La Modica di Enzo Belluardo

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L’Ente Liceo Convitto di Modica, attualmente rappresentato dalla Presidente prof. Teresa Floridia, organizza ogni anno un ciclo di conferenze con autori di filosofia. Si tratta di percorsi-conversazioni con gli autori, su temi specifici.
L’iniziativa è giunta alla sua terza edizione. Nella prima tappa dell’attuale ciclo in calendario, venerdì 17/11, è stato trattato un tema quanto mai attuale, “la solitudine di internet” trattato dal prof. Alberto Buso.
Con mia grande sorpresa ho constatato una sala gremita di attenti ascoltatori, ma questo non sorprende, sia per il tema trattato, sia per il fatto che confrontarsi con la filosofia è sempre un’occasione da cogliere.
Quello che invece mi ha felicemente sorpreso è stata la presenza di tanti giovani. Sicuramente liceali allievi della presidente, forse timorosi del fatto che, se non colgono le occasioni consigliate dalla prof., potrebbero ricevere un giudizio negativo. Forse, ma, comunque sia, erano presenti e la cosa non può che avergli fatto bene, bene perché l’obiettivo della conferenza era quello di far crescere lo spirito critico sull’uso delle piattaforme più diffuse (Fb, Whatsapp).
Il professore Buso ha subito precisato la sua posizione rispetto a queste piattaforme, ha detto di non amarle per niente e ha spiegato perché: intanto perché non vuole essere derubato del proprio pensiero e delle proprie immagini.
Ha spiegato una cosa nota, ma ricordarla e sottolinearla non è mai superfluo: ciò che affidiamo a queste piattaforme diventa patrimonio del proprietario della piattaforma, non solo, ma rimane lì per sempre e può servire ad usi che non sappiamo, e, ancora, questo materiale, il nostro, di tanto in tanto ci viene riproposto, Facebook ci ricorda che siamo importanti, che ci tiene a mente e ci ricorda, mostrando ciò che abbiamo postato o condiviso.
Ci ripropone il nostro materiale a distanza di un anno, di due, di tre. Ci viene riproposto come ricordo (un anno fa in questa data, due anni ecc.) togliendoci in questo modo la possibilità dell’oblio che è condizione essenziale per la sanità mentale e per la proiezione sul futuro.
Il passato che ritorna ci inchioda, ci trattiene nell’ieri sia esso piacevole o spiacevole, ci fa fare passi indietro, ci aliena energie dalla proiezione nel futuro togliendoci la leggerezza e la libertà di dimenticare che è il presupposto igienico del funzionamento della mente umana. Tale richiamo è una sorta di scivolamento all’indietro tipico di certe posizioni psico-patologiche.
Con grande chiarezza il relatore ha consigliato l’astensione dall’uso e dalla frequentazione, lui ne è fuori, ma sapendo, con questo richiamo, di seminare al vento, si è assunto la responsabilità che è tipica della filosofia: dire il vero, illustrare la realtà in modo da frequentarli con spirito critico.
Consapevole lui, come credo anche noi, che viviamo nella società dello spettacolo, cioè in quella che semplifica la realtà, ha precisato come questi mezzi fanno accrescere la nostra creduloneria, perché, essendo l’essere umano educato ad una conversazione diretta implicante la fisicità, comunicazione che svela il vero a prescindere dalla parola, la comunicazione virtuale che prescinde dalla fisicità ci induce in errore, così si finisce col prendere per buono ciò che l’interlocutore vuole farci credere che sia tale.
Cadiamo insomma facilmente nella manipolazione, si spiega così il successo di certe notizie prive di fondamento create ad arte da qualcuno che vuole alimentare la visceralità o trasportarci sulla sua posizione viscerale.
