione dei redditi.

 




NON LI FERMA NEMMENO IL RIDICOLO

Se il cittadino italiano riuscisse a vedere il suo paese dall’esterno, come al cinema, senza insomma dover patire sulla propria pelle quello che vi accade, probabilmente si divertirebbe un mondo. Come sicuramente si divertono gli stranieri che hanno occasione di avere notizia dei bizzarri comportamenti di chi ci governa.

Sono di questi ultimi giorni due perle del nostro governo: la richiesta di restituzione degli scatti di anzianità agli insegnanti e l’annullamento delle elezioni regionali del 2010 in Piemonte.

La prima perla è talmente vergognosa da diventare grottesca e cadere nel ridicolo, perché si finisce sempre per ridere davanti agli eccessi, per tragici che siano. Un eccesso più… eccessivo proprio non riusciamo a immaginarlo. Dopo che sono stati resi noti in tutto il mondo gli stipendi faraonici dell’oligarchia che ci padroneggia fino ai rimborsi spese per gli acquisti meno rimborsabili come le slip o i regali natalizi per i nipotini, si ha il coraggio di chiedere la restituzione degli scatti di anzianità (miserrimi) erogati alla categoria più importante per la crescita di un paese, cioè quella degli insegnanti, che già viene pagata con uno stipendio da fame pur essendo quella alla quale affidiamo l’educazione dei nostri figli, quindi l’educazione della Nazione futura! All’estero, dove gli insegnanti hanno stipendi ben più dignitosi dei nostri, che avranno fatto nell’apprendere questa notizia? Avranno riso fino a cadere dalle sedie! La folle decisione poi è rientrata, forse perché l’eco delle risate è penetrata nelle menti brillanti che l’avevano formulata. Che il senso di vergogna, seppur flebile, esista ancora?

La seconda perla è ancora più ridicola, perché, dopo che erano passati ben quattro anni dalle elezioni regionali in Piemonte, il Tar ha deciso di annullarle per la presenza di firme non valide in una delle liste che erano state ammesse alle consultazioni. In pratica, si è arrivati quasi allo scadere del mandato del governatore del Piemonte per deliberare che le elezioni che l’avevano scelto non erano valide. E adesso? Teoricamente, tutto quello che questi ha fatto, le decisioni che ha preso durante il suo mandato dovrebbero essere cancellati perché lui non aveva l’autorità per operare e decidere, insomma si dovrebbe tornare indietro di quattro anni e tornare indietro, nella vita reale, si dà il caso che non si possa. E’ ovvio che il modo di scavalcare la pronuncia del Tar si troverà, come si fa sempre nel nostro paese, dove le leggi esistono perché quei rompiscatole dei romani, nostri antenati, ce le hanno lasciate in eredità, ma col passare dei secoli noi drittoni siamo riusciti a modificarle pezzo a pezzo a tal punto da togliere loro qualsiasi significato, se no come avremmo fatto ad arrivare ai nostri giorni comportandoci esattamente nel modo opposto a quello indicato dalle norme pur senza contravvenirvi ma semplicemente interpretandole nel modo più comodo? Da come sono state enunciate, infatti, questa è la sola cosa che risulta evidente e di facile interpretazione.

A queste due perle si aggiunge la dichiarazione dell’astro nascente della sinistra italiana, Matteo Renzi, che afferma di trovarsi in perfetta sintonia col personaggio che proprio la sinistra aveva considerato per anni come la sua bestia nera e la cui condanna con sentenza definitiva l’autorizzava a chiederne l’allontanamento dalla politica. Non solo, ma arriva persino a elaborare con lui un nuovo modello di legge elettorale, che, per quel che ne abbiamo potuto sapere, mortifica l’elettore ancor più di quella precedente anche se garantisce la governabilità del Paese (da “porcello” a “porcellone”?).

Per distrarre i cittadini dal ridicolo che il nostro Paese mette in piazza, si dedicano intere pagine di giornali e lunghe trasmissioni televisive alla liaison del presidente Holland. Udite udite, il Presidente della Francia ha un’amante e la va a trovare in moto! Capito? Un’amante sola che raggiunge romanticamente su due ruote, niente a che vedere con l’italico bunga bunga! Gli italiani si guardano in faccia perplessi e attribuiscono al solito sciovinismo dei francesi questo patetico tentativo di farsa. Vorrebbero essere più ridicoli di noi? Non si facciano illusioni: noi, non ci batte nessuno!




