venerdì, 24 Marzo 2023

LA TERRA TREMA, L’UOMO LA PROVOCA

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Il terremoto di magnitudo 7,8 verificatosi nella notte fra il 5 e il 6 febbraio di quest’anno, principalmente con due forti scosse che hanno colpito l’area meridionale della Turchia e le regioni settentrionali della Siria, ha fatto oltre 40mila vittime e più di 85mila feriti (tra feriti e vittime, due volte gli abitanti di Modica). Persone sfortunate già da sempre per i disagi e le guerre in cui vivono e morte atrocemente e senza via di scampo sotto le macerie dopo giorni di dolore, assideramento e con un filo affievolito di speranza ma soprattutto tanta paura. Paura di capire di non essere cercate più e ritrovate, vive o morte. E le scosse continuano…

Non ci sono parole da aggiungere, ne hanno dette poche oppure tante per giustificare gli aiuti inviati dall’Europa e dalle Nazioni Unite in Turchia prima, poi, dopo una settimana dal disastro, anche in Siria, naturalmente in quella parte di Stato dove possibile e con tanto di ammissione e di scuse da parte delle Nazioni Unite per non avere fatto in fretta ed essere presenti per aiutare tutti, turchi e siriani.

Non ci sono giustificazioni, si doveva parlarne di più e fare tutto più in fretta per salvare molte più vite umane.

La conferma la danno il bambino di 2 mesi estratto vivo dalle macerie dopo 128 ore ad Hatay in Turchia. La bambina di 4 anni, Şengül Karabas e suo padre Sezai, estratti dalle macerie 132 ore dopo dalle squadre di ricerca e soccorso (non importa a quale distretto appartengano le squadre e il nome non lo scrivo per questo, l’importante in questi casi, non è metterlo in mostra come un vanto, ma salvare vite umane). Un uomo sulla sessantina ritrovato vivo sotto le macerie dopo 130 ore dal terremoto. Una donna e i suoi due figli estratti vivi da sotto le macerie dopo 228 ore e chissà quanti altri hanno salvato le squadre di soccorso, dicono almeno 10mila ma anche quanti no e non per colpa loro. La lentezza altrui è anch’essa un’arma che viene usata per portare i più bisognosi allo stremo e mostrare poi a chi non fa parte dello scempio, la coscienza pulita.

La lentezza degli aiuti arrivati troppo tardi e l’avidità umana, sono, oltre al terremoto, i veri colpevoli di omicidio, anzi, genocidio. Si parla infatti anche di più di 100 costruttori edili arrestati nelle 10 province colpite dal terremoto, si tratta di persone legate ad alcuni edifici crollati e sospettate di aver violato le normative edilizie vigenti nel Paese.

In ogni Nazione, anche nel nostro Paese, esistono queste persone e sono le peggiori sulla faccia della terra. Sono quelle che si approfittano delle vite umane solo per arricchirsi e sperano che non accadano mai i disastri, ma solo per non essere scoperte.

In ogni disastro naturale che miete milioni di morti non si dovrebbe dimenticare che l’uomo vi ha prima seminato e non correttamente cemento armato, avidità e tanta cattiveria.

Ammettere e accettare che la terra e tutti i suoi “figli naturali” saranno sempre più forti degli uomini, dovrebbe portare gli umani a rispettarla come una madre, altrimenti… altrimenti il peggio del peggio è già qua e ha vinto.

Anche l’Italia ha la sua parte di colpa. Ha presentato al popolo italiano il tragico bilancio delle vittime solo dopo la settimana del festival canoro televisivo, durante la quale le notizie sono passate a intermittenza e col contagocce per non allarmare o distrarre gli animi, circa 10mila i morti dicevano e quasi quattromila i feriti ma poi, tutto a un tratto si sono questi si sono moltiplicati ed esattamente il giorno dopo in cui è calato il sipario sul bordello confusionario inculcato e iniettato dentro ogni casa, in ogni ora del giorno e in ogni programma televisivo. Un terremoto anche questo. Un terremoto di pubblicità, colpi bassi e milioni di euro versati per poche tasche. Un terremoto che ha mietuto diritti, libertà apparenti, rabbia, umiliazione, guerra, vittoria, disprezzo verso gli altri, per alcuni tanta felicità e per altri lacrime di coccodrillo e tanta pena, pena per i cantanti e per tutti gli artisti, dai più giovani del presente ai più grandi del passato, usati anche loro per lanciare messaggi contraddittori e confusionali. Un terremoto che ha depistato la mente umana dal dolore, dalle atrocità e dal pianto vero per un terremoto molto più grande, fatto di vite umane troncate e non di parole dette o di immagini iniettate per accelerare un cambiamento di mentalità obbligato che a molti non piace.

Sofia Ruta

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