martedì, 28 Marzo 2023

RICCHEZZA O LIBERTÀ?

image_pdfimage_print

Tangenti. Sono le tangenti del Qatar a tenere banco in questi giorni di Natale. Come se fosse la prima volta che si constata un circolare di tangenti in politica! Ogni volta ci si stupisce, ci si indigna, se ne fanno intere trasmissioni in televisione, intere pagine sui giornali. Ma davvero non l’abbiamo ancora capito che la tangente è una consuetudine in politica, nell’alta finanza, insomma in quegli ambienti in cui circolano molti soldi e che forse è per questo che se ne vorrebbe di più, sempre di più? Siamo convinti che il caso eclatante non siano le tangenti ma che vengano scoperte e denunciate.

Non sappiamo quale input spinga chi ha la possibilità di vivere nel lusso, di acquistare ciò che vuole senza problemi, di sfoggiare a ogni momento il peso che rappresenta nella società, a volere sempre più danaro, sempre più ricchezza. Ma per farci cosa? Per illudersi di essere libero? Povero pazzo! Proprio quello non potrà acquistare mai: la libertà, perché sempre e comunque le sue scelte dovranno essere coerenti col suo ruolo di persona molto importante (già, vip!).

Lo riscontriamo in una realtà della quale abbiamo una lunghissima esperienza: il giornalismo. Tutti affermano con forza la libertà dell’informazione, così come tutti stigmatizzano la corruzione delle tangenti, ma inevitabilmente, così come il ricco anela a diventare più ricco, il proprietario del giornale aspira a un ruolo sempre più determinante nel suo settore, ma si sa che la gente non ama leggere e quindi un giornale non può certo vivere delle vendite, così come una televisione non può vivere solo del canone, quindi per “pesare” sempre di più sulla società ha bisogno dello o degli sponsor. Cosa potrà accadere dunque nel momento in cui ciò che si scrive su quel giornale o si dice su quel canale televisivo non soddisfa lo sponsor? Che questi imponga la linea che preferisce o che tolga la sponsorizzazione. Ecco dunque che per fare un giornale veramente libero non devono circolare i quattrini. Ma le persone che costruiscono un giornale devono pur mangiare, mantenere la famiglia e quant’altro, così a questo risultato si può arrivare solo se si ha un altro lavoro o una pensione o comunque un altro modo per mantenersi. A un giornale come il nostro (giusto per parlare di qualcosa che conosciamo bene)  arrivano sovente proposte di pubblicità a pagamento o da parte di qualcuno che lo vuol comprare lasciando integra, a suo dire, la redazione e la linea giornalistica, ma crederci sarebbe un’utopia, perché la voce del padrone prima o poi arriverebbe a farsi sentire, è nella logica delle cose. Allora si preferisce restare poveri ma liberi. Questo però accade quando non si è ricchi, quando si desidera essere bravi, non vivere nel lusso. Ma un ricco può pensare di farlo? Crediamo proprio di no, è fisiologico.

Ce lo dicono questi giorni di Natale, quando la gente corre a comprare per passare delle feste piacevoli, coi parenti, gli amici, quando la gente vuol vedere la città illuminata, quando si desidera lo spreco e si passa accanto a chi non solo non ha la possibilità di sprecare ma nemmeno quella di sopravvivere e lo si fa distratti, indifferenti, trascinandoci dietro i nostri pacchetti inutili.

 

 

 

Condividi