LE RICETTE DELLA STREGA (a cura di Adele Susino)

Il pranzo della domenica

Insalatina di spinaci, noci, melagrana e caciocavallo dop semistagionato

 Ingredienti

700 gr di spinaci freschissimi, 1/2 tazza di noci sgusciate, 1 melagrana, 100 gr di caciocavallo, q.b. di olio evo, sale blu di persia e pepe verde

Preparazione

Spezzettare con le mani gli spinaci lavati e asciugati, aggiungere le noci, il formaggio a scaglie e i chicchi di mezza melagrana. Preparare un’emulsione con l’olio, il succo dell’altra mezza melagrana, il sale e il pepe. Condire l’insalata al momento di servire, accompagnandola con crostini di pane tostati in forno.

Lasagne ai funghi

Ingredienti

1 kg di funghi freschi misti: champignon, pioppini, cardoncelli e quant’altro si trova sul mercato, 2 confezioni di porcini surgelati (attenti alla provenienza, conviene scegliere sempre prodotti italiani), 1 spicchio d’aglio, 1 mazzetto di prezzemolo, 1 ciuffo di timo fresco, 1 confezione da mezzo chilo di lasagne, 100 gr di fontina, q.b. di parmigiano grattugiato, besciamella, sale, pepe nero, salsa worcester, brodo vegetale

Preparazione

In una padella molto calda fare saltare i funghi, freschi e surgelati, affettati finemente, con olio e aglio, condire con sale e pepe, aggiungere circa un cucchiaio di salsa worcester, le erbe aromatiche e portare a cottura. Preparare la besciamella, condita con una generosa grattata di noce moscata, e diluirla con il brodo per ottenere una salsa piuttosto liquida. Montare la lasagna alternando gli strati: iniziare con la salsa, poi la pasta, i funghi, il parmigiano e la fontina, continuare fino ad esaurire tutti gli ingredienti. Infornare a 200° fino a cottura. Per una ventina di minuti conviene coprire la teglia con un foglio di alluminio, dopo averlo eliminato spolverizzare con parmigiano e completare la cottura della lasagna.

Petto di pollo al sedano

Ingredienti

1 petto di pollo intero, 1 sedano bianco, 100 ml di latte di soia, 1 cucchiaio di senape, succo di un limone, q.b. di olio di girasole, 1 confezione di yogurt greco, q.b. di sale, pepe e olio evo, una manciata di semi di girasole

Preparazione

Far lessare il pollo in acqua bollente aromatizzata con sedano, carota, cipolla, un pezzetto di zenzero, 2 chiodi di garofano, sale e pepe nero in grani. Preparare la salsa montando con il minipimer il latte di soia e l’olio di girasole fino a raggiungere la consistenza di una maionese densa, aggiungere la senape e, a poco a poco, il succo di limone fino ad ottenere l’acidità desiderata, aggiustare di sale e pepe ed aggiungere lo yogurt. Tagliare a fette sottili il sedano, dopo averlo mondato dai filamenti e dalle foglie esterne. Sfilacciare il petto di pollo con le mani, aggiungerlo al sedano, mescolare bene e condire con olio evo, sale e pepe, sistemarlo in un piatto da portata e guarnirlo con semi di girasole tostati, servire con la salsa a parte.

Torta magica

Ingredienti

4 uova, 75 gr di farina, 50 gr di cacao amaro, 150 gr di zucchero mascobado, 125 gr di burro, 500 ml di latte, 1 cucchiaio d’acqua, 1 cucchiaio di succo di limone, 1 pizzico di sale, q.b. di cannella in polvere e zucchero a velo

Preparazione

Riscaldare il latte e far sciogliere il burro. Montare a neve non troppo ferma gli albumi con un pizzico di sale e il succo di limone. Montare i tuorli con lo zucchero, quando diventano spumosi, aggiungere l’acqua e il burro, la farina setacciata con il cacao, e la cannella, il latte tiepido a filo e in ultimo i bianchi montati. Mettere il composto in una teglia del tipo usa e getta a bordi alti rivestita di carta forno e  infornare a 160° per 75/ 80 minuti. Fare raffreddare la torta nella teglia, poi coprirla con pellicola trasparente e farla riposare in frigorifero per almeno due ore, tagliarla a cubetti e spolverizzarla di zucchero a velo.

