versi di versi per versi e detti male detti (di Sascia Coron)

Dopo la sconfitta di Renzi
speravamo in meditati silenzi.
Invece, sono aumentate le bordate
di arcane e incontrollabili cazzate.
Dove andremo a parare
se stiamo ancora a riparare
un orifizio slargato
e del tutto lacerato?
Con la rete bucata
la pesca è rovinata.
Passa il tempo perché s’aspetta
che la Consulta del cul faccia trombetta.
Il Quirinale è una ex reggia
dove aleggia la scoreggia.
L’Italia si è rimessa in moto.
In monopattino.
Una crisi di Governo
cominciata in pieno inverno
non congela le cazzate
prima fatte e poi lasciate.
Le missioni in politica, prima o poi, finiscono con le dimissioni.
I politicanti e i politiballi continuano.
Il Governo ha teste d’uova
che il suo popolo si cova,
ma ne nascono pulcini
per lo più molto cretini.
A Roma si muore per amore,
per furto o per rancore.
A Roma si muore di bellezza
o di effluvi di sacchi di monnezza.
A Roma si vive di ricordi
girando sperduti nei raccordi.