venerdì, 24 Marzo 2023

UNA SOCIETÀ CHE UCCIDE

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Da un biglietto trovato con su scritte sei parole: ”La mia vita è un fallimento” si può dire con certezza che una persona si è suicidata?

No, chi l’ha uccisa, prima di tutto, è la società che ha ignorato il suo grido di aiuto e che adesso ne parla, poi non è detto che non sia stato un omicidio e magari troveranno anche l’assassino, però quello che viene mostrato a tutti, intanto, è l’incapacità di vivere di un essere umano.

E questo messaggio entra in ogni famiglia, in ogni corpo giovane che ha problemi di dialogo, che non sa esporre quello di cui ha bisogno, che è diverso dagli altri per capacità ma che, comunque, se sostenuto e accettato per quello che è, può dare e vivere la sua vita insieme agli altri alla grande.

Ma il messaggio che viene proposto insieme alla tragicità di una sciarpa al collo e alla maniglia di una porta, pare proprio incutere terrore alla vita, pare proprio voler dire ai più deboli: “se non ce la fai, ucciditi”.

Se si guarda oltre, però, si può vedere tanto.

Una società malata ed assassina, per esempio, ma non è colpa sua, glieli stanno cucendo addosso i mali e la cattiveria.

Ultimamente non passano messaggi d’amore e di lotta per farlo vincere.

Quello che passa è solo il peggio, soprattutto, passa come se fosse l’ultima cosa da fare in questo momento.

E’ una tattica, questa, è una tattica di guerra e questa guerra è contro i più deboli di mente… tutti insomma.

Sofia Ruta

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