Sulla situazione del traffico veicolare nel centro urbano, da quando è stato chiuso alla percorrenza il ponte Guerrieri è stato detto di tutto e di più. C’è chi ha criticato l’Amministrazione perché ha autorizzato la chiusura totale del ponte sostenendo che avrebbe dovuto imporre la chiusura alternata delle corsie; c’è chi si è lamentato del piano di traffico concepito sul senso unico di marcia che in una realtà strutturale come Modica è il solo modo possibile per fare scorrere il flusso aumentato dalla contingenza; c’è chi ha taciuto ufficialmente ma borbottato tra sé per i chilometri in più a cui doveva sottoporsi; c’è chi ha lottato per ripristinare il doppio senso di circolazione ed infine lo ha ottenuto.
C’è poi chi si lamenta in continuazione, ma si considera assolutamente estraneo al coinvolgimento personale, come se la mole di traffico non fosse la somma di singole unità, come se le lunghe file che si determinano non fossero l’esito di tanti fattori da cui non vanno esclusi i comportamenti di guida individuale.
Insomma tutti bravi a guardare la situazione dalla luna, criticandola dall’alto, senza pensare che un briciolo di responsabilità tocca a ciascun elemento di quell’insieme che chiamiamo comunità.
Diciamo che ciascuno ha guardato e giudicato la situazione di disagio a partire dal disagio proprio, e contro questo si è scagliato senza scomodare la razionalità e il buonsenso.
Una parte di cittadini, quella più toccata economicamente, si è battuta per cambiare il piano del senso unico, poi basta, a parte il bofonchiare, tutto procede sotto il segno dell’ineluttabilità.
Attualmente la tensione è minore perché il periodo di ferie ha consentito a molti di allontanarsi dal caos rifugiandosi nelle residenze estive. Fra qualche giorno la pentola ricomincerà ad entrare in pressione e ricomincerà la tensione, il borbottio e, diciamocelo pure, la sofferenza vera per tutti.
Ovviamente ci auguriamo che i lavori di manutenzione sul ponte vengano ultimati nei tempi previsti e che la circolazione possa riprendere l’andamento di prima della chiusura. Speriamo che ciò avvenga in tempo utile alla riapertura delle scuole, altrimenti sarà disperazione e disastro che si ripercuoterà sulla salute, sul lavoro, sulla serenità delle famiglie, oltre che sulle tasche di tutti, perché, diciamocelo, sia che si allunghi il percorso col senso unico, sia che si proceda in fila per ore trattenendo a marce basse il mezzo, il consumo di carburante è decisamente superiore al consueto, per non parlare dell’inquinamento che da ciò deriva.
Ci vogliamo anche augurare che nel frattempo Amministrazione e Comando dei vigili urbani stiano pensando al governo della situazione, perché il nodo debole della questione è nel governo. Intendo dire che, poiché la struttura è immodificabile, il volume di traffico incomprimibile, non c’è dubbio che l’intervento deve essere effettuato tramite il governo vigilando sullo scorrimento ed intervenendo dove si creano imbuti e confusioni di dislocazione sulle corsie direzionali. Su questo aspetto si può agire ed ottenere risultati proficui.
Nella situazione data, ascoltando borbottii e osservando comportamenti, alcune considerazioni nascono spontanee: perché la fila si crea prevalentemente al Corso Umberto e nella Via S. Cuore? E’ solo un caso che entrambe le arterie siano ricche di negozi con vetrine che si affacciano allo sguardo del guidatore?
Perché l’automobilista modicano ha così tanta resistenza a disporsi in doppia fila, dove ciò è possibile ed indicato dalla segnaletica, in modo da non intralciare e rallentare il flusso?
Perché in Via Nazionale la fila si crea solo nel verso che introduce al centro mentre si circola con relativa facilità nel senso che conduce all’uscita dal centro? E’ solo disparità di flusso numerico dei veicoli?
Perché si è pensato ad un piano del traffico per affrontare l’emergenza ricorrendo anche all’utilizzo di personale aggiunto per fornire informazioni e non si è pensato affatto ad una vigilanza più pressante verso le trasgressioni stupide di chi non sa guidare, ma soprattutto non pensa a rispettare il prossimo per una migliore percorrenza e convivenza civile?
Dico ciò perché sono convinta che noi automobilisti modicani abbiamo impresso nel DNA il culto del corteo e non sappiamo smetterlo, neanche in situazioni di emergenza, come se ciascuno non fosse elemento influenzante il sistema, come se il sistema fosse esterno a noi.
Possibile che l’immaturità individuale possa essere tollerata senza che nessuna autorità tenti l’obiettivo di arginarla? Possibile che si risponda alle pressioni degli interessi economici, per carità, spesso giuste, ma non si tenti di intervenire anche sull’aspetto dei comportamenti?
Se a ogni automobilista che effettua la passeggiata seduto in macchina con telefonino all’orecchio venissero tolti punti della patente, se altrettanto accadesse a chi non rispetta la disposizione in doppia fila dove ciò indicato, se ogni fischio del vigile urbano fosse avviso di intervento sanzionatorio, io penso che qualche esagerazione di costume potrebbe essere corretta.
Insomma, più che di volontari capaci solo di dare informazioni in questa fase, i vigili avrebbero avuto bisogno di sostegno di unità per potere intervenire e sanzionare i comportamenti scorretti.
Certo, il corpo dei vigili urbani avrebbe dovuto ricevere disposizioni precise dal comando che autorizzassero la sanzione di coloro che, in presenza di una realtà rivoluzionata per causa di forza maggiore, hanno creduto di non dover modificare le proprie abitudini; certo, ci sarebbe voluta una volontà politica disposta a sostenere ciò, determinata dalla volontà di non tollerare la mollezza delle fermate in punti nevralgici, della sosta in zone di strettoia quali quelle della piazza dove gravita la fontana.
Ci sarebbe voluta la volontà politica di scoraggiare gli atteggiamenti egocentrici di coloro che si comportano come se fossero loro soltanto al centro del mondo senza considerare che il centro stavolta era l’emergenza da fronteggiare col concorso di tutti attraverso comportamenti virtuosi e responsabili, altro che diritto di protestare!
Insomma il piano del traffico non è solamente lo studio dei flussi, è anche quello, ma è anche strategia pensata in termini globali, considerando e includendo i comportamenti umani. Ogni strategia comunque va governata con gli strumenti tecnici, cioè con la piena mobilitazione dei vigili urbani, infine condivisa con chi il traffico lo determina, informando prima e vigilando dopo, in modo che ogni disposizione venga osservata rigorosamente.
Si osserverà inoltre che alcuni automobilisti intralciano perché proprio non sanno guidare, ma quale occasione migliore per sentirsi spinti a imparare o a mettersi da parte? Ciò potrebbe succedere se i vigili urbani procedessero puntualmente sanzionando anche le incertezze di guida, anche le leggerezze dei rallentamenti immotivati, delle manovre intralcianti.
Carmela Giannì