La comunicazione mediata, priva della fisicità ci consente inoltre di fare più cose in contemporanea, l’interlocutore non ci guarda e quindi possiamo volgere lo sguardo ad altro, impegnarci in un’azione di movimento, insomma la nostra attenzione viene distolta, si sbriciola, e piuttosto di andare in profondità delle questioni rimaniamo alla superficie delle cose. Lo richiede la velocità, lo implica la brevità dei messaggi, lo determina il mezzo in sé, un messaggio non può contenere la riflessione, diventerebbe troppo lungo, l’interlocutore non lo leggerebbe.
Le conseguenze sono evidenti: sintesi e superficialità! Sentenze piuttosto che argomentazioni, si rimane sul facile, sull’apparente. La comunicazione umana viene mutilata e distorta e le facoltà dialettiche mutilate, tutto si impoverisce.
Poiché nessuno disconosce l’utilità pratica di questi mezzi, bisognerebbe almeno essere consapevoli di ciò che ci danno e di ciò che ci sottraggono, bisognerebbe non totalizzare, bisognerebbe utilizzarli come mezzo per accorciare i tempi della praticità quotidiana e non prenderli come sostitutivi della relazione interpersonale.
Bisognerebbe non dimenticare che la relazione ha bisogno della fisicità, ha bisogno della presenza del corpo e dell’attivazione di tutti i sensi, ha bisogno della vicinanza corporea, dell’incontro diretto, ha bisogno della totalità della presenza, del luogo visibile, e soprattutto, del tempo condiviso, il tempo lento, quello della presenza totale, altrimenti è rappresentazione, finzione!
Bisognerebbe utilizzare questi mezzi con la consapevolezza che si tratta di una straordinaria innovazione e non viverli come una rivoluzione.
La rivoluzione cambia le condizioni di vita dell’essere, queste invenzioni piuttosto ci hanno asservito alla ricchezza altrui, quella del proprietario della rete. Il geniale inventore della rete ci ha colonizzato rubandoci perfino l’intelletto e l’immaginario, insomma l’anima, perché con la nostra inconsapevolezza su ciò di cui dipendiamo a guisa di droga, di ciò di cui veniamo deprivati in termini di facoltà elaborative e comunicative, li utilizziamo essendone entusiasti e acritici, ci sembrano un regalo mandato dal cielo senza valutare che ne siamo schiavi e servi verso un padrone.
Insomma la “criticità” con cui ci concediamo all’uso di questi strumenti, senza considerare che non possono essere sostitutivi ma solo parzialmente strumentali, fa di ciascuno di noi un servo che soggiace al potere del capitalismo sempre più pervasivo, sempre più alienante, sempre più oppio malefico.
Dovremmo sapere e riflettere sul fatto che l’obiettivo di chi li ha messi a disposizione nostra, apparentemente gratis, è quello di distanziarci, di renderci innocui, è quello della sterilizzazione degli affetti della etero direzione esistenziale. Insomma è l’attuazione dell’ALGOGRAZIA!
Se non attiviamo lo spirito critico finiremo col perdere quei segnali di orientamento che sono alla base della conservazione della specie, i segnali dei sensi vigili sono quelli che scongiurano l’estinzione e per questo c’è bisogno della fisicità presente, del corpo nella sua totalità d’attenzione attivata, un corpo che si misura con l’altro con tutte le sue facoltà e potenzialità.
E’ più difficile, certo, ma è la sola condizione per resistere, il facile è perdizione, il facile non è lungimirante, il facile annienta la prodigiosa complessità che ogni essere ha scritta nella propria psiche. In altri termini: non consegniamoci ad un potere invisibile a braccia aperte e col sorriso ebete stampato in faccia, ricordiamoci chi siamo, ricordiamoci di Dante Alighieri…. “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtude e conoscenza”. Appunto, Virtude e Conoscenza!
Carmela Giannì
Ieri, oggi e domani
tengo i vicini lontani.
Furiosamente
funziona la mente
della gente demente
che parla senza fare niente.
In televisione
c’è una netta divisione
fra chi parla per dare un’opinione
e chi urla per darsi una ragione.
