martedì, 3 Ottobre 2023

L’ALTRO NATALE

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A Natale il mondo occidentale è invaso da un’atmosfera particolare che spinge la gente a concentrare la propria attenzione solo su questa festa. Radio e tv vanno a riesumare i Jingle bells e gli White Christmas di Frank Sinatra e Bing Crosby, tutti i canali televisivi trasmettono film sciropposi su Babbi Natale, bambini buoni, persone che sembrano cattive ma poi si rivelano buone, paesaggi innevati di neve candida che resta candida qualunque cosa accada, insomma quello che vedete e ascoltate tutti appena prendete in mano il vostro telecomando. Che i negozi e le strade dello shopping si addobbino a festa fin dai primi di dicembre e qualche volta persino da metà novembre è comprensibile, visto che i commercianti puntano su questo periodo in quanto il più proficuo per la loro attività, pertanto cercano di allungarlo il più possibile, ma che persino i media riducano lo spazio per tutte le altre notizie per dare risalto alla celebrazione del Natale lascia perplessi. Eppure, a ben rifletterci, ci rendiamo conto che in questo periodo la gente, la maggioranza della gente, vuole affondare in un’illusione di serenità per anestetizzare le preoccupazioni, i problemi, le angosce. Ne ha bisogno e i media gliela devono dare, perché anche i media, come i commercianti, devono vendere il loro prodotto.

Il nostro giornale, come ormai ben sapete, non ha finalità commerciali, quindi quest’anno, senza esigenze di audience, vuole volgere lo sguardo all’altro Natale, quello che non scintilla di luci, che non dispensa regali, che non s’illumina di serenità. Forse perderemo qualche lettore, ma quelli che ci conoscono davvero, che ci capiscono, e che per questo ci seguono da tanti anni, saranno dalla nostra parte.

Non è a quello che viene definito il Natale degli ultimi che noi pensiamo, perché di questo se ne parla, se ne parla perché si raccontano le mense organizzate dalla Caritas e dai gruppi di volontari sparsi in tutto il paese per far sentire tutti noi più buoni, visto che ci occupiamo di coloro cui non pensa nessuno, visto che dispensiamo cibo e gioia. E la gioia in questi giorni è obbligatoria.

No, noi vogliamo parlare del Natale senza gioia.

Ci sono persone che vorrebbero che queste feste non arrivassero mai.

Ci sono le persone sole, non indigenti, non malate, perché in tal caso qualcuno che gli organizzerebbe un pranzo o una visita di Babbo Natale ci sarebbe. No, pensiamo alle persone semplicemente e veramente sole, senza parenti e senza amici, quelle che passeranno il Natale come tutti gli altri giorni, senza alcuna voglia di cucinarsi un pasto diverso, senza alcuna voglia di addobbare un albero di palline colorate per guardarselo da sole, senza alcuna voglia di uscire per doversi stampare sul viso un sorriso che non viene da dentro, senza alcuna voglia di accendere il televisore e, su ogni canale, dover assistere alle feste degli altri.

Ci sono le persone che in passato hanno vissuto tanti Natale di sogno, proprio quelli dei film, pieni di calore, d’amore, di risate, ma ora chi quel calore, quell’amore, quelle risate gliele ha regalate per una volta o per mille volte non c’è più e quell’assenza, quel vuoto, non potranno essere né colmati, né sostituiti, né addolciti da una canzone.

Ci sono le persone che stanno vivendo il Natale accanto a qualcuno che sanno non potrà vedere il prossimo e vivono l’angoscia dell’altro e forse ancor più la propria con uno strazio ingigantito proprio da quei suoni, da quei colori, da quella gioia da cui si trovano accerchiati.

E’ a queste persone che va oggi il nostro pensiero. Non è, non può essere, un pensiero di speranza o di augurio. E’ un pensiero di comprensione e condivisione. Coraggio, amici, anche queste feste, per fortuna, passeranno!

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