La triste storia di una storia triste
Un uomo di nome Giovanni anni e anni fa viveva serenamente insieme alla moglie e al piccolissimo Giuseppe, ignaro del fatto che il triste destino un giorno gli avrebbe strappato un pezzo di cuore portandosi via la giovanissima moglie e lasciandolo in un immenso dolore col suo bambino ad affrontare la sua vita segnata ormai per sempre. Passò qualche anno e Giovanni conobbe un angelo (mia sorella) che amorevolmente si prese cura di loro, facendo crescere quel bambino con tanto amore, quell’amore che solo una madre può dare. Gli anni passavano e il piccolo Giuseppe ormai diventato grande si ritrovò all’altare, sotto gli occhi commossi di mamma e papà, per pronunciare il suo Sì, quel sì che l’avrebbe legato alla sua Antonella, una ragazza solare, dal dolce sorriso e gli occhi color del cielo. La gioia e la serenità regnava in queste due umili famiglie, fino al giorno in cui alla povera Antonella fu diagnosticata una terribile e rarissima malattia, per mesi lottò tra la vita e la morte. Al 6° mese di gravidanza i medici vedendo la gravità ed essendo in pericolo di vita sia la mamma che il figlio, decisero di far nascere il piccolo Giovanni. Avvenne un miracolo!!! Antonella e il suo piccolissimo bambino furono salvati, medici e infermieri presero molto a cuore la loro degenza in ospedale e dopo 3 mesi finalmente Giuseppe, Antonella e il piccolo Giovanni in aereo fecero ritorno a casa. La loro vita però era molto cambiata e dovettero fare i conti con la nuova realtà che costringeva Antonella a portare un marsupio con una macchinetta all’interno dove puntualmente ogni giorno veniva introdotto un medicinale che tramite un tubicino collegato arrivava direttamente al suo polmone. Iniziò così il calvario. Ogni due mesi sia la mamma che il piccolino partivano per Bologna per sottoporsi ai controlli di routine rimanendo ogni volta circa una settimana in ospedale
Nonostante tutto, la loro vita continuava normalmente, mia sorella correva sempre ad aiutare, non potendo Antonella fare la mamma a tempo pieno a causa della sua malattia. Una notte però il destino crudele ancora una volta si abbatté su di loro. Mia sorella durante il sonno, in silenzio e in modo discreto (come discreta era sempre stata lei) si addormentò per sempre volando in cielo. Una TRAGEDIA!!!! Giovanni si ritrovò così a rivivere per la seconda volta l’atroce dolore per la perdita della moglie e il povero Giuseppe perdeva la sua seconda mamma che l’aveva amato più della sua stessa vita. Due vite distrutte dal dolore. La vita però doveva continuare e a stenti si tirava avanti, non c’era più quell’angelo che sacrificava se stessa per accudire tutti e, quando sembrava che finalmente un po’ di serenità regnasse in quella casa, ecco all’orizzonte un’altra nube su di loro: Antonella, poco dopo il rientro da Bologna, cominciò a stare male. Ricoverata con urgenza in ospedale, dapprima si pensò ad un problema allo stomaco, ma la situazione degenerò nel giro di pochi giorni, costringendo i medici al ricovero in rianimazione. Pancreatite acuta le fu diagnosticata. Da lì a poco tempo, Antonella chiuse gli occhi per sempre, volando in cielo. Tragedia delle tragedie!!! Padre e figlio accomunati dallo stesso crudele destino… entrambi soli senza la loro dolce metà e il piccolissimo Giovanni che dovette provare l’immenso dolore per la perdita della madre proprio come suo papà Giuseppe in tenera età. Ancora una volta questa famiglia dovette affrontare giornate difficili e dure da superare. il piccolino sballottato dai nonni materni agli amici di famiglia, ai vicini di casa ecc ecc… Ma appena si riesce a trovare un po’ di stabilità in questa famiglia, ecco di nuovo un altro dolore da affrontare: Giovanni, mio cognato, la settimana scorsa esce come al solito con la sua macchina per fare un po’ di spesa, al ritorno posteggia proprio davanti casa, entra e, forse colpito da un malore, cade stremato al suolo privo di vita. Potranno esistere mai parole per confortare mio nipote Giuseppe e il suo piccolino?
No comment…
Una cosa è certa… durante le feste la nostra casa non sarà più la stessa e il nostro morale segnato per sempre.
Maria Ausilia Giallongo