venerdì, 24 Marzo 2023

SERENO VARIABILE

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Fino all’anno passato, in occasione delle feste di fine anno, mandavo agli amici auguri di prosperità, salute e serenità. Dovrò necessariamente cambiare formula: passi per la salute e la prosperità, ma augurare di star sereni oramai equivale ad una gufata pazzesca.

Le potenti pulsioni autodistruttive che caratterizzano il popolo italiano hanno ridotto il più bel paese del mondo in una condizione di tale degrado, fisico e morale, che ci sarebbe da augurarsi l’avvento di alieni sapienti e saggi, tipo ET, che decidessero di  mettere le cose a posto. Meglio gli extraterrestri, perché gli umani in generale non sono granché: con l’Europa diventata uno spocchioso nano politico ed economico, gli Stati Uniti in declino, l’Africa squassata da orrende lotte etniche pseudo-religiose condite dal dilagare dell’ebola, il Sud America sempre in bilico tra bancarotte, dittature e narcotraffico, il dominio sul mondo per ora se lo giocano i cinesi (tanti), il ginnico ed infido ex-capo del KGB e i tagliagole del Califfato di Baghdad. Bel Trio Monnezza!

In questi tristi frangenti, tra periferie in rivolta, allagamenti, trombe d’aria e lanci di uova contro politici eternamente in passerella, ma ghiotti di crêpes, prendiamoci qualche minuto di relax guardando la pubblicità in TV.

La serenità regna nel paese del MulinoBianco, in un idillio di buoni sentimenti e di ambienti campestri d’antan. Lì si aggira un divo spagnolo – già fascinoso Zorro duellante con la magnifica Catherine Zeta-Jones – impastando biscotti, infornando merendine e consolando nel mentre la gallina Rosita in balìa di pene d’amore. Mah, contento lui…

L’eroe che ballava coi lupi, dopo aver camminato anni fa con comode scarpe da anziano commendatore per verdi valli, è tornato tra noi, tragicamente imbolsito ed espressivo come il tonno sott’olio di cui si scofona per contratto.

Ma chi veramente merita tutto il nostro affetto è il povero George. Per anni ha tentato di divertirsi un po’ cercando di imbucarsi invano alle feste – no Martini, no party -, poi se l’è dovuta vedere con John Malkovich, inquietante e dispettoso san Pietro avido di nescaffè. Chissà perché poi l’equazione caffè=paradiso è diventata un dogma della pubblicità, al quale solo una marca che si affidava a Renzo Arbore come testimonial oppose un sapido inferno popolato di ammiccanti dannate. Il novello Sposo di Venezia, da vero gentiluomo qual è, continua ad essere perseguitato da graziose fanciulle, vere streghe, che comunque riescono a rovinargli il piacere dell’ultimo caffè per il quale, il grullo, si è fatto fregare financo le scarpe, certamente firmatissime e realmente made in Italy! Quando si dice la sfiga…

Le donne dive reggono meglio, almeno in pubblicità, agli attacchi del tempo e dei creativi: sempre belle, lisce e levigate, sia che guidino auto tedesche o che passeggino per brughiere scozzesi e, passando per Parigi, arrivino a Firenze: un omaggio a Renzi?

Gli adulti se la passano maluccio negli spots: i prodotti che pubblicizzano fanno loro assumere comportamenti decisamente idioti, vuoi sgranocchiando insipide gallette di riso o scorrazzando ululanti in auto giapponesi con gli amici. Si resta senza parole davanti a quel gruppo di musicanti che per qualche oscuro motivo stanno in mezzo al mare su una zatterona, anche col pianoforte! E i bambini? Odiosamente saccenti e occhialuti, indossano caschi e cinture di sicurezza anche sul passeggino mostrando prudenza e vivacità da casa di riposo. Bambini vecchi, pronti per il montascale, la vasca da bagno con lo sportello, il letto elettro-articolato, l’adesivo per dentiere e il pannolone. Poveri piccoli, passano dall’infanzia dorata tuttaChicco alla terza età servoassistita, saltando a piè pari l’età dell’affermazione delle proprie capacità intellettuali e lavorative e, dunque, anche di guadagno. Viene da pensare che senza risparmi, senza TFR e senza pensione, i piccini si troveranno a campare sotto i ponti in rifugi di cartone ondulato: chi pagherà i costosi comforts che la pubblicità cinicamente ha loro destinato?

Guardare la réclame in TV non è poi così rilassante come si poteva sperare, non sono più i tempi di Carosello anni ’60, la crisi ci annichila. Tra le fiatate congelanti dei consumatori di mentine e l’assalto di decine di auricolari allo smartphone, povero simil-ovocita aggredito da simil-spermatozoi, non resta che buttarsi sul pecoreccio assoluto immaginando l’incontro all’interno di uno stitico con le tonsille infiammate tra due supereroi super effervescenti: ZerinolGola vs. EvaQ: una bomba!

Lavinia Paola de Naro Papa

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