La Camera dei deputati l’11 gennaio 2022 ha approvato con 340 voti a favore, 5 astenuti e nessun contrario, il Disegno di legge di iniziativa parlamentare “Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche”. Il testo adesso è al Senato, assegnato ad una Commissione permanente sull’Istruzione pubblica, in attesa del voto dell’Assemblea. Se sarà approvato dal Senato, il disegno di legge darà inizio alla sperimentazione nelle scuole per introdurre queste famose “non cognitive skills” o meglio conosciute come “soft skills”; in ogni istituto scolastico si potranno attivare dei progetti che degli studenti valorizzano l’efficienza fattuale, le capacità pratiche, l’empatia verso il prossimo: competenze che non richiedono conoscenza dei contenuti disciplinari, né dei saperi che ne conseguono. Le “Soft skill” sono nate da uno studio statunitense sul rapporto tra l’istruzione e le dinamiche di mercato, un aspetto che ha catturato l’interesse anche di enti italiani per lo sviluppo come OCSE e INVALSI. L’idea di fondo che viene avallata è che l’educazione è una sfida centrale anche per il mondo produttivo, concetto che viene rafforzato anche da questi anni di crisi che stiamo attraversando. Si pensa alla ripresa che parte dalle fondamenta educative ma si punta a sollevare il sistema economico senza valorizzare assolutamente l’originario scopo civile della scuola, cioè quello di formare onesti e liberi cittadini che pensano con la propria testa, da soggetti attivi della propria esistenza. Se questo disegno di legge andrà in porto, così come si pensa, si andrà incontro all’impoverimento generale di una nazione, poiché la conoscenza, il sapere, i contenuti disciplinari saranno sempre di più meno favoriti alle capacità fattive, l’empatia verso il prossimo e la propensione al fare pratico; la scuola formerà solo forza lavoro docile e inerte ad ogni cambiamento, ma d’altronde si è sempre saputo che è più semplice domare chi non sa, infatti vivendo nell’ignoranza più facilmente ci si può illudere che la libertà ci appartiene, ma in verità non comprendiamo che in quello stesso momento in cui pensiamo al nostro futuro, il sistema ha già deciso per noi.
Graziana Iurato