mercoledì, 6 Dicembre 2023

REPETITA IUVANT?

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“Mettiti la maglia di lana!”

“Ti sei lavato le orecchie?”

“Ripeti la tabellina del nove!”

Imposizioni di questo genere, dettate dall’amore materno o dalla solerzia della maestra, costellano in genere il processo di crescita dei cuccioli di Homo Sapiens.

L’iterazione di un ordine o di un concetto, secondo gli antichi, aiutava a ricordare norme e nozioni ritenute fondamentali per l’inserimento sociale corretto.

Visto che gli esseri umani nascono nudi e inermi, privi quasi totalmente di archetipi comportamentali ad eccezione di basilari istinti di mera sopravvivenza – quali succhiare il latte o segnalare un disagio col pianto – l’educazione e la didattica sono strumenti indispensabili per la formazione della persona.

Quando però la ripetizione diventa ossessiva si rischia di ottenere l’effetto contrario. La noia e il martellamento continuo generano repulsione e desiderio di trasgressione.

Tralasciando per motivi riconducibili all’incompetenza di chi scrive temi quali devianze giovanili o coazioni a ripetere crimini anche autolesionisti dovuti al rigetto di comportamenti normati dall’alto di usi, tradizioni o religioni, osserviamo come la nostra vita quotidiana venga continuamente insidiata da tentativi di irreggimentazione nel “sistema” voluto dai cosiddetti poteri forti. Questi ultimi possiedono la quasi totalità dei mass media, e sanno come fare a distogliere l’attenzione della gente da argomenti scomodi e ad incanalarla verso eventi capaci di calamitarla verso lidi innocui.

Basti pensare al Covid19. Siamo stati bombardati per tre anni da notizie terrificanti corredate da immagini raccapriccianti, come i convogli militari carichi di bare e la pervicace proibizione di eseguire autopsie. La gente costretta in casa in lock down all’inizio ha reagito positivamente esponendo striscioni arcobaleno sui balconi dove si andava a cantare tutti insieme in una ritrovata solidarietà di vicinato al motto ANDRÀ TUTTO BENE!

La presenza continua e assillante di virologi, immunologi, pneumologi e quant’altro avesse da offrire la vasta platea degli esperti e dei tuttologi, ha pilotato l’opinione pubblica verso la vaccinazione, ritenuta salvifica e definitiva. La cosa che solo pochi rilevarono fu l’immediata demonizzazione del vaccino europeo Astrazeneca per alcuni casi di trombosi fatali in vantaggio degli americani Pfizer e Moderna. Inutile dire che i vaccini cubani, russi e cinesi furono snobbati perché provenienti da Paesi inaffidabili non allineati al blocco EU-NATO. La vera o presunta scarsa sperimentazione e le posizioni ascientifiche assunte da capi di stato tanto potenti quanto incoscienti e ignoranti, hanno fatto proliferare come funghi teorie complottiste e posizioni di integralismo no-vax che hanno trovato ampio spazio nei media ma anche nei social, generando flussi di estrema violenza verbale e, talvolta, anche in scontri di piazza tra fazioni opposte. Il martellamento sul Covid  è stato talmente ossessivo e opprimente che ad un certo punto tanta gente si è stufata di brutto e ha assunto comportamenti estremi: monadi bardate come astronauti contro masse ammucchiate, abbracciate e sbaciucchianti.

Visto che anche con tre dosi di vaccino ci si può ammalare lo stesso, ma senza gravi effetti, la quarta dose piace poco e la quinta proposta in questi giorni, unita alle rivelazioni scioccanti sui comportamenti speculativi ammessi da Pfizer, fanno pensare che ci siano magazzini strapieni di vaccini che qualcuno o qualcosa impedisce di dirottare verso l’Africa, dove il virus gira indisturbato, a nostra insaputa per voluta carenza di notizie. Tanto a noi che ce ne frega se si infettano o muoiono in Senegal o nel Burundi, l’importante è che la piantino di venire qui coi barconi a riportarcelo…

Da otto mesi però è la guerra in Ucraina che domina ovunque con un’insistenza tale che oramai la carognata di Putin, inizialmente e giustamente condannata unanimemente, viene adesso in parte giustificata da alcuni personaggi noti che stanno rileggendo gli antefatti che hanno portato ad uno stato di frizione russo-ucraina non più governabile.

Con un comportamento assai gradito da Biden, che ancora una volta promuove una guerra americana contro la Russia facendola combattere da altri, la presenza ossessiva di Zelensky in perenne videoconferenza, dai festival delle canzonette fino alle sedute dell’ONU, sta facendo sgretolare il suo carisma: la continua richiesta di armi e di soldi unita alla protervia nel negare ogni possibilità di trattativa con l’invasore, si scontra con le reali condizioni di sofferenza e di impossibilità di campare di intere fasce sociali, spinte dalla crisi energetica speculativa e dal conseguente intollerabile aumento dei prezzi letteralmente alla canna del gas… sempre che i russi riaprano i rubinetti!