Il messicano che nasce
urla per il futuro
riempito d’ambasce
rinchiuse dentro a un muro.
Chi si crede poeta
per qualche versettino
è un vero analfabeta
e perloppiù cretino.
Chi ha la fama del vate
usa dire stronzate.
Ingredienti:
1 kg di costine di maiale, 2 spicchi d’aglio, 1/2 bicchierino di salsa di soia, 1 cucchiaio di senape, il succo di una melagrana, per la salsa chimichurri, 1 mazzo di prezzemolo, 40 gr di origano, 4 spicchi d’aglio, 60 gr di cipollotto, 1 peperoncino rosso, il succo di mezzo limone, 3 cucchiai di aceto di mele, 120 gr di olio q.b. di sale e pepe
sistemare le costine in una terrina senza sovrapporle, condirle con l’aglio tritato, la salsa di soia, il succo di melagrana e la senape, coprirle con la pellicola e farle marinare per due ore. Preparare la salsa tritando a coltello finemente il prezzemolo, l’origano, il cipollotto, l’aglio e il peperoncino, unire il succo di limone, l’aceto, l’olio, sale e pepe e far riposare la salsa per almeno due ore. Sistemare le costine in una teglia e infornare a 200 gradi rigirandole spesso per farle rosolare da tutti i lati irrorandole con la marinata per farle glassare. Servire le costine ben calde accompagnate dalla salsa.
In abbinamento consiglio: Lusira’. Baglio del Cristo di Campobello
Le crisi bancarie di questi anni sono collegate al noto problema dei prestiti non performanti. Questo problema è stato molto più acuto nel nostro Paese che negli altri, il che ha bloccato di fatto il sistema bancario.
Purtroppo però per molto tempo il governo ha fatto finta di niente, e quando ha incominciato a occuparsene, ha agito spesso con molta leggerezza. Altri paesi, invece, hanno affrontato e risolto il problema dei crediti non performanti.
Ricordiamo che se la politica avesse avuto più coraggio di dire la verità sul sistema bancario, compresa la vigilanza di Bankitalia, oggi avremmo di sicuro meno veleni tra politica e Bankitalia.
Ricordiamo ancora che il presidente del Consiglio (dell’epoca) Matteo Renzi a “Porta a Porta” il 21 giugno 2016 affermava quanto segue sulla terza banca italiana, Montepaschi: “oggi è un bell’affare… è una banca che è risanata”.
Ricordo che quel giorno un’azione Montepaschi valeva 75 euro, mentre un anno dopo, all’ultima quotazione prima che venisse sospesa, il suo valore era di appena 15 euro.
Il fatto chiaro e lampante è che un fenomeno creditizio così delicato e complesso non può essere trattato in modo così dilettantesco.
Dopo il caso Etruria (dove era vice presidente il padre di Maria Elena Boschi) e altre tre banche – salvate dal governo Renzi in modo a dir poco pirandelliano – la politica monetaria veniva, di fatto, scavalcata e mortificata.
Dimenticando, inoltre, che con tale scellerata mossa si mandavano sul lastrico decine di migliaia di risparmiatori innocenti. Tutti messi davanti al fatto compiuto, con una sola via di uscita: la disperazione, che è gratuita.
Ma ora, per nascondere tale madornale irresponsabilità, si chiama in causa, o meglio alla sbarra, la Vigilanza di Bankitalia e il suo governatore Visco.
Per fortuna le esternazioni di Matteo Renzi – oggi non più premier – contro la riconferma di Visco non sono state accolte né da Gentiloni né da Mattarella.
Ma Renzi e il suo Partito non hanno accettato la batosta della riconferma di Visco. Così hanno fatto il diavolo in quattro industriandosi a far costituire una Commissione d’inchiesta, oggi presieduta da Ferdinando Casini.
Purtroppo sono – a nostro avviso – ipocriti i modi e i tempi della politica. Il Pd ha voluto la Commissione quale mossa per scavalcare il M5S su una materia carica di significato elettorale e niente di più.
