Un’odissea senza fine, è un’umanità precaria quella descritta dall’artista Giovanni Iudice nei suoi quadri esposti a Modica in un’antologia di temi legati alla nostra terra e alle sue problematiche.
I dipinti della mostra sono circa sessanta, divisi in tre blocchi tematici che rappresentano scene della quotidianità nel nostro territorio: oggetti, case ritratte con uomini e donne che vivono immersi nel loro mondo fatto di fragilità e bellezza. La sezione delle spiagge ritrae spaccati di relazioni di ieri e di oggi, ogni soggetto è rappresentato con un carattere proprio e diverso, spiagge intese come agorà dove l’incontro è tutto, poiché spinge direttamente alla vita. Ma la mostra colpisce soprattutto i visitatori con le rappresentazioni che denunciano la tragedia dei migranti. Il dipinto “Umanità”, in particolare, è denso di una carica emotiva molto forte, la denuncia è chiara, la morte è palese ai nostri occhi, così come l’indifferenza. Un dipinto recensito da diverse testate internazionali che tra l’altro a fine mese sarà ammirato anche da Ursula von der Leyen a Palermo, in occasione della sua visita in città per un convegno sul tema proprio dell’integrazione. Iudice ha certamente voluto fissare l’attenzione su episodi di morte e disperazione tratti dalla cronaca siciliana; le spiagge dunque accolgono vita e morte, spiagge che raccontano come teatri il fluire straordinario della vita. Il benessere dei bagnanti che si scontra con la disperata lotta alla vita di questi miserabili in cerca di fortuna, e la nostra bella terra come una madre accoglie ogni cosa, ma l’uomo deforma col suo male le esistenze, un uomo che manipola ogni cosa che tocca. Colpisce certamente anche il dipinto che denuncia lo sfruttamento e il lavoro nero di questi migranti, il “Ciclo del ciliegino” ritrae appunto un uomo scarno e rassegnato risucchiato dal vortice del lavoro nero e dello sfruttamento di caporali che giocano con queste fragili vite senza alternativa. La mostra è stata visitata anche da parecchi studenti della città ed ha riscosso un discreto successo poiché ha fornito parecchi spunti di riflessione su tanti temi scomodi che non si trattano spesso. Un plauso va certamente alla Fondazione Garibaldi che ha promosso la rappresentazione e ci ha dato l’opportunità di conoscere un artista della nostra terra molto bravo che attraverso i suoi dipinti vuole trovare ciò che a volte questo mondo confusionario spesso ci fa smarrire: l’umanità che è in noi.
Graziana Iurato