Vino:

Nadir di Rapitalà




FRANCESCO PROVVIDENZA LASCIA IL CAMPO

E’ venuto a mancare, prematuramente, Francesco Provvidenza, il suo corpo ha ceduto, è arrivata la sua ora, spiace, ma la cessazione della vita è legge della biologia, rimane il ricordo della sua passione vitale, del suo stile di vita, ovvero l’espressione della sua anima, il solo segno che ci contraddistingue.

Il personaggio, noto a tutta la comunità perché molto esposto col suo notevole impegno sociale, seppe attirare l’attenzione collettiva. Con la sua azione di vita aveva coinvolto in qualche modo tutti, era riuscito a mobilitare l’emozione della comunità attorno alla condizione dei disabili. Grazie al suo tenace impegno su questo versante nessuno ha potuto fare finta di niente, in ciascuno ha generato riflessioni sul senso della vita umana e dell’organizzazione sociale capace di accogliere questa essenza.

Personalmente lo conobbi molti anni fa. Sua moglie, Concetta, svolgeva servizio come centralinista presso l’Ospedale Maggiore e Francesco veniva a prenderla a fine turno per condurla a casa. Arrivava qualche minuto prima e si fermava a parlare con tutti quelli che concludevano il turno, comunicava proprio con tutti, anche con quelli più schivi, aveva una capacità relazionale assai spiccata, un’audacia d’approccio segnata dalla libertà interiore. Del suo modo di rapportarsi qualcuno si sentiva invaso, ma tutti concordavano sulla notevole consapevolezza personale estesa in diversi versanti. Una consapevolezza che scaturiva da un’intelligenza attivata, vigile sul mondo e sulle dinamiche sociali.

Molte persone, anche parecchio istruite, al confronto della sua attiva lucidità risultano addormentate, passive, inerti, Provvidenza era l’opposto, a dispetto dell’erudizione, era consapevole perché interessato e vigile. Con questo atteggiamento ha abbracciato la causa dei soggetti disabili, partendo dal problema personale da cui era gravato, ma anziché lasciarsi travolgere dalla situazione di difficoltà seppe trasformarla in un punto di forza, la forza della realtà, la forza dell’evidenza e dell’immanenza, seppe imporla. Coinvolse altri genitori, si mise a capo della giusta rivendicazione di diritti, di opportunità e di dignità, seppe fare gruppo, seppe dare linfa e forza a chi era arreso ed ottenne il riconoscimento che la causa meritava.

Le sue caratteristiche personali gli hanno fatto affrontare la sua vita e la sua condizione familiare non facile con la grinta del leone affamato che non si arrende di fronte agli ostacoli prospettati dai cacciatori: pronto all’attacco, mai scoraggiato dalla paura. Consapevole di lottare per una giusta causa non si arrendeva, elaborava strategie, coinvolgeva gli altri, sapeva fare fronte e non smetteva di fronteggiare.

E’ stato un padre utile ai suoi figli e ai figli degli altri, ha saputo creare speranza da contrapporre alla disperazione, è riuscito a essere un esempio per tutti, di forza e di dignità, lascia un grande insegnamento.

Carmela Giannì




SPIRAGLI DI LUCE… MA IL BUIO È ANCORA FITTO

Grazie all’interessante e ben fatta mostra sugli antichi mestieri allestita presso la ex caserma dei Carabinieri in piazza Matteotti durante il periodo natalizio, è stato possibile vistare quel che resta dell’antico convento delle Carmelitane annesso alla chiesa del Carmine: uno straordinario cortile e dei locali ricchissimi di archi ogivali, volte, porte murate, camminamenti, basolati, tutti risalenti all’epoca medievale e testimoni di infiniti rivolgimenti storici. Bellissimo: sarebbe ottima cosa renderne fruibile in maniera continuativa la visita. Ovviamente senza la presenza della Benemerita!