Due politici di rango non hanno accettato l’uscita di Renzi contro Visco e Bankitalia dissociandosi del tutto.
Walter Veltroni, commentando la mozione, affermava: “Da sempre Bankitalia è un patrimonio di indipendenza e di autonomia per l’intero Paese”. L’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano, a sua volta, è stato sarcastico: “Fortunatamente non mi devo occupare delle troppe cose che ogni giorno capitano e che sono deplorevoli”.
Mi chiedo, ma Renzi ha capito?
L’intreccio creato da Renzi per screditare il governatore Visco sta lambendo anche il Presidente della BCE Mario Draghi.
Coinvolgere Mario Draghi è davvero da irresponsabili: ricordiamo – a maggior ragione per coloro che non si interessano di sistemi monetari e creditizi – che il capo della BCE è l’uomo che con la sua politica monetaria ha contribuito a stabilizzare l’economia italiana e probabilmente ha salvato l’euro in questi tormentati anni di crisi.
Ricordiamo che Renzi è il politico che salutò il suo collega Letta (allora presidente del Consiglio), in data 17 gennaio 2014, col fatidico: “Enrico, stai sereno” e un mese dopo andò a presiedere il governo al posto di Letta. Questo evento è rimasto nella memoria collettiva degli italiani.
Ma il capolavoro del presidente Renzi avviene di lì a poco.
Infatti nel febbraio 2014 – un mese dopo la defenestrazione di Enrico Letta – Renzi vota favore la direttiva sul bail-in, che come un colpo di mortaio si abbatté sui creditori e i depositanti delle banche italiane.
L’Italia di quel periodo aveva assentito a Bruxelles per mera impreparazione. Ma proprio quella norma avrebbe poi creato tante difficoltà al nostro Paese nel gestire la fenomenologia banche e sarebbe diventata la spina nel fianco di Renzi sino alla Commissione d’inchiesta di questi giorni.
Renzi dovrebbe, visto quanto sopra, stare attento a non rovinare l’immagine di un’istituzione come la Banca d’Italia che ancora oggi, con la sua storia, rappresenta fuori del nostro Paese un punto fermo e di grande prestigio.
Ricordiamo la legge costituzionale approvata a colpi di fiducie. Poi il referendum confermativo del 4 dicembre 2016. Renzi aveva detto agli italiani che in caso di bocciatura avrebbe lasciato la politica.
Fu una sonora bocciatura. Renzi si dimise da premier ma non lasciò la politica, rimanendo segretario del Pd.
Ricordiamo, per ultimo, le elezioni regionali siciliane.
Era il 4 dicembre 2017 in occasione, della commemorazione dei defunti.
I murticeddi, infatti, non si dimenticarono di Renzi e, anziché preparargli un bel pacco di biscotti chiamati ossa di morti, gli fecero trovare una sonora batosta infiocchettata da regalo.
Ricordiamo che Renzi anche nelle vesti di segretario del Pd non rinuncia alla sua proverbiale spocchia e le conseguenze sono note.
Il Pd sotto la sua guida si sta sfaldando come la neve al sole.
Registriamo liti e mugugni al suo interno con fughe (come quelle di Bersani e D’Alema) che ne stanno logorando il consenso.
Renzi, come nostro augurio, la preghiamo di guardare con più attenzione a dove sta andando a sbattere il nostro Paese. C’è il grido dei giovani che non hanno lavoro, quindi vengono colpiti nella loro dignità altro, che beghe sullo ius soli e altro…
Ma forse è arrivato il momento che il rottamatore si sta rottamando da solo?
Gli consigliamo di leggere Pirandello, “Il fu Mattia Pascal”.
Salvatore G. Blasco
Molti hanno ironizzato sulla reazione degli italiani all’eliminazione della Nazionale di calcio dall’avventura dei prossimi Mondiali, sullo scalpore che ha destato nei media, sui social, tra la gente.
