martedì, 3 Ottobre 2023

SCARICABARILE, LO SPORT PREFERITO DAGLI ITALIANI

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Poiché pare che essere disonesti sia molto più facile che essere onesti, è capitato che, dopo la visita del postino in una casa, il proprietario si sia accorto che era stato sottratto qualcosa denunciando di conseguenza il fatto alla direzione delle Poste, che ha così pensato bene di emanare una direttiva secondo la quale il postino non deve oltrepassare il portone del palazzo o il cancello di un condominio o di una villetta e aspettare che il destinatario del pacco, di qualsiasi dimensione e peso, lo prende in consegna. Appare comunque molto strano che una persona che non oltrepassa la soglia di casa ed è temuta solo a far firmare, provvista di penna, il destinatario perché attesti che la merce è arrivata possa mettersi a girare nelle stanze per compiere un furto. Piuttosto assurdo, no? Comunque non possiamo che congratularci per la brillante decisione! Adesso la fragile vecchina, chi è solo in casa con l’influenza, chi soffre di lombaggine, per non parlare poi del portatore di handicap, sono costretti a caricarsi pacchi più pesanti di loro e portarseli su per le scale o lungo un viale interno (magari sotto la pioggia) per farli arrivare dentro casa. Soluzione brillante, davvero brillante! Ovviamente la norma è stata ripresa con entusiasmo anche dalle ditte che gestiscono servizi di corrieri. E’ evidente che in tal modo queste si scaricano da ogni responsabilità, ma, stranamente (!?), la spesa del servizio è rimasta la stessa, anzi tende ad aumentare ad ogni occasione. Capita che qualche operatore s’impietosisca e si assuma la responsabilità di portare il pacco fino alla porta di casa, ma lo fa assumendosi il rischio di contravvenire alla regola che gli è stata imposta, quindi andando oltre la semplice gentilezza. Chi ha avuto la fortuna di incontrarlo deve essergli grato per la sua generosità e il suo coraggio.

Sempre di più si vuole evitare qualsiasi responsabilità trovando il modo di trasferirla sugli altri, ma ci sono alcune responsabilità che, scegliendo di gestire un determinato servizio o di realizzare una determinata opera, si devono assumere necessariamente. Poniamo, ad esempio, che una persona affetta da ernia del disco, essendo costretta a caricarsi un peso eccessivo, rimanga con la schiena bloccata e quindi non possa svolgere il suo lavoro per un tempo indeterminato col danno economico che ne conseguirebbe. La responsabilità non dovrebbe ricadere su chi l’ha costretto a compiere uno sforzo che il suo fisico non era in grado di affrontare? La “consegna a domicilio” non può imporre a chi la riceve di svolgere gratuitamente una parte del lavoro! D’altro canto i “dipendenti” si chiamano così poiché la loro attività dipende da chi gestisce l’azienda e che quindi, di detta azienda, dei suoi risultati positivi e negativi, compresi gli errori, è responsabile.

Il punto è che la responsabilità esiste in ogni atto che compiamo se viviamo in una società e un servizio pubblico o comunque rivolto verso il pubblico che voglia esimersi da quella che necessariamente gli deve competere è semplicemente vergognoso.

LuM

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