A quanto pare, l’Italia si sta allineando alle democrazie nord europee: anche noi adesso possiamo vantare una donna come Presidente del Consiglio. Era ora.
Ma, a vera sorpresa, abbiamo una donna a capo del maggior partito d’opposizione!
In pochi mesi si è verificata una rivoluzione copernicana. Non solo due donne sono per la prima volta chiamate a gestire due posti di potere tradizionalmente coniugati al maschile, ma sono arrivate lì senza essere figlie, sorelle, mogli o vedove di uomini politici importanti. Hanno fatto tutto da sole. Brave.
Oltre questa similitudine in tema di carattere e tenacia solo la giovane età, o meglio, l’appartenenza alla stessa generazione le accomuna. Per il resto l’antinomia è totale.
Cresciuta alla Garbatella, abbandonata da bambina dal padre, diplomata in un istituto tecnico, militante da sempre nell’orbita della destra nostalgica l’una, nata e cresciuta tra Svizzera e Stati Uniti, supportata da una famiglia unita ed agiata, laureata all’Alma Mater di Bologna, simpatizzante e poi militante nella sinistra post PCI l’altra.
Una si dichiara donna, madre, italiana, cristiana, l’altra è donna bisex, non è madre, è svizzera ed è ebrea.
La bionda figlia del popolo governa con alleati infidi che tentano in tutti i modi di metterla in difficoltà con parole, opere ed omissioni a favore dei padroni e in danno dei poveracci appena gira gli occhi.
La bruna in odore radical-chic, in opposizione alla maggioranza degli iscritti al PD che avrebbero preferito l’usato-sicuro rappresentato da Bonaccini, viene scelta da una maggioranza variegata di persone che, pagando due euro a cranio, sperano di aver trovato qualcuno di diverso in grado di riportare alla luce quei valori storici della sinistra finiti sottoterra tra radici di ulivi e margherite. Chissà se tra costoro c’è qualcuno di quelli che ormai da anni hanno rinunciato a votare…
L’istituto della delega ad agire in conto terzi è connaturato alla nostra gente, incapace di organizzarsi e muoversi in prima persona accettando di metterci la faccia. Siamo bravissimi solo nella recriminazione e nella lamentela.
Al momento non possiamo fare altro che aspettare, augurandoci che Giorgia, intelligente, capace e saggia (quando non spara panzane come fa in campagna elettorale!) sappia mantenere solidamente la rotta timonando la barca Italia in un mare agitato e ricco di secche e scogli traditori.
Per contro speriamo che Elly, partita in tromba e premiata da un significativo rialzo nelle statistiche delle preferenze di voto per il PD, non sia un tragico flop come fu Renzi qualche tempo fa: gli italiani assai spesso esprimono simpatie plebiscitarie per chi rappresenta al momento il cambio d’aria, la finestra aperta su un futuro luminoso agognato.
Buon lavoro, ragazze, e buon 8 marzo!
Lavinia de naro papa