In un biz, per dirla alla Catarella, la strada dell’ospedale è stata spianata e rimessa a posto: il dissesto provocato dall’improvvido impianto dei pini è stato sanato… ma come? Se, come probabile, si è intervenuti in maniera radicale eliminando le radici, prossimamente vedremo gli alberi in sofferenza. Forse l’abbattimento è stato solo rimandato: ci auguriamo di sbagliare la previsione.

Sembra che finalmente si stia provvedendo in maniera più seria al problema delle perdite d’acqua che riducono le strade a ruscelli da guadare. Gli interventi paiono coordinati e non più inutilmente puntiformi, ed anche più solleciti. L’acqua è preziosa, non possiamo sprecarla, oltretutto danneggiando vie e case. E’ preziosa anche perché la paghiamo salata, e paghiamo al suo prezzo anche l’aria che arriva a pressione dalle condutture e che fa comunque girare i contatori! Ufficio idrico: quando provvederete ad eliminare questo abuso?

P.P.




IPOCONDRIA

I guai delle ministre

La De Girolamo come la Cancellieri. Possibile che non riescano a capire che il tempo del potere spicciolo esercitato in barba al popolo bue, che china la groppa e paga le tasse, per gli interessi propri e per quelli degli amici porta-voti, è finito? Stanno attaccate alla poltrona come cozze allo scoglio e si sentono vittime di complotti… non si rendono conto che quanto sta loro succedendo non è altro che la conseguenza di un comportamento mentale distorto e corrotto, purtroppo atavicamente italico. Non a caso la ministra Idem, che è tedesca, si è dimessa per molto meno. E comunque, dalle donne al governo ci si aspettava un rinnovamento, un cambiamento dei modi della politica che sembra ancora al di là da venire. Opportunità sprecata. Peccato.

I referendum traditi

Il caso De Girolamo fa tornare alla mente che il suo dicastero altro non è che il Ministero per l’Agricoltura e le Foreste, abrogato con voto referendario nel 1993: gli hanno cambiato il nome ma la sostanza è sempre la stessa. Uguale sorte è toccata al Ministero per il Turismo e lo Spettacolo. Che dire del finanziamento ai partiti? Abrogato a furor di popolo, cacciato dalla porta è rientrato dalla finestra assai ben travestito e rimpolpato: è diventato rimborso per le spese elettorali, quali certamente sono lauree albanesi, diamanti, mutande verdi newyorkesi, lecca-lecca e gratta-e-vinci. La mancata privatizzazione dell’acqua resiste dal 2011, ancorché sgretolata e continuamente sotto attacco. Vista la palese presa in giro, la gente non va più a votare e il quorum non viene raggiunto. Se i referendum fossero propositivi, come in Svizzera, le cose cambierebbero.

I gas di Assad

Ci risiamo. Come se l’Italia non avesse abbastanza grattacapi interni, se ne va a cercare altri all’estero. La Siria che, con Israele, Egitto, Angola, Somalia, Corea del Nord e Myanmar – ma che bella combriccola! -, non aderisce al Protocollo di Ginevra per la messa al bando delle armi chimiche, si è convinta a dismettere il proprio arsenale criminalmente usato contro il suo stesso popolo. Subito l’Italia si è offerta di partecipare all’operazione di smaltimento di queste porcherie assieme a mezza Europa, che prima fornisce la roba e poi si lava la coscienza eliminandola. Sarà un caso fortuito, ma i container verranno sbarcati a Gioia Tauro, porto in mano alle peggio ‘ndrine calabresi ma attrezzatissimo tecnicamente, dove peraltro, all’insaputa dei residenti, è prassi consolidata il transito e lo stazionamento di materiali pericolosi; successivamente i rifiuti tossici, caricati e trattati su una nave americana specificamente attrezzata per questo tipo di operazioni, verranno scaricati in mare. Quale mare? Ma il Mediterraneo, ovviamente! E dove, precisamente? In acque internazionali, tra Lampedusa e il sud-est della Sicilia. A parte il casino dei sindaci calabresi che protestano e minacciano sfracelli, un risvolto positivo della faccenda potrebbe esserci: nutriti a carne umana additivata da saporosi elementi chimici, i pesci del Canale di Sicilia diventeranno mutanti ipertrofici. Non sarà più necessario per i pescatori di Mazara del Vallo rischiare fucilate e sequestri tunisini: pescheranno sottocasa tonni da una tonnellata, e sarde, spigole, orate, scorfani e triglie da un quintale. Risolta la crisi della pesca e… buon appetito!

