1

La Modica di Enzo Belluardo




IL TEMPO DELL’ODIO

Chi occupa un posto di comando, non importa se ottenuto con la forza o per acclamazione popolare, prima o poi è destinato a diventare oggetto di odio.

Si sa: il potere dà alla testa. Chi lo detiene, troppo spesso finisce per perdere il contatto con la realtà che lo ha portato al posto di comando. Cortigiani, pretoriani, gerarchi, nomenklatura e cerchi magici, tendono ad isolare il leader per proteggerlo, e proteggersi, da tutto il “male di vivere” della gente comune. Realtà come povertà, vecchiaia, malattia, disagio giovanile vengono sublimate in concetti astratti, immanenti ma, tutto sommato, remoti.

Azioni crudelmente tiranniche, ma anche atteggiamenti insultanti e spocchiosi, uniti all’invidia e al malanimo degli oppositori, suscitano inevitabilmente l’odio.

Tralasciando la storia passata del fenomeno – tutti ricordiamo celebri tirannicidi e regicidi, anche abbastanza recenti – vediamo come ancor oggi si tende ad identificare in una persona fisica il responsabile di tutto quello che non va.

A questa semplificazione primitiva della ricerca del capro espiatorio hanno contribuito corposamente i partiti politici intestati personalmente al leader e la massificazione dovuta alla rete, che dà parola libera a chiunque spesso in anonimato e, comunque, senza misura né equilibrio.

Che certi personaggi sembrino far di tutto pur di essere popolari, capaci di sfidare qualunque senso dell’opportunità e del ridicolo, è storia di oggi. Berlusconi si sente ancora sulle barricate, e Renzi lo segue a ruota nella gara a chi è più pirla, a pari merito con Grillo.

Che molti di loro abbiano specifiche e riconosciute responsabilità personali è cosa indiscutibile, ma che al potente di turno si butti addosso il carico di infamie stratificate e incancrenite da secoli di malaffare, è un errore macroscopico.

Sui social network l’odio viscerale ad personam è straripante. L’insulto, il vilipendio e la calunnia la fanno da padroni: incredibili titoloni di fake news, che spesso neanche vengono lette, generano commenti di oscena violenza anche da parte di persone insospettabili che abbiamo accettato tra gli amici di fb. Dubbio amletico: compatirli per come si sono ridotti, o cancellarli senza pietà?

Ricordate gli insulti razzisti alla Kyenge? Sono poca cosa rispetto a quelli che raccoglie il bersaglio favorito da omofobi, misogini, anti migranti: la Boldrini è stata capace di spiazzare tutti!

Altro bersaglio favorito, in scala strettamente locale, è il Sindaco. Di qualunque parte politica sia il rappresentante egli è, comunque, colpevole. L’avviso di garanzia è in agguato dietro l’angolo: il nodo gordiano delle leggi e delle norme intrecciato dai legulei e dato in mano ai burocrati è pronto a strangolare chiunque. C’è da chiedersi come possa venir voglia ad una persona sana di mente di candidarsi alla carica più scomoda e disagevole del nostro ordinamento amministrativo…

L’odio viscerale, cieco e brutale verso le persone è arrivato in questi giorni ad un livello insopportabile per cattiveria e per criminale idiozia.

A Budapest, nel corso dei Campionati Mondiali di Nuoto, una coppia di nuotatori sincro italiani – Manila Flamini e Giorgio Minisini – ha vinto inaspettatamente l’oro con una performance dedicata ai profughi di Lampedusa, di straordinaria intensità e di forte significato. In una disciplina molto spettacolare ma essenzialmente tecnica e piena di belle fanciulle e di lustrini, la coppia italiana ha saputo dare alle figure obbligatorie richieste, oltre alla perfezione di esecuzione, un insolito, profondo sentimento di misericordia. La giuria internazionale ha capito ed apprezzato il messaggio. La stampa italiana becera, NO!

Passata la momentanea euforia per i colori nazionali, tutti i media vicini alle ideologie leghiste e di destra hanno fatto sparire immediatamente la notizia! Financo i giornali sportivi, ubriacati e strafatti di calciomercato, hanno relegato la notizia nelle pagine interne.

Che dire: non ci resta che piangere abbracciando l’urna delle ceneri di quello che una volta era il Bel Paese?