Che il tifoso sia sanguigno per natura, quindi reagisca in maniera eccessiva nell’esaltazione per le vittorie come nella disperazione per le sconfitte fa parte proprio dell’essere tifoso, ma che su tutte le testate giornalistiche se ne sia parlato come di una sciagura nazionale è parso decisamente eccessivo. Però vi chiedo: in un paese in cui le istituzioni non intendono più garantire il cittadino, in cui la politica si è completamente liberata dalle idee per trasformarsi nell’accaparramento di una poltrona da parte di persone che mirano unicamente al bene di se stesse, in cui persino la giustizia è diventata capricciosa, in cui la sanità annaspa e la scuola ha perduto qualsiasi significato e utilità, cosa resta se non il calcio, l’unico settore in cui il povero italiano può sognare di vincere e qualche volta ci riesce pure?
Adesso anche l’ultimo elemento identificativo se n’è andato, restano le divisioni, le singole squadre che dividono ma anche identificano. Avete mai pensato che, conoscendo una persona, si può capire da come ragiona, da come agisce, per quale squadra tifa? Perché le squadre hanno una loro personalità e aggregano a sé chi in quella personalità si riconosce, chi quella personalità condivide. Che la nostra Nazionale non possa partecipare ai Mondiali in Russia è, in pratica, un ulteriore elemento di disgregazione per la nostra gente già tanto tormentata da conflitti culturali, politici, generazionali. Dovremmo riflettere sul fatto che piccoli Stati formatisi da poco siano stati capaci di portare la loro squadra in una competizione internazionale tanto importante accanto a quelle ben più blasonate che ne avevano fatto una tradizione e la cui presenza diamo ogni volta per scontata. Come davamo per scontata quella dell’Italia.
Oggi paghiamo un progressivo disinteresse da parte dei vertici delle istituzioni (proprio quelle sportive!) per lo sport in quanto tale a favore del business che questo ormai rappresenta. Se, come non ci stanchiamo di ricordare, si è ritenuto necessario far accendere una lampadina rossa nel momento in cui uno schermidore viene colpito anziché fidarsi della sua dichiarazione di touché che dovrebbe caratterizzare lo spirito di ogni sport, della sua stessa esistenza, vuol dire che il concetto di sport è morto insieme a quello di lealtà. Allora davvero ci meravigliamo se i vertici del calcio sono pervasi da razzismo e omofobia, se vincere non ha significato se non arricchisce, se perdere una poltrona è molto più grave che perdere la faccia?
L’inutile pareggio con la Svezia è stato per l’Italia un’ulteriore umiliazione determinata da dirigenti incapaci, eppure altro danno non ha causato loro se non qualche borbottio. Una sola persona ha avuto la dignità di dissociarsi con forza da scelte scellerate, Tommasi, quel giocatore che ai tempi in cui calcava i campi di calcio veniva chiamato “anima candida”, ma anche allora era molto di più che un’anima candida: era un Uomo, uno dei pochi rimasti.
In quanto a noi, continueremo a sognare per le nostre squadre, a ridere e a piangere per loro, facendo finta che in campo queste portino ogni volta lealtà e coraggio, facendo finta insomma che lo sport esista ancora.
Il “giallo” delle bollette Tari piene di errori. Succede al Comune di Modica. E alla già delicata situazione finanziaria, si aggiunge un altro tassello, certamente di non poco conto, sia per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro dei dipendenti, sia l’immagine di un ente costretto a fare un precipitoso dietrofront. Cosa è successo? E di chi è la colpa? Secondo quanto affermano da Palazzo San Domenico la responsabilità sarebbe da attribuire ai calcoli errati fatti dal Catasto o alle carenti informazioni fornite ai contribuenti (cittadini e imprese) che, negli anni, non sarebbero stati informati dai loro consulenti tecnici e fiscali sulle corrette procedure da seguire in relazione alla obbligatorietà di dichiarare al Comune tutte le superfici utili dei propri fabbricati.