I marò

Il caso dei due fucilieri italiani tenuti in scacco dall’India da più di due anni è emblematico della incapacità imbecille di un popolo che era di santi, navigatori e compagnia bella. La sequela di errori commessi è impressionante, dall’assurdo approdo con sbarco dei marò in Kerala quando il fatto era avvenuto in acque internazionali, fino all’incredibile accusa di pirateria e terrorismo a chi, per la pagnotta, accetta di difendere i nostri mercantili dagli attacchi dei pirati che pullulano nell’Oceano Indiano. Se in India hanno problemi con Sonia Ghandi, vedova torinese del figlio di Indira, se hanno traffici in odore di corruttela per gli elicotteri di Finmeccanica, sono fatti loro: noi non dovevamo, e non possiamo adesso, consentire che queste beghe facciano rischiare addirittura la pelle a questi due poveri padri di famiglia. Pare che finalmente il nostro paese stia cercando l’appoggio della comunità europea e che stia studiando delle ritorsioni commerciali contro l’India che, a quanto pare, ha una magistratura più lenta e causidica della nostra. Il che è tutto dire: i 17 superstiti dal naufragio di Lampedusa stanno ancora lì in attesa del giudice che deve interrogarli come testimoni. Che sia un magistrato grillino e ci stia andando a nuoto?

Lavinia dnp

 




EMERGENZA SPAZZATURA, FRA TORNACONTI E MANCANZA DI RENDICONTI

La formazione di un cittadino informato potrebbe risolvere i problemi della società, ma purtroppo un cittadino sapiente è scomodo per i furbi che parassitizzano tutta l’Italia, in tutti gli ambienti in cui il danaro è l’elemento vitale.

Il bambino, in età scolare, dovrebbe cominciare a conoscere la vita dei grandi, nelle espressioni di civiltà esemplare e indiscutibile. Dovrebbe conoscere i suoi doveri, prima dei suoi diritti, dovrebbe condividere i principi di convivenza generica e di convivenza di gruppo, dovrebbe rassegnarsi a essere attore in tutte le sue necessità, senza sperare che gli altri offrano il loro contributo per un dovere preteso, più che desiderato.

La formazione del cittadino più colto e più pratico potrebbe contribuire alla formazione di una nuova società capace di essere degna del proprio tempo. La mancanza di una formazione solida potrebbe perpetuare la condizione degradata della società, di questo periodo storico, chiamata da molti moderna, ma che fa rivivere il periodo delle scorribande dei pirati.

La scuola dovrebbe aggiornarsi continuamente e non presentare la cultura del trentennio precedente.

I mali della collettività moderna, costretta a vivere in città vecchie, non adatte all’evoluzione continua, sono molteplici e spesso irrisolvibili, anche per il dilagare, non soltanto delle speculazioni dei furbi, ma  anche di quelle della politica di casta.

Gli italiani sono molti e molto male educati.

Fra i mali di questa società oggi emerge quella della raccolta e riciclaggio dei residui solidi urbani e quella della depurazione delle acque di fogna.

Tutti i cittadini sono vittime e schiavi di una mancata professionalità in tutti i settori operativi, intendendo per professionalità sia il patrimonio culturale, sia la saggezza, sia la capacità di scelta fra almeno due soluzioni dei problemi. Ma spesso l’incompetenza e la sottovalutazione delle cose, crea altri problemi, in cumulo tale che non è facile dipanare la matassa. Se si fosse capaci di escogitare soluzioni alternative più articolate, allora potremmo essere certi che la professionalità di settore sarebbe stata raggiunta. Ma per questo sarebbe necessaria la ricerca, la genialità, i lavori di gruppo, una riscoperta della proprietà intellettuale e delle professionalità specifiche.

Peccato che la proprietà intellettuale sia sottovalutata, sconosciuta, rubata o messa a tacere per invidia, o perché scomoda alla mediocrità delle masse, ed anche perché spesso non si vende agli affarismi incivili.