Oppure capire che tutto quest’odio verso le persone fisiche sarebbe meglio riversarlo, depurato dallo sterile veleno della vendetta e arricchito da consapevolezza e propositività, verso la comprensione dei motivi che hanno portato tutti noi a vivere nell’ingiustizia e nel malaffare?

lavinia de naro papa




RIACCENDIAMO LA LUCE, MA FACCIAMO PRESTO!

Marina di Modica sabato sera 15 luglio, a cavallo con la domenica del 16.

E’ una delle prime notti d’estate con la voglia di evadere e respirare.

Tante le persone che passeggiano e tante quelle sedute sul muretto che delimita gli scogli e il mare dal passeggio serale, muretto che inizia dal molo con una piccola rotonda sul mare, fino ad arrivare alla terza piazzetta.

Al solito, come tutti gli anni, molte persone sono sedute con le spalle rivolte al mare e osservano i propri simili passeggiare (voglia di criticare e curiosare) o magari (ho voluto pensare) sono stati tutto il giorno in spiaggia e stanchi, assetati, affamati, hanno guardato a lungo il mare sdraiate sulla sabbia o da sotto l’ombrellone.

Davanti ai due chalet, uno sulla destra e l’altro a sinistra e che distano di pochi metri l’uno dall’altro, un po’ di musica e tanti giovani, la maggior parte in piedi a bere e a parlare col sottofondo musicale.

Sento la frescura del mare ma non lo vedo, hanno chiuso anche alcuni passaggi con pedane di legno e passerelle sugli scogli, non vi si può accedere facilmente per arrivare al mare, tranne che non ci si sieda al bar.

In fondo, proprio vicino alla terza piazzetta, sulla destra, le giostrine e l’altalena. Qualche bambino gioca o si dondola aiutato dai genitori, ma solo i più piccoli, altri corrono felici. Alcune persone, invece, stanno sedute, sempre di spalle ma stavolta rivolte ai bambini e guardano i propri simili o annoiate parlano tra loro, gridando ogni tanto ai bambini di smettere di giocare ma non guardano il mare.

Le bancarelle che hanno riempito la piazzetta del parcheggio stanno andando via, chissà le lamentele per la sporcizia che rimane tutt’attorno, certo sono lì da un giorno, avranno avuto pure da fare i loro bisogni ma forse ci sono i bagni in piazzetta (uno o due, però là dentro non si respira), avranno bevuto e mangiato, ma d’altra parte è normale, sono stati un giorno fuori casa, se una casa ce l’hanno. Comunque non vado a curiosare e non ho neanche voglia di comprare ma scendo un attimo sugli scogli e guardo la luna. E’ bellissima anche se mezza, si specchia, come una bella donna da guardare, sul mare. Per mia abitudine le faccio una foto insieme al mare, la notte è lei la sua amante tanto nessuno li sta mai a guardare. Fumo anche una sigaretta e cerco in borsa il posacenere che porto sempre con me ed utilizzo in ogni luogo aperto, non potrei mai spegnerla fra le steppe o gli scogli e neppure per strada: in Germania, circa quaranta anni fa, mi hanno insegnato che si fa così.

Tornando indietro comunque felice di avere assaporato per un attimo l’aria del mare, guardo l’ora, da poco è passata la mezzanotte, sono le 01,30 ma, ripassando nei punti menzionati prima, noto sul muretto, vuoto di persone ormai, che è pieno di bottiglie, lattine, vassoietti di carta e plastica vuoti e tovaglioli che svolazzano col venticello, uno scempio davanti ai miei occhi e con alle spalle il mare.

Difficile da spiegare cosa ho provato, ci provo. Sarà stata l’euforia di evadere dalla normalità dei giorni uguali, dall’insoddisfazione che ha attraversato il nostro inverno, sarà stata proprio la voglia di respirare aria di libertà, quella libertà che ci fa eccedere in tutto, ma, giuro, in un attimo ho avuto anche un eccesso di collera e ho visto crollarmi il mondo addosso.

L’inciviltà ha preso il sopravvento, la delusione di vedere quanto siamo tornati indietro nel tempo dopo tutte le conquiste fatte per la nostra libertà, perdere tutto, anche la speranza di un mondo migliore, perdere la dignità fregandocene dello spazio che occupiamo senza rispettarlo e soprattutto senza rispettare noi stessi, è come perdere per sempre la profondità del mare e l’infinità del cielo e delle stelle, è perdere i nostri sogni e senza sogni non si vive, perché lottare, realizzandone anche uno solo, è vivere la realtà della vita, migliorandola.

