martedì, 28 Marzo 2023

LA GRANDE GUERRA NEGLI IBLEI IN UNA MOSTRA DELLA FONDAZIONE GRIMALDI

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Nel centenario della guerra (1915/18) la “Fondazione Grimaldi” in sinergia con il “Museo della memoria” e con il Liceo “Gallilei/Campailla”, ha realizzato una grande mostra documentaria. Grande nel senso di vasta e ricca, ma anche grande per l’obiettivo didattico che si prefigge.

La mostra, utile sottolinearlo, è organizzata con un metodo illustrativo assai efficace: innanzitutto un preambolo, esposto sulle pareti della scala del palazzo che, che tramite istogrammi, illustra le cifre (morti, feriti, mutilati, vittime civili, decorati, assistiti).

A distanza di un secolo i testimoni sono praticamente scomparsi, quindi introdurre tramite i numeri l’entità del fenomeno è indispensabile per attivare la giusta attenzione sul disastro, specialmente in un’epoca in cui di guerre sparse nel mondo ce ne sono parecchie che, come sempre, causano sofferenze umane indicibili.

La mostra, che occupa le varie sale del palazzo, raccoglie ed espone immagini, documenti e reperti, e vi aggiunge una sezione frutto della creatività: una reinterpretazione della guerra vista con gli occhi dei ragazzi del Liceo, che, tramite il loro genio creativo forniscono immagini frutto di rielaborazione della documentazione sui fatti. Voglio subito precisare che questa sezione apparentemente altra rispetto alla poderosa documentazione esposta è di grandissima rilevanza perché costituisce una dimostrazione visiva di come la psiche umana, elaborando, è capace di trasformare in maniera visionaria emozioni e traumi.

La prima sezione è dedicata al “Lutto”. Dà conto e rende omaggio ai 790 modicani caduti al fronte. Espone le foto di molti eroi, alcuni dei quali decorati (590 decorati al valore militare, 2 medaglie d’oro, 200 medaglie d’argento, oltre 500 medaglie di bronzo, e tante croci militari). Ne emerge un racconto di eroismo per tanti motivi ai quali è sottintesa l’unità nazionale.

La seconda sezione “Al fronte” illustra la guerra di trincea, ovvero il macello umano, l’umiliazione dell’individuo tramite privazioni e sofferenze. Evidenzia quindi anche la disillusione rispetto alla motivazione ideale dell’unità della patria. Mostra insomma come la guerra non è solo eroismo ma anche prigionia, sconfitta, diserzione, fuga.

Un’altra sezione è dedicata al “Fronte interno”, cioè la vita nei paesi privati dai giovani maschi, una realtà costituita da donne e vecchi. Questa sezione documenta l’attività delle amministrazioni locali per aiutare i soldati al fronte. Mostra come l’attività dell’ente locale venga completamente stravolta, assorbita totalmente dalla guerra, tutta impegnata a deliberare i sussidi alle vedove, gli aiuti per gli orfani, le indennità di disoccupazione per chi non ha reddito da lavoro a causa del conflitto. E non secondaria l’attività diretta ai soldati tramite pacchi contenenti viveri, indumenti che le donne s’industriavano a confezionare per alleviare le sofferenze dei loro congiunti al fronte. A fianco dell’ente amministrativo l’attività della croce Rossa che si attiva per spedire cibo, pane, formaggio, sigarette e tutto quanto d’indispensabile per la resistenza sul fronte.

Una sezione è dedicata alle “Scritture”: diari di guerra, lettere, cartoline, giornali, testi letterari, autobiografie. Comunicano tutti gli uomini al fronte, tutti, anche gli analfabeti, scrivono tramite altri a cui dettano i loro pensieri, comunicano il loro stato, chiedono notizie dei parenti a cui sono stati strappati dall’evento, richiedono aiuti per potere resistere. Comunicano per bisogno e per esorcizzare paure e solitudine, per combattere la nostalgia, per sentire il calore degli affetti con cui consolarsi nella tragedia che si trovano a vivere.

Inutile ricordare che quasi la totalità dei giovani si trovava lontano dalla famiglia per la prima volta, lontano dal luogo natio senza una ragione personale, ma scaraventata dall’evento.

Questa sezione, lirica e sentimentale, mostra non solo la ferita degli affetti, la lacerazione dei legami, lo smembramento delle famiglie, ma anche lo stato di funzionamento sei servizi postali dell’epoca, che, a dire il vero, fanno un po’ invidia se guardiamo il servizio postale attuale: le cartoline arrivavano in 2 giorni. Un miliardo di pezzi postali, stampati in franchigia e recapitati dal fronte alle famiglie. Insomma dalla documentazione esposta emerge il livello di civiltà del popolo.

La sezione dedicata alla “Memoria” (monumenti ai caduti, pubblicazione dell’albo d’oro con tutti i nomi dei caduti e la causa di morte).

Monumenti che ogni città e ogni paesino ha fatto edificare per rendere onore ai martiri e per elaborare il lutto tramite un simbolo d’onore che risarcisce la perdita. Monumenti che si trovano nel cuore di ogni città e rappresentano un punto di riferimento, c’incontriamo al monumento, oggi è un luogo, ieri un Altare. Non dimentichiamolo!

Modica non ha solo il suo monumento di piazza al milite ignoto, altro Altare è il Liceo Classico, la trabeazione di ogni aula è dedicata ad un concittadino ingoiato dalla tragedia.

L’evento guerra è presente in pitture, sculture, nelle tombe in necrologi, insomma se abbiamo occhi per vedere, se il sonno della ragione non ci ha bloccato le facoltà intellettive, i segni sparsi sono innumerevoli, costituiscono il segno di un evento su cui i politici del dopoguerra, testimoni della tragedia, hanno scritto la Costituzione inserendovi il ripudio della guerra.

Ricordare per onorare, per imparare, per riflettere ed impostare il nostro agire e il nostro esistere, per pensare al domani, per fare partecipi i giovani di una storia familiare che l’altro ieri ci ha invasi e travolti come un terremoto, come un’alluvione, come una valanga inaspettata, anche se, per i consapevoli prevedibile, era infatti scritta nella politica e nel potere.

La qualità della mostra è dovuta a un motore turbo che l’ha pilotata: la professionalità e il metodo scientifico del prof. Uccio Barone, ovviamente in sinergia con tanti altri anonimi operatori che attorno a questa realizzazione hanno faticato.

E’ un’eccellente occasione per documentarsi, l’esposizione continua per tutto il mese prossimo e un po’ di tempo nel periodo natalizio ciascuno potrà ritagliarselo, visitarla vale davvero la pena.

Carmela Giannì

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