Si avvicina la festività più attesa dell’anno: il Natale. Una festività religiosa che spesso viene dissacrata da tutti i contorni “commerciali” che ne derivano. Addobbi, pietanze tipiche, dolci, regali, cenoni e tanto altro ancora riempie le case e le vite di molte famiglie che si preparano a vivere al meglio questi giorni di festa. Famiglie che si rialzano dopo due anni di paure e tormenti che ancora però non ci hanno abbandonato totalmente, ma che tentiamo pian piano di cancellare, nonostante tutto. Eppure la cosa che si dovrebbe fare più di ogni altra è proprio quella di guardare al di là del nostro “orticello”. Dopo questi durissimi anni di sofferenze, ancor di più dovremmo sentire la necessità di trascorrere questi giorni con sobrietà e umiltà, così come ha raccomandato anche Papa Francesco al termine della sua udienza di qualche giorno fa. Tutti dovremmo mantenere lo spirito della festa e la tradizione dei regali, ma con il cuore e lo sguardo agli ultimi, a chi soffre e in particolare alla popolazione ucraina che si ritrova al buio, al freddo, a combattere contro un’aggressione continua, con la fame e l’assenza di cure mediche. Non dovremmo dimenticare le migliaia di bambini a cui viene negata la sicurezza e il calore di un accogliente focolare; niente pace, niente casa, ancora nessun domani si intravede per loro.
Ma noi abbiamo già dimenticato questo conflitto, se ne parla di meno, quasi ci dà fastidio ascoltare e vedere certe immagini di guerra.
Ho l’impressione che ogni fatto storico, ogni notizia sia un trend passeggero, una moda temporanea che in poche settimane deve dominare ogni forma di comunicazione, ma dopo qualche tempo anche le questioni più importanti e decisive per tutti vengono abbandonate, si spengono le luci su quel fatto e si spalanca un altro sipario che in quel momento fa audience, attirando di più. E così via, notizia dopo notizia, cronaca nera, rosa e bianca quando c’è, guerre, delitti, scandali e tanto altro, fatti che solo alcuni decidono di somministrarci al tempo giusto e nelle giuste dosi, non ce ne accorgiamo, non ci rendiamo conto di quanto questi soggetti orientano le nostre esistenze e spesso cadiamo nella loro trappola e come burattini facciamo esattamente quello che loro si aspettano da noi.
Graziana Iurato