Forse siamo ancora in tempo a riaccendere la luce che si sta spegnendo ma dobbiamo fare presto.

Sofia Ruta

 




versi di versi per versi e detti male detti (di Sascia Coron)

Del sonno degli ingiusti

ce n’è per tutti i gusti.

 

Il potere dà un’ebbrezza

dalla qual non v’è salvezza.

 

Meglio un incapace al podere

che un imbecille al potere.

 

C’è un limite a tutto. Quasi tutti sono troppo modesti

per credere d’essere tutto, e non hanno limiti.

 

Ogni padrone ha il servo che serve.

Ogni servo ha il padrone che serve.

 

La natura seleziona secondo la legge del più adatto.

L’uomo secondo la legge del disadatto più ricco.

 

Fra il dire e il fare

c’è il pensare

e in quel mare

affoga chi non sa notare.

 

La gallina fa l’uovo da cui nasce la gallina. Chi dei due viene prima?

Poiché non tiene conto del gallo,

la domanda esemplifica le questioni di cui si occupa la teologia.

 

Il cretino ha un’abilità speciale nel riconoscere il suo simile,

del quale diffida.

 

 

 




CALA IL SIPARIO SUL CONCORSO INTERNAZIONALE DI DANZA

Il sipario sulla XII edizione del Concorso Internazionale di Danza è calato il 12 sera a conclusione della serata di gala che ha visto l’esibizione dei premiati.

L’evento si è chiuso in bellezza, non solo perché dove c’è danza la bellezza è di scena, bellezza che prende forma e colore tra musica, raffinate coreografie, espressioni strabilianti del corpo che sa farsi linguaggio delle emozioni riuscendo ad esprimere quello che nessuna lingua sa dire con tanta chiarezza, ma anche per l’impeccabilità dell’organizzazione, per l’attenzione estrema del numeroso pubblico presente, per la perizia con cui la serata è stata condotta dal M° Ornella Cicero, decisamente a suo agio tra scena e microfono, perfetta animatrice ed esperta conduttrice, elegantissima, vestita con un prezioso abito realizzato, per l’occasione, della stilista Loredana Roccasalva che ha inteso sostenere così l’edizione del concorso 2017.

A proposito di sostegno alla realizzazione di questa 12° edizione va detto che vi ha contribuito un coro di soggetti: il Comune che ha messo a disposizione l’atrio comunale che per l’occasione gli organizzatori dell’evento abilmente, e con propri mezzi, trasformano in teatro a cielo aperto. Hanno contribuito diversi sponsor privati che in tal modo hanno fatto sì che l’evento potesse avere luogo; ma anche un comitato di cittadini che si è mobilitato innanzitutto per cercare gli sponsor, e poi con la realizzazione di una  lotteria per recuperare risorse indispensabili.

La lotteria, ricca di doni provenienti da tantissime attività cittadine, ha dato un buon esito, moltissime piccole aziende del territorio hanno testimoniato in questo modo il sostegno verso il concorso che riconoscono nella sua potenzialità sia per i ragazzi che praticano la disciplina che possono confrontarsi ed esibirsi davanti a potenziali datori di lavoro, sia per il prestigio che l’evento internazionale dà alla città.

Insomma una coralità di soggetti che, oltre a sostenere materialmente, ha affiancato moralmente l’organizzazione dei Maestri Ornella Cicero ed Evgeni Stoyanov (Direttore artistico dell’evento) che con grande abnegazione realizzano un grandioso progetto che nel sud-Italia non ha pari per qualità.

Degli oltre 100 partecipanti di questa ultima edizione (provenienti da Grecia, Russia, Polonia, Giappone, Corea e Italia), la Giuria, formata da Larisa Lezhnina (Russia), da Kim Sun Hee (Corea), da Matthew Bindley (Australia), da Szilard Macher (Ungheria), ne ha selezionati 28, divisi tra il genere classico e moderno/contemporaneo.

Ventotto selezioni complessivamente, divise nelle varie fasce di età (piccole promesse, gruppi, juniores e seniores).

