martedì, 28 Marzo 2023

PREZIOSE TESTIMONIANZE “LIGGHIENNU E MANGIANNU”

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Appena edito da “Kromato Edizioni” un prezioso volumetto di appena 80 pagine, ad opera di due autori: Giovanni Ragusa (Nannino) e Astrid Giada Ragusa, padre e figlia.

Il padre (Nannino) non è più, lo sappiamo, ma nella sua vita ha cumulato tanto materiale rimasto inedito, e la figlia, Giada, che dal padre ha ereditato l’amore per la memoria e per le tradizioni che tira fuori e gli dà luce, lo mette a disposizione della collettività, divulga ciò che altrimenti andrebbe nell’oblio.

Il materiale pubblicato è composto da leggende, miti, racconti ispirati da modi di dire che hanno il sapore di un invito primordiale irrecusabile.

Nannino per tutta la vita ha reagito con tenacia all’usura dell’indifferenza e della smemoratezza, il suo amore per Modica e per la Sicilia, la sua sconfinata cultura, lo ha indotto a scrivere nella nostra lingua (il siciliano) per preservare un patrimonio carico di cultura e di suggestione.

Giada, di suo, al materiale inedito del padre, affianca altrettante ricette di cucina, non quelle conosciute, ma quelle sconosciute o quasi, anche queste un patrimonio di testimonianza della tradizione della nostra zona.

La cucina è amore, passione e creatività, e di creatività le nostre antenate dovevano averne tanta se con pochi prodotti della terra riuscivano a preparare piatti gustosi, energetici e anche raffinati.

Come dice Giada Ragusa nella prefazione contenuta nella pubblicazione, le donne hanno sempre cucinato per amore e per rispetto: rispetto per la natura, manipolando e combinando odori e sapori, per esaltare l’essenza di ogni erba o ortaggio o frutto, ma anche rispetto per le persone a cui si dedica la vita cercando di nutrirle al meglio, con genuinità, ma anche con creatività per sollecitarne l’appetito.

Le ricette pubblicate possono essere definite di “cucina povera”, perché utilizzano pochi ingredienti, quasi esclusivamente vegetali, legati e determinati dalla stagionalità e alle risorse del territorio.

Queste ricette sono frutto di esperienze stratificate da tante generazioni di donne che hanno trasmesso un sapere antico fatto di fatiche e di economia familiare da gestire.

Trenta inediti di Nannino Ragusa e trenta ricette della tradizione scomparsa, raccolte da Giada, intervallate e impreziosite da ben nove illustrazioni, bellissime, raffinatissime, realizzate da un artista germogliato nella famiglia: in scaletta generazionale: Nannino, Giada, Andrea Emilio (autore delle illustrazioni) che a Giada è figlio e a Nannino è nipote.

Il materiale pubblicato prodotto da Nannino Ragusa, appassionato cultore delle nostre cose, convinto sostenitore che la memoria storica e antropologica di un popolo vada al di là della storiografia ufficiale, convinto  che sia necessario rinsaldare il rapporto uomo-territorio, legame spesso fondato sull’oralità, sia un materiale per l’anima, per la fantasia, per l’immaginario, ma anche uno stimolo per sollecitare la curiosità, la voglia di andare oltre, di scoprire luoghi prossimi per guardarli con altri occhi. Gli occhi della meraviglia, dello stupore, gli occhi della fascinazione.

Mangiare e leggere non sono certo azioni simultanee, ma sono due modi di nutrire, l’una il corpo, l’altra la mente.  Nannino infatti questo materiale raccolto nella pubblicazione se lo portava a scuola e lo leggeva agli alunni, lo usava come materiale didattico affiancato a quello ufficiale e i ragazzi ne rimanevano affascinati.

Sono stati gli ex alunni infatti, oggi uomini adulti, ad invogliare Giada a darlo alle stampe, per poterlo rivedere, riassaporare e forse riutilizzare con i nipotini, memori della fascinazione di quelle letture in una lingua allora più diffusa, ma suggestiva ieri come oggi, perché impregnata di immagini, perché musicale e alludente al registro dell’immaginario.

Leggerli in lingua siciliana non è facile, ormai abbiamo perso la dimestichezza, per questo Giada sta lavorando alla traduzione in lingua per farne un’appendice che faciliti la lettura.

Dicevamo che leggerli non è facile, ma ne vale la pena, ogni pezzo è una parabola, è uno stimolo a chiedersi, ma che vuol dire? Qual è il messaggio? Esso è infatti implicito, ma vivo, palpitante, è lì e incalza il lettore a decifrarlo, non si riesce a rimanere indifferenti ed è questo il pregio, è l’opposto della comunicazione attuale, esplicita, assertiva, fatta apposta per farci credere che gli asini volano e che tutto è semplice e possibile, insomma fatta apposta per accarezzare il pelo alla nostra pigrizia mentale.

Carmela Giannì   

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