Nel 1983 la Regione Campania ha pubblicato gli atti del Simposio Internazionale tenuto a Napoli, 11-14 ottobre 1983, relativo al “Recupero biologico ed utilizzazione agricola dei rifiuti urbani”. La partecipazione di molti studiosi provenienti da tutto il mondo ha consentito la presentazione delle soluzioni del problema e le tecnologie relative, di cui si elencano le possibili destinazioni finali dei materiali, con le relative tecniche di trattamento ed utilizzazione:

“- recupero e riuso diretto di oggetti, così come sono, quali in particolare le bottiglie di vetro;

– recupero diretto, mediante raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, di materiali facilmente riciclabili nei rispettivi cicli produttivi: carta e vetro, ad esempio;

– selezione e recupero, in impianti di riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, di alcuni materiali quali vetro, pasta per carta, plastica, ferro, metalli non ferrosi, con accurata separazione della frazione organica (che può essere sottoposta a trattamento di compostaggio o a digestione anaerobica) e l’ottenimento di un residuo combustibile da cui è possibile recuperare energia;

– compostaggio della frazione organica, separata dai rifiuti solidi e ben depurata, in modo da poter ottenere un compost utilizzabile per concimare i terreni e migliorarne la struttura;

– digestione anaerobica di rifiuti solidi organici di origine urbana agricola, mescolati con fanghi di depurazione, liquami urbani o zootecnici e/o deiezioni animali, con produzione di biogas, di fertilizzanti e/o mangimi; di fondamentale importanza è la accurata depurazione della carica al digestore;

– utilizzo di sottoprodotti o residui agricoli nella zootecnica, come lettiera o (con eventuale pretrattamento  chimico di fermentazione aerobica) come mangime;

–  utilizzo di sottoprodotti o residui agricoli come materia prima nell’industria, ad esempio paglia di frumento nell’industria cartaria;

– utilizzo dei residui zootecnici nell’agricoltura per spandimento in campo, a scopo fertilizzante;

– interramento di sottoprodotti e residui agricoli;

– bruciamento in campo dei residui agricoli;   

– recupero energetico di rifiuti di origine urbana, agricola o industriale, mediante combustione in impianti di incenerimento con produzione di calore e/o elettricità e di eventuali ceneri fertilizzanti;

– recupero energetico di rifiuti urbani o agricoli mediante co-combustione – nelle caldaie di una centrale termoelettrica o in un forno industriale – di una miscela costituita da un combustibile principale (ad esempio carbone) e un combustibile ricavato dai rifiuti attraverso trattamenti meccanici e disidratanti;

– recupero energetico, mediante digestione aerobica, di rifiuti vegetali e di letame e/o liquame con produzione di calore e di fertilizzanti;

– produzione di combustibili liquidi e gassosi mediante un processo di pirolisi, a cui vengono sottoposti materiali organici;

– carbonizzazione con produzione di carbone vegetale e catrame, processo intermedio per l’ottenimento di gas di gasogeno;

– gasificazione con produzione di gas povero e ceneri fertilizzanti;

– produzione di metanolo, ottenuto mediante un processo di sintesi dal gas di gasificazione;

– produzione per via fermentativa di etanolo per autotrazione e di composti chimici intermedi.”

Queste sopraelencate le proposte dei docenti universitari e dei ricercatori che hanno partecipato  al Simposio Internazionale di Napoli del 1983. Sono proposte generiche che, per essere attuate, sarebbero utili quei personaggi che oggi si chiamano ottimizzatori, per creare una filiera produttiva compatibile con gli interessi di tutti e non dei soliti furbacchioni.

Sono passati ben trent’anni e si è rimasti fermi a una sola di queste soluzioni: il compostaggio, senza che ci sia stata un’innovazione scientifica o una soluzione alternativa più conveniente dal punto di vista economico o di bonifica ambientale.

Quando nel 1985 mi è stato regalato il volume degli atti del Simposio, ho fatto notare a uno dei relatori, docente dell’Università di Portici, che si era trascurata la fisiologia radicale o per lo meno i “desiderata delle piante”, nelle caratteristiche e nelle destinazioni dei prodotti ottenuti, come per esempio i compost e le ceneri.

Ho fatto notare che il compost proveniente dalla struttura di compostaggio, sperimentale, impiantata in territorio di Scicli, non era gradito alle radici delle piante coltivate, era una sostanza esausta, criticando anche la scelta del termine inglese per un prodotto diverso dal concetto originario inglese. Infatti, secondo il vocabolario inglese – italiano di Malcolm Skey per “compost” si intende: la “miscela fertilizzante, composta di materie vegetali in decomposizione”, mentre il  compost realizzato era una sostanza decomposta, esausta, stabilizzata, mineralizzata e priva di carbonio digeribile.

