Quando hanno iniziato la loro battaglia i loro capelli erano neri, adesso sono diventati bianchi, ma la grinta è quella di allora.
Pietro Orlandi. Romano Di Salvo. Due combattenti. Due uomini soli.
Il primo da quarant’anni combatte per far luce sulla sparizione (chiaramente, la morte) della sorella Emanuela, il secondo da trent’anni si batte per far riconoscere all’Università La Sapienza i diritti che gli ha leso e mai riconosciuto.
Pietro Orlandi ha sempre urlato la sua battaglia attraverso la stampa. L’ha fatto in tutti i modi, si è rivolto a tutte le Autorità. A volte è stato ascoltato, almeno apparentemente visto che tutta Italia seguiva ed era in ansia per il suo caso, ma non ha mai avuto una vera risposta.
Romano Di Salvo ha combattuto da solo, completamente da solo, col suo megafono e i suoi slogan. Anche a lui a volte hanno fatto credere di essere ascoltato, ma non è successo mai.
In questi giorni Pietro ha incontrato il promotore di giustizia Alessandro Diddi che gli ha promesso di fare chiarezza. Ma quante volte è sembrato di fare un passo verso la verità restando poi con un pugno di mosche? E ogni volta è parso che la risposta fosse lì, a un passo e poi era solo fantasia, ma forse no, ma dicevano che lo era.
Anche Romano in questi giorni ha ricevuto la promessa che l’Ordine dei Medici avrebbe riattivato la cosiddetta Commissione Di Salvo, presieduta dal Vicepresidente, dott. Stefano De Lillo, così ha sospeso le manifestazioni e poi? Probabilmente si vedrà sbattere un’altra porta in faccia.
Magari a entrambi, in quest’anno sciagurato, si aprirà la porta giusta, chissà, ma ne dubitiamo fortemente. Forse, come sempre, resteranno due uomini soli che chiedono la verità, quella che un paese democratico non dovrebbe smettere mai di cercare e rispettare, eppure nel nostro, che pure si dichiara democratico, resta sospesa nel nulla.
Ci si accapiglia per questioni evanescenti come trasformare le parole per dare evidenza al maschile e al femminile e ci si indigna per due uomini che si baciano al Festival di Sanremo, ma dell’ingiustizia, quella vera, cattiva, quella che nasconde e nega la verità, quella che arricchisce i potenti e umilia gli onesti, di quella no, non ci si vergogna mai.
Luisa Montù