Anche la – per nostra fortuna! – breve campagna elettorale, che ci ha sfiniti in coda ad un’estate insopportabilmente torrida, è stata condotta seguendo la regola del martellamento mediatico.

Matteo Renzi è riuscito a comparire anche cinque o sei volte al giorno in interviste rilasciate a chiunque fosse in grado di diffonderle, ripetendo ovviamente sempre le stesse cose con sempre eguale spocchia: solo la dabbenaggine di Calenda gli ha dato la possibilità di continuare i suoi doppi giochi dal nulla del suo 2%.

La mania ossessiva compulsiva del vegliardo di Arcore per l’autoaffermazione a tutti i costi lo ha spinto financo ad invadere lo spazio giovanil-demenziale di TikTok, con effetti pateticamente ridicoli. Il tentativo di conquistare la platea dei diciottenni chiamati al primo voto è miseramente naufragata.

La demonizzazione della Destra e della sua leader condotta con antico spirito vetero-cattolico degno delle Crociate da quelli che credono, o si illudono, di essere la Sinistra, ha di fatto spianato alla Meloni la strada verso la vittoria.

Non si può stare al governo e fondare una campagna elettorale unicamente nel tentativo di esorcizzare il nemico. Non si può tentare con successo di ammucchiare partiti, partitini e movimenti genericamente “contro” senza uno straccio di programma dettato da un minimo di sentire comune!

Mentre Letta e i suoi compagni di sventura si leccano le ferite riportate cadendo dal pero, l’abile Giorgia  con la sua versione al femminile del motto “Dio, Patria e Famiglia” è stata capace di rassicurare una larga fetta di elettorato conservatore.

Vista la via sgombra da cervelli pensanti critici organizzati, ha rapidamente messi in soffitta i toni urlati esibiti in Spagna, “i blocchi navali” ed altre amenità che ha lasciato nelle mani di Salvini, in fregola di tornare al Viminale. Mentre la nave Forza Italia, prossima all’affondamento, veniva lasciata in fretta soprattutto da influenti topoline accolte anch’esse dal generoso Calenda, la Meloni è riuscita ad arrivare in porto, evitando le secche e dribblando gli scogli posti sulla sua rotta dai compagni di avventura che mal digeriscono una donna al timone.

Ma tant’è. Ora abbiamo un governo finalmente elettivo, ma ricco di figure definibili quantomeno inquietanti. Riuscirà la Giorgia a governare veramente per gli Italiani e ad inibire lo strapotere delle solite cosche? Mah…

I media, prontamente allineati nel lavorare di leccamento ai nuovi padroni del vapore, tra l’incertezza dei risvolti della guerra e la certezza della crisi energetica ed economica, cercano di anestetizzare le masse analizzando il look sfoggiato dalla premier al Quirinale: tailleur-pantalone troppo maschile, total blu che altri, affetti da daltonismo ideologico, hanno percepito come total black, altezza dei tacchi variabile, bob lungo o coda di cavallo, sparizione degli orecchini-lampadario… insomma ce n’è di cui parlare per settimane nei salotti della D’Urso o della Venier!

La famiglia italiana media, sia “naturale” che “arcobaleno”, si ritrova intanto attorno al desco destinato a diventare sempre più frugale, con un occhio alla tv non a pagamento che ogni 15 minuti di trasmissione ne rifila 7 di pubblicità.

La cena è funestata da incursioni prostatiche, incontinenti, insonni e gastritiche, coi bocconi che vanno per traverso alla vista di bellissimi bambini, bianchi sordociechi o negretti con tracoma o polmonite, si mangia infastiditi dalla continua richiesta di donazioni e di lasciti testamentari a chi a stento riesce ad arrivare ancora, forse, a fine mese.

Gli eventi sportivi, anche nei momenti clou, vengono interrotti o resi visibili solo in un angolino dello schermo da réclame di auto ibride ed elettriche, di smartphone ultimo grido e di accessori e gadget di lusso di cui per pudore, o meglio per ipocrisia, si tace il prezzo.

Tra poco sarà Natale: Dio ne scampi!

Chissà che il tedio e la nausea indotti dalla ripetitività del messaggio consumista fuori luogo coi chiari di luna che ci sono non inducano la gente a regalarsi attrezzi agricoli e sementi per l’orto fai-da-te, e ai giovani sulla via della fuga il gruzzoletto necessario a pagarsi il lusso di un passaporto… Europa addio!

Repetita iuvant? Repetita abbuttant!

kazzandra

 

 

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