Per completezza di informazione è utile rileggere la nota del Comune a firma del primo cittadino.
“In questi giorni sono state notificate a migliaia di contribuenti accertamenti per infedele dichiarazione di immobili in merito al pagamento della Tari dal 2012 al 2017. Nell’analizzare i singoli accertamenti che riportano dati rilevati dal catasto, ci siamo resi conto che tante posizioni contengono incongruenze anche a causa di errori di attribuzione delle superfici da parte degli uffici del Catasto. Oltre a questo abbiamo recepito le richieste di tanti cittadini e imprese che negli anni non sono stati informati dai loro consulenti tecnici e fiscali sulla obbligatorietà di dichiarare al Comune tutte le superfici utili dei propri fabbricati e che non avrebbero mai ricevuto nessun avviso da parte degli uffici comunali se non solo attraverso un accertamento che avrebbe comportato sanzioni, interessi e parte principale pregressa degli ultimi 5 anni. Alla luce di tutto ciò, la Giunta ha deliberato un provvedimento che va nella direzione di aiutare i contribuenti dando loro la possibilità di poter usufruire degli sgravi che dovevano essere richiesti ogni anno e di poter aderire alla maxi rateizzazione in 72 rate mensili senza interessi con rate calcolate secondo il reddito ISEE che possono variare dai 30 euro a 100 euro al mese. La richiesta di sgravio potrà avvenire attraverso presentazione al protocollo comunale di una domanda scritta contenente le motivazioni per poter richiedere gli sgravi e contestualmente aderire alla rateizzazione. Abbiamo voluto, ancora una volta, dopo tutti gli appelli e le possibilità di poter regolarizzare la propria posizione debitoria, dare una nuova opportunità di collaborazione ai cittadini e alle imprese della nostra Città che attraverso questa nuova misura registreranno un notevole risparmio rispetto alle bollette ricevute negli ultimi giorni”.
Fin qui la nota del Comune. Ma c’è da dire, però, che nulla è detto su come ottenere eventuali rimborsi riguardanti le somme pagate indebitamente dai contribuenti modicani. E’ facile, a questo punto le cose, prevedere un super lavoro degli uffici comunali e code lunghissime agli sportelli dedicati alla correzione delle bollette Tari. Con il grosso punto interrogativo di risarcimenti a quei cittadini, fedeli contribuenti, che hanno compiuto per tempo il loro dovere e che hanno sborsato di più non per colpa loro. Ancora una volta, malgrado gli errori altrui, spetta al buon cittadino, per ottenere giustizia, dimostrare che a sbagliare sono stati gli altri!
Concetto Iozzia
Il disprezzo che abbiamo toccato con mano in questi giorni ci insegna solo a odiarci gli uni con gli altri.
Forse è proprio una tattica di guerra che i “Capi”, dall’alto, hanno deciso di usare contro di noi per vincerci e per sottometterci al loro volere e potere.
Ci mostrano infatti in televisione in particolare e poi anche sui giornali, quello che tanti sono, e ci contaminano con la loro cattiveria, istigandoci a disprezzare tutti, che siano persone buone che lottano per i diritti umani, che siano persone cattive che invece dei diritti se ne fregano.
Sentiamo, leggiamo e molti vivono davvero questi vergognosi eventi, di donne violentate, bambini uccisi, incendi appiccati, attentati, naufragi, incidenti, uomini morti senza un perché ma sicuramente non per destino ma per arricchirne altri.
Del mondo del cinema, si è parlato tanto di abusi sessuali e io ci credo a tutte quelle donne che hanno puntato finalmente il dito contro attori e registi, però mi chiedo: da dove e da quanto è cominciato il tutto? Chi ha puntato, adesso, il dito contro il cinema per ammazzarlo? Non è forse una delle poche cose che ci tengono ancora in vita? Come lo sport? Come la cultura? Come la bellezza del mondo e dei suoi paesi che stanno naufragando tutti dentro alle guerre?
