Quando si dice che i social sono dannosi per tutti noi forse dovremmo riflettere sulla bella storia del giovane siciliano Roberto Celestri, 21 anni, 321.000 follower su instagram, questo ragazzo è attualmente il fenomeno che in pochi mesi è riuscito a trasformare l’arena dei social in un museo affascinante per moltissimi giovani follower. In un anno ha pubblicato sul suo profilo più di 400 video da meno di 20 secondi, filmati girati all’interno di chiese storiche e musei, tutti realizzati con inquadrature studiate sull’iPhone, riprese con musica classica come colonna sonora. Filmati dove il giovane ha deciso di non mostrarsi proprio per dare valore alle bellezze che spiega. Nato “con l’arte nel sangue”, figlio di restauratori e cresciuto nella città barocca di Noto, Celestri non è stato notato soltanto dai musei, ma inoltre, dal 27 settembre, ogni martedì in seconda serata, è su La7 con una sua rubrica nel programma Artbox, “Dove faccio tutto quello che non faccio sui social: ci metto la faccia e spiego le cose. Spero che apra le porte a qualcosa di tutto mio”. Sarebbe sbagliato, però, pensarlo come la versione giovanile di Alberto Angela: “Sarò banale, ma il mio modello più che Angela è Caravaggio. Sono innamorato della sua pittura, ho visto tutti i Caravaggio di Roma: è stato il primo a usare la luce come protagonista”.
Il giovane dichiara in un’intervista: “Io nei video non mi faccio mai vedere, non uso la mia faccia per influenzare, non voglio spingere nessuno a comprare qualcosa – dice – sul mio profilo spiego solo che luogo stiamo guardando, posto il video e do lo spunto. Poi, se piace, chi lo ha visto si va a informare da solo”. Una strategia che evidentemente ha funzionato: nati come divertimento, per impegnare il tempo libero tra una lezione e l’altra all’Istituto Cine Tv Rossellini di (Celestri è un allievo direttore della fotografia), i suoi video sono diventati virali. “La gente ha cominciato a dirmi che usava la mia pagina come una guida turistica. Ma ho capito davvero che qualcosa stava cambiando a marzo, quando mi hanno telefonato i Musei Vaticani”. Per offrirgli, a soli vent’anni, “una visita in solitaria, all’alba, per riprendere e raccontare i Musei con la luce giusta: non lo dimenticherò mai”. Questo giovane amante e cultore delle bellezze artistiche e architettoniche del nostro paese rappresenta un esempio per tanti ragazzi che vogliono conoscere l’arte e la bellezza in modo leggero e divertente, magari attraverso strumenti a loro più rispondenti e fruibili come i social: innovazioni comunicative che possono essere una grande risorsa se usate con consapevolezza e responsabilità.
Graziana Iurato