L’8 MARZO E IL VELO INVISIBILE

Perché non cambiare questo giorno dedicato alle donne e chiamato “Festa delle donne” in un “Giorno di Memoria per le donne” ormai sempre più in balia dell’arroganza e della violenza degli uomini.
Ricordare così tutte le donne che sono state assassinate nei tempi passati in cui lottavano per la parità dei diritti sul lavoro e sulla libertà personale.
Ricordare anche tutte quelle donne di oggi che, cercando la libertà in famiglia, nelle loro case, sulla strada, nei posti di lavoro, vengono uccise a fatti e a parole senza rispetto alcuno. E tutte quelle donne che non trovano la forza di reagire a un regime disonesto familiare e sociale dove al posto di persone coraggiose e buone, trovano esseri senza scrupoli che le riempiono di botte, pugni e calci in faccia?
Questa ricorrenza, chiamata festa, denigra le donne. Dare a credere che un giorno di libertà e di divertimento per alcune basti per fare sentire le donne libere per poi tornare presto ad essere schiave in una famiglia o società malata, ma siamo onesti!
C’è un velo che copre il capo alle donne nate in altri paesi del mondo, dentro a una cultura o una inciviltà diversa; se queste scoprono il capo, è segno di ribellione e viene subito punito arrestandole o, peggio ancora, uccidendole.
Quel velo, in realtà, esiste in ogni paese occidentale che si ritiene civile, è invisibile, eppure c’è ed è il peggio del peggio e le donne lo hanno stampato in faccia. Agli uomini invece, ai più cattivi, copre gli occhi, il cuore e la mente. Li rende pazzi.
Già, perché in occidente le donne vengono assassinate senza motivo da pazzi così paurosi che della loro paura fanno un’arma.
Curate gli uomini malati di ossessioni nascoste, per le prepotenze che hanno ricevuto in passato e che riversano sulla pelle delle donne, di sottomissione vissuta e che vogliono riversare sugli altri, non lasciate che ignoranza e arroganza prevarichino gli altri.
Pochi giorni fa, esattamente il 4 marzo 2023, in un paese molto vicino a noi, Giarratana, un cognato ha ucciso con un coltello da cucina la cognata che in quel momento si trovava ad accudire la sua mamma. Di lei, i giornali hanno scritto tutto, moglie, madre, figlia premurosa, lavoratrice e la sua foto in primo piano. Del suo assassino hanno scritto che era pensionato da due anni e che era depresso. Addirittura in una testata giornalistica è stato scritto: “Perché Mariano ha ucciso Rosalba?”
Chiedetelo a lui direttamente il perché e se non saprà rispondere, uccidete lui e tutti gli altri come lui, perché se una donna può morire per mano di un pazzo senza un perché, l’uomo ignobile detto padrone ma pazzo, è il primo a dover morire senza perché.
Sofia Ruta