“A mezzanotte va
la ronda del piacere
e nell’oscurità
ognuno vuol godere”
Sempre attuali questi versi di un vecchio tango!
Anche Modica vive il fenomeno della movida notturna, pur se circoscritta al solo Corso Umberto e dintorni, e solo nel fine settimana.
Per soddisfare i nottambuli, bar e ristoranti cercano, soprattutto in vista della stagione estiva, di attrezzarsi anche all’esterno dei propri locali, che nel centro storico sono spesso di modeste dimensioni.
La cosa trova in Comune grande apprezzamento: l’occupazione di suolo pubblico si paga a caro prezzo, e quindi rappresenta ossigeno puro per le finanze perennemente disastrate dell’Ente.
In odor di elezioni, il Sindaco ha fatto partire i lavori di allargamento del marciapiede nel tratto da Piazza Monumento a San Pietro, nell’ottica di rendere pedonale almeno quel tratto di strada: glihabituée dello struscio gradiranno certamente questa iniziativa, così come i gestori dei locali di ritrovo.
Per contro, sia i residenti che coloro che quotidianamente percorrono il Corso per motivi di lavoro o per sbrigare faccende presso uffici comunali, banche e quant’altro, vedono ancora ridursi non solo lo spazio di parcheggio, ma anche l’ampiezza della carreggiata stradale. Di fatto, ormai avventurarsi in centro, specie se si è di premura, è diventata un’impresa. Non bastando l’ingombro dell’esecrabile Trenino Barocco, ultimamente si è vista tollerata la sosta in doppia fila dei bus turistici!
Ci chiediamo come e dove, in mancanza di vie alternative al Corso, possano passare ambulanze, vigili del fuoco, polizia e carabinieri in casi di emergenza. Già adesso, anche senza isole pedonali, tra concerti pop davanti al municipio e innumerevoli feste parrocchiali corredate di processioni e bancarelle, se mai si dovesse verificare un’emergenza seria le conseguenze sarebbero pesantissime. Non dimentichiamoci mai che siamo in zona sismica di primo grado oltre che soggetti ad improvvise inondazioni.
Questa città sta conoscendo un notevole incremento di visitatori, dagli studenti in gita scolastica a stranieri provenienti da ogni parte del mondo. Tutti vengono perché attratti dalla bellezza insolita dei luoghi e dalla fama dei prodotti del territorio.
Montalbano e la cioccolata hanno dato a Modica una visibilità planetaria. Ma non si vive di solo turismo mordi-e-fuggi o di costose barrette di ruvido cioccolato.
Chi viene a Modica da lontano, sfidando servizi di comunicazione e strade da terzo mondo, ha diritto ad ospitalità ben gestita e a cibo di qualità ben fatto e ben servito, ma ha anche quello di poterla vedere in tutta la sua bellezza. Musei e chiese dovrebbero essere visitabili tutti i giorni, e la vista dei palazzi ricchi di portali e mensole di balconi di pietra riccamente scolpiti non dovrebbe essere impedita da una congerie di gazebi, ombrelloni e simil-serre di plastica piazzati su marciapiedi che, di fatto, diventano impercorribili dai pedoni, costretti a dribblare tavolini, sedie, fioriere e camerieri!
Al sindaco Abbate, se riconfermato, o al suo successore chiunque esso sarà, chiediamo per prima cosa di mettere ordine nel settore turistico, dall’offerta alberghiera, in tutte le sue forme, alla ristorazione, evitandone concentrazioni e sovrapposizioni nocive e promuovendone la localizzazione anche nelle altre parti della città, a partire da Modica Alta, ingiustamente negletta. Riordinare e ridistribuire gli eventi che attirano visitatori anche in altre zone porterebbe beneficio a tutti.
Chiediamo anche di studiare con cura la viabilità alternativa in caso di chiusura di strade al traffico veicolare, e di predisporre adeguati spazi di parcheggio serviti da navette efficienti. Se finalmente si decidesse di progettare una stazione per gli autobus, sia turistici che di linea, la città ringrazierebbe commossa.
Chiediamo di rivedere la quantità di zone di parcheggio a pagamento a fronte di quelle gratuite, secondo i parametri stabiliti per legge.
Chiediamo di riaprire il parcheggio dell’Ospedale, chiuso ormai da anni in attesa di una sua sistemazione.
In qualche polveroso cassetto dell’Ufficio Tecnico giace da anni un Piano del Traffico, redatto da specialisti della materia, messo lì da abili buro-politici specializzati nell’insabbiamento: lo si dovrebbe ripescare e studiarne l’aggiornamento.
A distanza di anni dalla bocciatura degli ascensori panoramici da parte della Soprintendenza, sarebbe il caso di riproporre uno studio di fattibilità di sistemi di risalita, a basso impatto ambientale, dalla città all’altopiano, dove c’è lo spazio per sistemare aree di parcheggio. La classica funicolare di napoletana memoria sarebbe adattissima allo scopo.
Essendo il turismo e la vita notturna le sole risorse per non far morire anche le altre attività commerciali e artigianali tradizionali che ancora resistono in città, alla faccia dei centri commerciali, è fondamentale agire lestamente, ma con oculatezza e buon senso.
Come diceva don Ferrante (I promessi sposi, cap.XIII):
“Adelante, presto, con juicio!”
ldnp