Tutti bravissimi, tutti dotati di eccellente tecnica, tutti in grado di cimentarsi in performance spettacolari, tutti dotati di talento, tutti meritevoli di carriere di successo. Andrebbero menzionati tutti, ma per evitare una lunga sfilza di nomi, noiosa per il lettore, ci soffermiamo sui primi classificati per genere e categorie di età.

Nel settore “classico” allievi (età 11/14) è stata premiata Marica Candiano (Italia); sempre nel Classico, fascia juniores (15/18), sono stati premiati la Coreana YEON OH e il coreano WOOSAE JEON; nella fascia “Seniores” (19/25) sono stati premiati JU HO LEE Corea e, sempre coreana, NURI LEE.

Per la categoria seniores il primo premio è andato a JI OH KWAK (COREA).

Fuori concorso, ma dentro lo spettacolo della serata di gala, l’esibizione di diversi gruppi e delle “Piccole Promesse” (età 6/11), tutti hanno contribuito ad arricchire la serata con grazia e talento

Il montepremi totale assegnato ai vari vincitori è stato di € 8.000.

La borsa di studio messa a disposizione della Corea del Sud, consistente in tre settimane totalmente spesate presso la scuola di danza “Korean National University of Art”, se la sono aggiudicata Nene Ogiwara e Celeste Ursino; quella messa a disposizione dalla Germania, un tirocinio di 45 giorni presso “Lepzig Ballet” (una sorta di precontratto lavorativo), è andata a Yeon Oh; quella messa a disposizione dall’Ungheria (spesata al 50%) “Hungarian National Academy” è andata a Marco Marongiu. Sempre questa accademia ha messo a disposizione un invito a corsi estivi e possibili audizioni che sono andati a Sofia Scalisi, Beatrice Sinatra, Giulia Maria Puglisi, Sofia Cassisi; quella messa a disposizione da “Scenario Pubblico di Zappala’” (500 € per scenario atelier) è andata ad Adriana Musso; quella messa a disposizione “dall’Accademia Internazionale Coreutica” è andata ad Amalia Eleni Markaki; quella di “Palermo Danza” a Beatrice Sinatra e Alice Scalisi.

Alla classifica dei premiati va aggiunto un altro premio “Premio Patrik Latronica”, un premio speciale istituito da un estimatore della disciplina che raccoglie fondi per aiutare i ragazzi meritevoli che vi si cimentano.

Il “Premio Latronica” assegnato a Modica consisteva in una borsa di studio di 700 € ed è andato alla coreana  YEON HO.  A consegnare questo premio speciale è stato Andrea Marino, il ballerino a cui fu assegnato nell’edizione dello scorso anno e che oggi è in carriera, che è tornato esprimendo gratitudine verso gli organizzatori dell’evento e gioia per il ritorno  tra maestri di grande valore umano e professionale.

E, a proposito di ritorni sul palco di Modica, mi piace sottolineare quello del coreano Hyun Woong Kim che, in veste di concorrente, nell’edizione 2001 continuò la sua  esibizione nonostante l’interruzione della musica dovuta ad un distacco di corrente elettrica lasciando il pubblico a bocca aperta per la padronanza dell’esibizione. La sua carriera era preannunciata, è stato primo ballerino presso “Korean National Ballet”, adesso è maestro di una sua scuola e al concorso di Modica ha portato 6 allievi.

E’ ritornato a Modica portandosi dietro la famiglia e un bimbo piccolissimo, lo abbiamo visto lavorare con rigore quando i suoi allievi provavano, e poi, durante le pause, in veste di tenero papà.

Ecco I.B.C. Sicilia è anche questo, è luogo di gratitudine e di relazioni significative, relazioni che si costruiscono sulla qualità del concorso grazie alla grande professionalità e passione dei due Maestri, Cicero e Stoyanov, che con grande abnegazione portano avanti progetti di vita e professionali di tanti ragazzi e alla città regalano un prestigio di cui pochi sono consapevoli.

Da dodici anni, per cinque giorni consecutivi, Modica si trasfigura, cambia dimensione, sembra una capitale europea, viene invasa dalla bellezza e dall’armonia della motorietà artistica, viene portata all’attenzione di una fetta di mondo, quello dell’arte della danza, che attraversa oceani e continenti.