Non tutti gli uomini sono uguali lo so, ma di tanti stiamo evidenziando il peggio e mi chiedo ancora: solo nel cinema? E negli uffici cosa è accaduto allora? Le segretarie non hanno subito abusi per avere un posto di lavoro? E le commesse? E le infermiere? Le dottoresse? Le maestre? E tutte quelle donne che hanno fatto passi da gigante e carriera anche in politica? E le semplici operaie che raccolgono ortaggi, chi le violenta? E i bambini? Chi abusa di loro? Chi sta abusando di noi tutti? Uomini indegni che ci provano quasi sempre, pensano di avere un’arma potente col loro sesso ma sanno utilizzarla solo per appropriarsi dei più deboli e dei più buoni per apparire padroni della vita altrui.
Certamente non tutti gli uomini abusano dei loro simili e non tutte le donne hanno la forza di non farsi violentare, però ci stanno inculcando il marcio in testa, il disprezzo per le persone, l’arroganza nelle parole, la rabbia, la noncuranza, l’odio.
Non abbiamo capito che ci stanno catapultando nel mondo tornando indietro nel tempo.
Stiamo lasciando davanti al nostro petto tutte le conquiste fatte e ci stiamo riprendendo le sconfitte tutte sulle nostre spalle.
Il disprezzo è la vendetta dei più umiliati che si attaccano alle parole di chiunque e non riescono a dire le loro. Non riescono a ribellarsi e si cullano delle bassezze quotidiane dei più spregevoli, di quelli che stanno rubando la dignità del lavoro e con questa la libertà della parola. Sono i falsi santi che ci dissetano di sermoni obbligati. Forse non sono nemmeno tanti ma mentono, ci mentono senza pietà alcuna e ci rendono schiavi.
Questa è la pena più grande, questo è il vero crollo del nostro mondo, questi i nostri passi all’indietro senza nessuna volontà di andare avanti. Questa sarà la nostra fine se non smettiamo di aspettare che il mondo ce lo cambino gli altri. Questo è disprezzare noi stessi e per questo tutti gli altri.
Dimenticavo: E la politica? E lo Stato? Chi mi sa dire cosa ci sta dietro questa unificazione che proprio non ispira un ben minimo di fiducia? Io so solo che davanti a loro ci siamo tutti noi che stiamo zitti e a testa bassa disprezziamo senza guardare in faccia nessuno. No, non è coraggio questo, è solo codardia.
Sofia Ruta
Per mantenersi sempre in allenamento, i modicani se la sono presa col sindaco Abbate per aver diramato l’allarme arancione in previsione dell’uragano Numa. Ovviamente il Sindaco aveva fatto benissimo, perché è comunque meglio esagerare nella prudenza piuttosto che mettere a rischio la cittadinanza, quindi non possiamo che essere dalla sua parte. Del resto le previsioni erano davvero catastrofiche.
Quello che invece ci lascia perplessi è constatare come l’umanità sia riuscita a progredire maggiormente nella conquista dello spazio piuttosto che nelle previsioni metereologiche.
Se volete una conferma della confusione che esiste ancora oggi in fatto di previsioni metereologiche, scaricate sul vostro cellulare tra o quattro applicazioni di previsioni meteo, scegliendo fra le più accreditate e qualificate: vedrete che tali previsioni sono totalmente diverse tra le varie applicazioni. Una di tutte riporterà quella giusta, inevitabilmente, così vi convincerete che quella è di sicuro l’applicazione più affidabile. Peccato però che il giorno dopo sbaglierà totalmente e sarà un’altra ad azzeccare la previsione. Il punto è che, fra tante ipotesi, una di tutte dovrà per forza essere quella giusta!
Non sarebbe meglio procrastinare un po’ i viaggi tra le stelle e impegnarsi maggiormente nello studio dei fenomeni che ci circondano e spesso ci danneggiano, a volte anche ci uccidono?
LuM