Si stava al Garibaldi la sera del 16 dicembre, seduti nelle comodissime poltrone della platea. Si stava lì e si ricordava…
Il filo della memoria si faceva ordito e si intrecciava a immagini sbiadite, vecchie riprese molto artigianali degli anni ‘60 e giù di lì.
“Caro Giorgio…”, l’omaggio tributato da Modica a Giorgio Sparacino, arricchito di note musicali sotto le luci del palcoscenico, quelle “Luci della ribalta” che il Maestro Sergio Carrubba ha interpretato all’inizio lasciando vibrare nell’aria un’impalpabile tristezza, quasi a segnare il percorso umano, artistico e impegnato che Giorgio ha regalato a Modica durante tutta la sua vita, dai tempi del Liceo fino al 9 luglio di quest’anno.
Gli amici erano tutti lì, ognuno con un aneddoto, gustoso come quello di Andrea Tidona agli inizi della sua carriera, affettuoso come quelli di Enzo Ruta e Salvatore Fratantonio. Un ritratto a tutto tondo che si è delineato attraverso le parole pronunciate con sincera stima e occhi lucidi da Giovanni Spadola, Peppe Scucces, Saro Spadola, Carmelo Ruta e Orazio Giannì.
Anche chi non ha avuto il piacere di conoscerlo personalmente, ha scoperto il suo stile attoriale e il suo carattere sornione, la sua tenacia nel perseguire scelte qualitativamente significative, l’umiltà di far emergere e potenziare chi decideva di provare l’avventura di indossare personaggi che, grazie a lui, assumevano spessore via via più consistente.
Giorgio ha avuto la fortuna di essere affiancato da Natalina Lotta, la moglie attrice, compagna e complice del suo viaggio umano e artistico, sempre presente e pronta a dargli incondizionatamente credito. Ne esistono tante coppie che insieme hanno fondato Compagnie teatrali di respiro nazionale e internazionale. Giorgio e Natalina hanno incarnato il teatro modicano di qualità durante l’entusiasmante stagione del Cineteatro Pluchino prima, e del Teatro del Vicolo dopo. Tempi andati? Cronologicamente di sicuro, ma sempre attuali in chi lo ha vissuto e amato. Tanti i loro progetti iniziati e poi interrotti per la precarietà che coinvolge tutti e mette un punto fermo, inamovibile anche agli entusiasmi più radicati, perché i commessi viaggiatori muoiono ogni giorno lasciando vuoti incolmabili. Ne restano però i semi e i frutti germogliati in alberi nonostante l’avvicendarsi di anni ed esperienze.
Alludo al Settecentenario della Contea del 1996, alla festa di piazza e al risvolto artistico: il concorso di pittura che ha dato all’aula consiliare del Comune lo splendido “Giuramento di Castronovo”. E poi la preziosa mediazione di Giorgio nel convincere il Maestro Guccione a creare il Tondo che adorna degnamente il soffitto del Garibaldi.
Tanti i meriti di Giorgio, tante le sfaccettature del suo amore per l’arte.
Una serata piacevole ed emozionante che ha avuto la degna conclusione col figlio Alessandro e il suo Ciampa così misurato e smisurato, perché l’arte di recitare di Giorgio non è finita. Rivive nella presenza scenica e carismatica di Alessandro.
Perciò… ciao Giorgio, continueremo a vederci.
Marisa Scopello