martedì, 3 Ottobre 2023

L’ERA DEGLI ALLUCINATI

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I ladri, gli assassini, i violenti, i mafiosi, gli imbroglioni, i truffatori ci sono sempre stati, adesso però a questi si è aggiunta una nuova categoria: gli allucinati.

Sono quelli che decidono di superare la macchina che li precede senza se e senza ma andando regolarmente a sbattere contro un’auto che procede in senso contrario. Sono quelli che corrono all’impazzata per vecchie strade che di correre proprio non lo permettono e regolarmente si vanno a schiantare contro un muro o un albero o il cancello di una casa. Sono quelli che, mentre guidano (o credono di guidare…) scrivono messaggi sul cellulare. Sono quelli che parcheggiano a casaccio, persino davanti a un cancello, così addossati che nemmeno una persona anoressica riuscirebbe a passare, e quando vengono rintracciati dalla polizia chiamata dai proprietari della casa che loro hanno bloccato, anziché affrettarsi a spostare la macchina, dicono: “Mi scusi” e restano lì con aria beota senza rendersi conto del disturbo procurato. E non hanno assunto alcool o droghe! E sono quelli, troppi, persino bambini, che hanno bisogno dello psicanalista al punto che è stato disposto dall’INPS un bonus psicologo, riconoscendo la necessità di un sostegno psicologico così come a seguito di un incidente d’auto può essere necessario un sostegno fisioterapico.

Tutto questo prima del Covid non succedeva. Minori che avevano bisogno dello psicanalista? Di qualche ripetizione di latino o matematica, se mai! Davvero, sentir parlare di bonus psicologo sconcerta, ci porta a riflettere su noi stessi e soprattutto sulle persone che incontriamo lungo la nostra strada, persone che soffrono, evidentemente, persone che hanno perso il senso della vita. Ma perché? E’ stata dunque la malattia a causare scompensi nella personalità della gente? E’ stato il vaccino? Eppure questi comportamenti allucinati non sempre si manifestano in persone che hanno avuto il Covid e nemmeno sempre in chi si è vaccinato, quindi, evidentemente, la causa va cercata altrove.

Che sia stato l’isolamento? Quel lockdown che costringeva e costringe ancora le persone a chiudersi in casa fino al punto da sentirsi isolate anche da se stesse?

E’ come vivere in una bolla, in un mondo che non esiste, un po’ Alice dietro lo specchio, un mondo che Alice dovrà salvare, ma Alice non sei tu.

E si aspetta. Sprofondando in un mare di apatica tristezza che porta a una trasgressione inconsapevole… perché forse ormai della vita non importa più niente. E allora si corre per una strada sconnessa fino a sbandare, a ribaltarsi, ad abbattere un muretto, perché là in fondo c’è la morte, ma, alla resa dei conti, cos’è la morte se non un altro lockdown?

E’ urgente porre termine a tutto questo, restituire alla gente la consapevolezza di far parte di una comunità, una consapevolezza che probabilmente il lungo isolamento ha cancellato. E non saranno certo i concerti o le feste in piazza che ci riusciranno. Bisognerà ricostruire un mondo, il nostro mondo, che non siamo riusciti a far sopravvivere dentro di noi.

Non crediamo che possa essere lo psicologo a ricrearlo. Servirà una normalità della vita tale da cancellare le paure, tale da restituire alla società il suo significato, quel significato perso nel buio del lockdown. O è troppo tardi ormai?

 

 

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