Ho fatto notare che per concime organico, rispettando e ricordando la sapienza dei nostri vecchi agricoltori, si deve intendere una mistura di lettiera, deiezioni ricche di fermenti intestinali con paglie indecomposte o materiali organici ricchi di carbonio digeribile, da servire ad una alimentazione alternativa ai conviventi radicali, costretti ad un parassitismo radicale per necessità alimentari. Ho citato i nostri vecchi agricoltori, perché solevano incorporare, nel mese di agosto, le paglie delle fave nella fase di rivoltamento del letame, avendo scoperto la migliore efficacia del letame. Inoltre ho comunicato che a Modica, dal 1984, erano già in commercio dei prodotti fertilizzanti ottenuti col riciclaggio di sangue, prelevato nei macelli dei polli e in quelli comunali, di residui di fungaia sia di funghi pleurotus che di funghi prataioli, di fanghi di depurazione secchi, di pollino fresco e di penne di polli. Il prelevamento di queste materie prime secondarie, ad eccezione dei residui di fungaia di prataioli, avveniva a costo zero, mentre oggi si paga per smaltire questi prodotti. La filiera di produzione presentava dei fertilizzanti liquidi ultrafiltrati per fertirrigazione e dei prodotti in polvere per le concimazioni di fondo. Tutti i prodotti avevano un formulato con le percentuali di sostanze minerali e organiche ed erano rispondenti alle colture intensive. Non ho ancora trovato una confezione di compost prodotto dagli impianti di compostaggio con una scheda tecnica e con tutti i requisiti chiesti dal consumatore per conto delle sue piante.

La mia attività avrebbe potuto continuare su questa linea, con continue innovazioni e con espansione territoriale, ma ciò non è avvenuto. Gli altri sono rimasti alla sola linea dei compost, come indicato nel 1983, per favorire le imprese costruttrici di impianti di alta tecnologia, per produrre, poi, dei materiali non vendibili nei settori di agricoltura  moderna, dove il dinamismo e le innovazioni debbono essere presenti. Non bisogna dimenticare che un impianto di compostaggio produce anidride carbonica quanto un’industria termica e deve fare i conti con l’effetto serra.

Oggi la composizione dei resti organici delle famiglie è molto cambiata, perché la presentazione commerciale è diversa: le insalate sono presentate già pronte all’uso e così molte verdure. I resti della tavola, sono un’offesa alla povertà, si mangia più come animali in batteria che come esemplari umani degli anni 2000. A ciò si aggiunge la poca sensibilità nell’esecuzione della raccolta differenziata, anche perché si è assistito alla buona soluzione di differenziare in pubblico e fare la grande ammucchiata nel privato. Inoltre nessuno degli amministratori ha presentato un bilancio chiaro dei vantaggi economici per il cittadino che deve sacrificarsi, con grande sofferenza, a selezionare i vari rifiuti.

Mi auguro che la differenziata si perfezioni rispettando le necessità di filiera produttiva, per la creazione di recuperi organici da assegnare e restituire al territorio, per nutrire tutte le biomasse terricole. Quando si parla di risanamento territoriale, bisogna conoscere le catene biologiche e le loro esigenze trofiche di carbonio digeribile entrando in concorrenza con le biomasse privilegiate che vivono negli impianti di compostaggio. I residui organici delle città, dai resti della tavola ai prodotti di scerbatura e potatura e tutti gli scarti produttivi dell’agricoltura debbono essere restituiti, sotto forma di una miscela nutritiva programmata, al territorio per rilanciare la forestazione e riportare gli incolti a rivestirsi della nostra macchia mediterranea. Non è escluso che i prodotti vendibili possano ridurre i costi.

Se le finalità fossero inserite nella programmazione e nei costi del riciclaggio, in forma trasparente, assieme a tutti i costi dell’impresa incaricata, con rendicontazione pubblica, potremmo essere certi dell’entusiasmo collettivo e della collaborazione  del comune cittadino.

Resta alle amministrazioni fare delle scelte più sagge.

Abel