Non so se qualcuno ha mai pensato a San Giuseppe come a una metafora che dovrebbe rispecchiare tutti gli uomini e i padri sulla terra (sono certa che sì, sicuramente se andiamo a cercare troveremo notizie che non leggiamo mai ma oggi voglio scrivere ad occhi chiusi solo un mio pensiero).
Io, in questi giorni, ho avuto modo di pensare che potesse esserlo.
Povero e umile lavoratore, uomo dubbioso davanti al miracolo della gravidanza della moglie Maria, in cerca di una risposta ma teso soprattutto al modo di salvare la sua sposa dalla lapidazione. Un uomo che conosce l’amore che vive e cresce nel rispetto.
Da subito grande sposo protettore e custode di Maria gravida che porta con sé a Bethlemme per farla partorire lontano dall’eccidio. Padre putativo di Gesù che amò tanto, insegnandogli da piccolo anche la sua arte. Discreto e silenzioso, a un passo, ammirava suo Figlio e. pur se con paura forse, accettò il suo progetto per la vita. Un Figlio che quando lui morì, pianse e gli lavò tutto il corpo come un padre.
La festa del papà, dunque, è la festa che ci ricorda un grande uomo, un grande lavoratore, un grande Santo, prima che nel cielo, sulla terra con la sua famiglia e col mondo tutto.
E quali uomini dovrebbero popolare il mondo se non uomini come lui, uomini giusti?
Un uomo che sa camminare nel buio proteggendo e custodendo la sua famiglia, restando fermo nei problemi del giorno, superandoli con coraggio e dedizione. Un uomo che diventa padre ogni volta che si prende cura di un suo simile. Un uomo che dignitosamente non farebbe mai del male alla propria sposa e la rispetta, al proprio figlio, al proprio tutto del mondo. Un papà perfetto in tutte le sue imperfezioni.
Auguri per ogni giorno che riusciamo ad essere padri nel giusto.
Sofia Ruta