I migranti sono un carico residuale. Non esseri umani e nemmeno esseri viventi, solo un carico che sta nella stiva e, all’occorrenza può, anzi deve, essere gettato in mare, come detto chiaramente da uno scafista al suo secondo quasi si trattasse di un carico di materiale di contrabbando; e in realtà per lui lo era.
La definizione di “carico residuale” però non è usata solo dagli scafisti, che si limitano al termine “carico” o più esplicitamente “merce”, ma dal governo italiano a proposito dei migranti disperati che approdano sulle nostre coste.
Già, i migranti. Ma crediamo davvero che un “carico residuale” siano soltanto loro per chi ci governa? Saremmo pazzi se lo facessimo. Un “carico residuale” siamo tutti noi, la gente comune che riesce con fatica ad arrivare alla fine del mese con uno stipendio ridicolo o che nemmeno ci arriva con una pensione da fame. Siamo tutti noi, che per curarci abbiamo bisogno della sanità pubblica dove si è considerati solo un numero perché non ci possiamo permettere le cliniche di lusso modernamente arredate e con personale sanitario di prim’ordine, che, oltre a essere capace, è pure premuroso e addirittura ti ascolta. Siamo tutti noi che, quando ci dicono che è un dovere sociale abbandonare l’auto a benzina per passare a quella elettrica, sappiamo di venir presi per il… naso perché magari potessimo permetterci di comprarla! Siamo tutti noi che, se arrotondiamo la nostra pensione da fame con qualche lavoretto in nero, veniamo considerati disgustosi evasori e duramente puniti. Siamo tutti noi che non contiamo niente, che siamo solo una massa, un carico che sarebbe auspicabile si alleggerisse. Sì, siamo troppi, come gli immigrati.
Questo, almeno, è il punto di vista di chi ci governa. Ma noi? Oh, anche noi abbiamo individuato un carico residuale, eccome se l’abbiamo individuato! Sono i tanti nostri uomini politici che, invece di credere davvero in un’idea e rispettarla, la cambiano a seconda di dove tira il vento e cambiano partito, tanto uno vale l’altro, purché ci si guadagni (economicamente, s’intende), perché opinione per loro è sinonimo di convenienza; sono i nostri politici che, pur di abbattere un avversario (magari uno che qualche idea ce l’ha) usano tutti i mezzi, leciti o illeciti, tanto chi li tocca? Sono i nostri banchieri, che aumentano sempre il costo del danaro per noi, ma il loro lo tengono ben protetto in un paradiso fiscale. Sono quelli con la villa in Toscana e lo chalet a Cortina (ma rigorosamente il patrimonio in Svizzera), con lo yacht all’Argentario che usano solo nel weekend perché d’estate preferiscono viaggiare all’estero per non sentirsi infastiditi dalla marmaglia di poveracci italiani che ingombrano con la loro pelle bruciacchiata e le loro fette di cocomero le spiagge, be’, non tutte… magari potessero!
Già, due opinioni a confronto, ma c’è un’altra opinione, quella che conta più di tutte e che si sta organizzando per avere la meglio: il vero carico residuale siamo noi, tutti noi, per un pianeta che di sopportarlo non ne può davvero più.