Comunque il coro di sostegno ha mosso i primi passi, speriamo che a passo di danza possa arrivare a camminare sulle punte, perché come ha detto il direttore Stoyanv, data la situazione economica degli enti locali, eventi come questo possono vivere solo se entrano nel desiderio di tutti, altrimenti muoiono. Dopo 12 anni di sacrifici sarebbe davvero un peccato mortale che la città non può concedersi.

Carmela Giannì  

 




Le ricette della strega (a cura di Adele Susino)

Bulgur estivo

Ingredienti:

500 gr di bulgur integrale, 600 gr di pomodorini datterino, 1 avocado, 1 tazza di ceci lessati, 1 cetriolo, 2 carote, 1 cucchiaio di capperi, 50 gr di olive miste (verdi e nere), 2 cucchiai di capuliato di pomodori secchi alle noci, un’emulsione fatta da 1/2 bicchiere di olio evo, 2cucchiai di aceto di riso,1cuvvhiaio di aceto balsamico, 1 cucchiaio di acidulato di umeboshi, 1 cucchiaio di salsa worchester, 2 limoni, 1 mazzetto di menta, 1 mazzetto di prezzemolo, 1peperoncino verde fresco, 1/2 tazza di semi misti tostati (lino, girasole, zucca e sesamo).

Preparazione:

Questo piatto necessita di parecchie ore di riposo, quindi conviene prepararlo la sera per il pranzo dell’indomani. In una capace insalatiera versare il bulgur e condirlo con olio, il succo di due limoni, sale e prezzemolo tritato. Tagliare in quattro i pomodorini, a cubetti il cetriolo e le carote e unirli al bulgur. Aggiungere i ceci, il peperoncino tritato, le olive, i capperi e il capuliato diluito con olio, mescolare bene con due forchette. Preparare l’emulsione sbattendo gli ingredienti con una frusta e unirla alla preparazione, aggiungere qualche foglia di menta e coprire il contenitore con pellicola trasparente, riporlo in frigorifero. L’indomani mescolare ogni tanto e tirarlo fuori dal frigorifero un’ora prima di servirlo. Disporre il bulgur in un piatto da portata, aggiustarlo di condimenti, aggiungere la menta tritata, cospargere con i semi tostati e servire.

 

 

 




Buone vacanze a tutti voi!

barcolata
DSC06470.jpg
previous arrow
next arrow




LE NORME GIURIDICHE, QUESTE SCONOSCIUTE

Si potrebbe dare la colpa al caldo, ma, visto che queste cose accadono pure d’inverno, crediamo che la colpa, o la spiegazione, sia da ricercare altrove. Ci riferiamo a certe recenti elucubrazioni sui reati di “ricostituzione del partito fascista” e di “apologia del fascismo” di cui da tempo non si sentiva più parlare e che oggi pare siano tornati di moda. Non c’interessa fare i nomi degli accusati e degli accusatori né i particolari del fatto in sé perché ci pare che queste cose, almeno nel caso specifico, lascino il tempo che trovano. Quello che invece ci pare opportuno affrontare e analizzare è un concetto squisitamente giuridico, pertanto useremo questi due reati esclusivamente come spunto per la nostra riflessione, perché erano anni che non se ne sentiva parlare mentre quest’estate pare siano risorti come fenici dai tanti incendi che hanno dolorosamente (e dolosamente) torturato la nostra penisola.

Nel 1952 venne promulgata la Legge 645, comunemente nota come Legge Scelba, che vietava espressamente la ricostituzione del partito fascista e l’apologia del fascismo. Riteniamo che all’epoca sia stata una norma inevitabile, visto che l’Italia era appena uscita da un periodo di dittatura che aveva portato alla sconfitta in una guerra che il Regime dell’epoca aveva presuntuosamente sottovalutato.  Per anni il Movimento Sociale, il partito condotto da Almirante, era stato mantenuto all’esterno dell’arco costituzionale e lo stesso Almirante per i suddetti reati era stato incriminato, anche se poi il procedimento contro di lui era caduto e non se n’era sentito più parlare.

Da anni tali norme non vengono più applicate, infatti il Movimento Sociale oggi è considerato alla stregua degli altri partiti.

Qui non intendiamo interrogarci se sia opportuno o no che queste due norme siano o meno rispettate, bensì sul fatto che le norme di una nazione, giuste o sbagliate che siano, vanno rispettate finché restano in vigore. Accade spesso che una legge non si confaccia più ai tempi correnti e in questi caso esiste una precisa procedura giuridica che ne permette l’abrogazione. Perché questo in Italia non accade? Nel paese in cui si sostiene sia nato il diritto (e infatti così è stato, ma in un tempo, ahimè, tremendamente lontano) le norme vigenti possono essere seguite oppure no, a seconda del capriccio della classe dirigente che poi si stupisce se il cittadino ritiene quasi doveroso non rispettarne nessuna.

Quel che non si riesce o non si vuol capire è che le leggi devono essere chiare e disciplinare l’intera materia che trattano; nel momento in cui diventano troppe, frammentarie, lacunose, di ambigua interpretazione il cittadino è confuso e questa confusione lo porta inevitabilmente a essere diffidente, sia nei confronti della norma che in quelli di chi l’ha dettata.

In pratica, è come se non rispettare una determinata norma sia equivalente ad abrogarla. Bene, non è così, occorre eseguire il procedimento previsto, altrimenti in qualsiasi momento qualcuno potrebbe chiedere conto e ragione del perché Tizio o Caio non abbiano rispettato quella norma. Che cosa rispondergli? Che ormai è passata di moda? Un po’ troppo semplice, non vi pare?

In Italia ci sono tantissime leggi che non hanno più motivo d’esistere, perché dunque non mettere ordine abrogando quel che deve essere abrogato per dare così maggior valore a ciò che si vuole sia rispettato? Forse perché gli antichi giuristi non esistono più e le leggi sono generate solo per sanare situazioni già in essere, che, il più delle volte, nemmeno rispettano i principi inviolabili della nostra Costituzione. Che sia proprio questo il motivo per cui gli italiani sembra quasi si sentano in dovere di violare le norme, tutte le norme?

Capita poi a volte, e purtroppo capita sempre più spesso, che si emani una norma nella convinzione che sia nuova, che regoli una fattispecie che non era stata ancora prevista e sulla quale quindi non si era legiferato senza rendersi conto che la norma esiste già, è impostata meglio di quella nuova ma semplicemente non la si applicava. Inevitabile supporre che gli attuali legislatori siano all’oscuro del vasto patrimonio legislativo esistente in Italia. Ecco dunque la necessità di studiarlo a fondo, sfrondarlo dei rami secchi e poi, e qui starebbe la vera novità, applicarlo, ma sul serio.

Stando invece così le cose, è inevitabile pensare che, proprio nel momento in cui si vuol tornare a sanzionare la ricostituzione del partito fascista, si tenda solo a mascherare una dittatura già in atto.




LA PUZZA NON SI PUÒ FOTOGRAFARE

Sono finiti i lavori nella Via Trani. Come si può vedere nella foto, il manto stradale è stato rifatto, pertanto le buche sono scomparse finalmente. A vederla così sembra in uno stato ottimale. Purtroppo però lo stato attuale della tecnologia non consente ancora di fotografare gli odori. Abitanti e passanti si lamentano per la puzza che la pervade. Ci hanno raccontato che fra le sterpaglie che si possono vedere sulla destra proliferano i topi, le zanzare abbondano, insomma, anche se l’apparenza è cambiata, la strada resta invivibile.

Ci chiediamo, e soprattutto si chiedono i residenti della zona, se e quando si procederà alla bonifica di quella parte di territorio. In effetti il problema esiste da molti anni, perché la fognatura scarica i liquami sotto la strada, pertanto le esalazioni salgono e si diffondono in tutto il quartiere e la sera, nonostante la disinfestazione recentemente effettuata, gli abitanti devono tapparsi in casa per proteggersi da zanzare e insetti vari presenti a sciami. La situazione è insostenibile.

Sappiamo che il Sindaco si è interessato del problema, anche incontrando i residenti, ma ci chiediamo se e quando questo possa essere risolto, visto che si trascina almeno da un decennio. Certo non può essere imputato al sindaco Abbate, che si è trovato fra le mani una patata bollente ereditata dal passato, ma ci auguriamo almeno che lui possa trovare una soluzione, perché la situazione è grave sia per il vivere civile che per la salute dei cittadini sia anche, non da ultima, per la dignità della città stessa.

Ninì Giudici




La Modica di Enzo Belluardo